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  • Genere: Donna
  • Località: Italy
  • Contribution Points: 0 LV0
  • Ruoli:
  • Data di Registrazione: ottobre 14, 2023
Completo
Il mio nome è Loh Kiwan
6 persone hanno trovato utile questa recensione
da Lynnea
mar 1, 2024
Completo 0
Generale 9.5
Storia 10
Acting/Cast 10
Musica 9.0
Valutazione del Rewatch 9.5
Questa recensione può contenere spoiler

Un film di alto livello, per significato, trama, sceneggiatura e recitazione

Che dire, un piccolo gioiello. Aspettavo da tantol'uscita di questo film, sia per la presenza di uno dei miei attori preferiti - Song Joong ki - sia per la trama che vedeva il protagonista in fuga dalla Corea del Nord. Lo spaccato della vita di Loh Kiwan in Corea del Nord si inserisce come flashback poco dopo il suo arrivo a Bruxelles. Ciò che lo muove è esclusivamente l'istinto di sopravvivenza e la determinazione a farlo al meglio delle sue possibilità (passaggio fondamentale, perchè disposto a rinunciare ai propri valori solo quando ha esaurito tutte le alternative possibili). Loh Kiwan si lascia la Corea del Nord alle spalle, la fuga riuscita ha il sapore della salvezza, ma la realtà si dimostra subito ben diversa: l'accoglienza è solo di nome, la burocrazia contorta è insensibile quanto il trattamento riservato ai nuovi arrivati. Lo osserviamo quindi annaspare mentre la sua situazione volge sempre più in miseria, e paradossalmente il ricordo del giorno del suo compleanno, mentre gustava un piatto in compagnia della madre, benché prigioniero del proprio Paese, sembra preferibile allo stato di totale abbandono e degrado in cui versa ora che si trova in uno Stato dove per assurdo ha sede la Corte europea dei diritti dell'uomo. Un paradosso che stride e risalta in modo netto e inequivocabile. L'unico su cui può contare resta sé stesso: non la Corea del Nord, non le istituzioni belghe, e nemmeno le persone con le quali interagisce, come ad esempio la collega di lavoro alla quale si affida, ma che a sua volta si troverà nella condizione di non poterlo aiutare, suo malgrado. E' una guerra tra poveri, un meccanismo che lui disinnesca nel momento in cui si mette in gioco per Marie. Il finale è abbastanza prevedibile, ma sarebbe mancato un messaggio di speranza, se si fosse optato per altre soluzioni. Il passaggio a mio avviso più bello è quando lui lascia il Belgio, rendendosi davvero "libero" per la prima volta in vita sua. Perchè di fatto, benché la fuga dalla Corea del Nord avesse come obiettivo conseguente la possibilità di poter rimanere di diritto a Bruxelles, questo diritto si rivela al tempo stesso ancora una prigione: non può lasciare la Corea perchè contro la legge, ma sempre la legge lo tiene sotto scacco in Belgio, perchè andarsene equivale a rinunciare allo status di rifugiato. E' nel diritto ad abbandonare un posto, che sia la Corea, il Belgio o qualsiasi altro luogo, che risiede il concetto profondo di libertà sul quale ruota l'intero film. Passando alla recitazione, un'ottima prova per Song Joong Ki: è un attore di grande carisma e fascino, che ha avuto modo di dimostrare come sa brillare rivestendo ruoli con queste caratteristiche (Vincenzo, tanto per citarne uno), ma che in Loh Kiwan si mette veramente alla prova, trasandato nell'aspetto - mi sfugge il perchè dei nei disposti quasi come una costellazione sul volto - e senza quella forza fisica e agilità che ci ha abituato a vedere in altri suoi lavori. La forza del personaggio è tutta interiore, un misto di determinazione e forza di volontà che lo fanno andare avanti, sempre e comunque. Per quanto io lo preferisca quando interpreta un altro tipo di personaggi, non posso non riconoscere che in questo caso, proprio perchè lontano anni luce dai ruoli che sappiamo gli riescono alla perfezione, la sua recitazione acquisisce per assurdo un valore aggiunto. Un film da non perdere. Davvero.

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Completo
Wedding Impossible
2 persone hanno trovato utile questa recensione
da Lynnea
apr 8, 2024
12 di 12 episodi visti
Completo 0
Generale 5.0
Storia 4.0
Acting/Cast 4.0
Musica 4.0
Valutazione del Rewatch 3.5

Deludente su tutti i fronti, una serie da dimenticare...

Credo di poterlo definire un drama che non puntava in alto, ma che - a conti fatti - poco ci mancava precipitasse.
Niente di nuovo e il già visto è riproposto pure male. Manca la trama, ma con un buon romance posso farne anche a meno. Il problema è che manca anche una buona storia d'amore. Mancano attori validi, l'attrice protagonista in particolare non mi ha convinta, mi irritava anche solo vederla. Manca tutto, insomma.
Non c'è una scena - e dico una che sia una - che potrei salvare. Quando assegno valutazioni negative spesso lo faccio parlando di spreco di potenziale, di opportunità non colte, ecc. Ma qui, la materia prima scarseggiava già in partenza, su tutti i fronti (dalla scelta degli attori, alla sceneggiatura, alla trama, all'idea di base).
Da dimenticare, se si è visto. Da non vedere, se si è ancora in tempo.

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Completo
Benvenuti a Samdal-ri
2 persone hanno trovato utile questa recensione
da Lynnea
gen 21, 2024
16 di 16 episodi visti
Completo 0
Generale 6.5
Storia 5.0
Acting/Cast 8.5
Musica 6.5
Valutazione del Rewatch 6.0
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Un cast sprecato per un drama piatto e superfluo

Quando ho letto di questo drama poco prima che iniziasse ad andare in onda, qualche perplessità già ce l'avevo. La trama sembrava già mancare di sostanza. Però c'era Ji Chang Wook, attore che apprezzo moltissimo, e speravo davvero di ricredermi, magari già dopo i primi episodi. E invece...
Invece no.
Qualche nota positiva c'è, e a volte è contemporaneamente negativa. Se da una parte l'ambientazione è diversa dai soliti drama, alla lunga stufa. E 16 episodio sono lunghi da trascorrere tra immersioni subacquee, previsioni meteo e i cortili di un piccolo paesino. Se Seul rappresenta la frenesia, Samdal-ri è un luogo placido e tranquillo, molto placido e molto tranquillo. Senza pretese, con il suo piccolo, ripetitivo e ordinario quieto vivere.
La trama ruota attorno al ritorno di Sam dal, autoesiliatasi per anni a Seul, e ora pronta a partire alla riscoperta di sé stessa. In realtà, il suo personaggio non mostra una particolare evoluzione e ciò che costituisce l'ostacolo che la coppia protagonista deve fronteggiare sono sostanzialmente il padre di lui, ostile alla relazione e in balia di un lutto che non riesce a superare, e la madre di lei, che con la sua boa a fiori tiene sostanzialmente ancorato Cho Yong-pil all'isola. Tutto qua.
Tasto dolente è proprio lui Yong pil: un personaggio inconsistente, un bravo ragazzo così esagerato da risultare tonto, più che sincero e genuino. Ed è stato davvero un colpo basso vedere un attore con il potenziale di Ji Chang Wook sprecato - e sottolineo sprecato - in un ruolo/drama che offre davvero così poco. Un attore tra i miei preferiti, ma i cui capolavori come Healer, K2 e Suspicious Partner sembrano ormai vecchi ricordi se paragonati agli ultimi lavori, dove finisce a rivestire i panni di protagonisti poco performanti in drama costruiti su sceneggiature che sembrano fin da subito non voler lasciare il minimo segno. Al contrario, ho apprezzato l'attore che interpretava il padre di Yong-pil, e anche la madre di Sam-dal (la mitica e indimenticabile Ahjumma di Healer).
La serie, dicevo, procede con quelli che vorrebbero essere dei piccoli colpi di scena ma che in realtà trasmettono ben poco, e si avvia verso un finale che lascia ancora qualche flebile speranza di veder decollare qualcosa, per poter dire che tutto sommato ne è valsa la pena di vederlo, tra alti e bassi. E invece no, nemmeno quello. L'ultimo episodio, se possibile, riesce solo a peggiorare la situazione: la tanto attesa mostra di Sam-dal si risolve in modo quasi frettoloso, certo i soggetti delle foto erano scontati, ma confidavo almeno in qualcosa di più toccante - mi sono chiesta per molte puntate che fine avrebbe fatto quel filo rosso, e invece è tornato ad essere una banale sciarpa inquadrata quasi per caso per una manciata di secondi - e gli stessi protagonisti e personaggi secondari sembrano non averla vissuta, figuriamoci chi sta dall'altra parte dello schermo e dovrebbe emozionarsi per riflesso. La puntata finale si consuma, minuto dopo minuto, nell'attesa di qualcosa che non ci sarà: le varie coppie si ritagliano una fetta dell'episodio per concludere le singole vicende, e ai protagonisti non resta che una breve, brevissima scena a dir poco insulsa. E sembra uno scherzo di cattivo gusto, ma lo spettatore a una certa non può che rassegnarsi al fatto che no, non c'è davvero nient'altro. E' tutto lì. Insipido e sbrigativo.
Qualcosa di apprezzabile, qua e là, c'è. Qualche spunto, qualche riflessione, qualcosa c'è. Ma è un qualcosa che doveva fare da perno centrale, mentre invece restano piccoli momenti che emergono da una trama spesso soporifera. Un drama superfluo, del quale non si sentiva la mancanza.

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Completo
La Regina delle Lacrime
1 persone hanno trovato utile questa recensione
da Lynnea
21 giorni fa
16 di 16 episodi visti
Completo 0
Generale 7.5
Storia 7.0
Acting/Cast 7.5
Musica 8.0
Valutazione del Rewatch 7.0
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La ricetta imperfetta: quantità invece che qualità

Dalle premesse doveva trattarsi del capolavoro dell'anno. Dal cast stellare alla produzione, sceneggiatura, regia e via dicendo.
L'incipit è interessante: una coppia sposata - sposata per amore - ma che ormai porta avanti un matrimonio di facciata. Le carte non vengono svelate subito, qualche flashback ci mostra l'esordio della loro relazione ma resta quel misterioso gap nel mezzo, che porta lo spettatore a chiedersi come si sia giunti alla situazione presente.
Rispetto ai protagonisti, ho trovato davvero calzante la scelta di Kim Ji Won nel ruolo di Hae In: l'attrice giusta nel ruolo giusto. Una prova performante, la sua, che mi ha ricordato molto anche il personaggio che aveva interpretato in "I discendenti del sole": schietta, tagliente, carismatica, indubbiamente incisiva e affascinante. Se da una parte, ripeto, l'ho trovata perfetta per il ruolo, dall'altra mi chiedo se non manchi di versatilità (un conto è ricoprire bene un certo ruolo, un altro è saper interpretare bene solo quello). Non ho invece apprezzato il protagonista maschile: sono consapevole che sia uno degli attori tra i più acclamati, ma personalmente non sono mai riuscita ad apprezzarlo. Indubbiamente bello - come viene riconosciuto anche al personaggio che interpreta - ma sembra davvero che il suo unico punto di forza sia solo quello. Una bellezza fine a sè stessa, che manca di fascino, di espressività, di carattere e spessore. Se non sai bucare lo schermo, resti solo uno dei tanti bei volti che si perdono nella massa. Due, sostanzialmente, le sue espressioni: sorriso a 32 denti e smorfia da pianto disperato. Manca davvero una vasta gamma di emozioni che non è in grado di esprimere nè suscitare. L'altra nota dolente della serie, è aver voluto troppo. Se gli ingredienti sono di buona qualità, una ricetta ben riuscita non è quella che ne conta il numero maggiore. Tutte le tematiche possibili sono state inserite nella storia, dal fatto che si fossero già conosciuti in tenera età e che quindi si siano ritrovati, dagli spaccati accademici di quando erano adolescenti, il tema dell'amore-odio-amore, del matrimonio di apparenza, dei fraintendimenti e del non detto, del divario delle classi sociali di appartenenza, la malattia terminale, la perdita di memoria... Davvero, il troppo che stroppia. Scorrendo l'elenco delle guest star, sembra di ricalcare la stessa linea: tante, troppe comparse importanti, sempre seguendo la filosofia che "più è, meglio è". Alla lunga, l'attenzione cala, il coinvolgimento scema e non c'è più un vero elemento di traino, solo tante tematiche che si susseguono, mentre i tira e molla diventano tanti, troppi, le cartucce sono già state tutte sparate ed è sempre più difficile riagganciare l'attenzione dello spettatore. Mi aspettavo davvero una serie meritevole, durante la visione ho ridimensionato le aspettative e confidato di poterle dare almeno un 8, ma arrivata in fondo sono riuscita ad attribuirle a fatica un voto discreto, che supera la sufficienza solo grazie all'aiuto di un'ottima colonna sonora e un cameo davvero notevole, la breve incursione di Song Joong Ki nei panni di Vincenzo Cassano (e una menzione agli altri ruoli di rilievo da lui interpretati, già che viene presentato come un personaggio misterioso che forse è stato un militare delle forze speciali - Discendenti del sole - forse un erede di un conglomerato - Reborn Rich - e molto probabilmente un avvocato appartenente alla mafia, Vincenzo, appunto). Nei pochi minuti nei quali hanno condiviso la scena, il protagonista davvero è diventato il nulla cosmico rispetto alla presenza di Song Joong Ki, molto più espressivo lui in quelle poche inquadrature che l'altro in tutti i 16 episodi messi assieme. Non lo sconsiglierei, ma con un approccio cauto e non troppo carico di aspettative.

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My Personal Weatherman
1 persone hanno trovato utile questa recensione
da Lynnea
apr 5, 2024
8 di 8 episodi visti
Completo 0
Generale 9.5
Storia 9.5
Acting/Cast 9.5
Musica 9.5
Valutazione del Rewatch 9.0
Questa recensione può contenere spoiler

Serie incentrata su un romance proposto in modo piacevolmente inusuale

Serie davvero particolare. Prima BL giapponese per la sottoscritta, va detto.
Ho apprezzato la scelta inusuale - ma sarebbe bello accadesse più spesso - di trovare i due protagonisti già intimi in partenza. Questo permette di dedicare il tempo - sempre poco in queste serie di 8 episodi da 20 minuti l'una - a tutto il resto. Si salta quindi la conoscenza tra i due - anche se ci sono dei graziosi flashback - e si parte che già convivono a tutti gli effetti, pur in una relazione - non - relazione - e non ben definita. Sostanzialmente questo concetto è il fulcro della storia. Storia intesa come evoluzione amorosa della coppia, perchè altra storia non c'è. Dal punto di vista della trama è davvero una serie ridotta all'osso: qualche riferimento al lavoro di meteorologo di Mizuki, qualcuno al mondo dei manga per Yoh, e fine. Lo stesso cast conta tipo quattro attori - sei, se vogliamo conteggiare le inutili presentatrici colleghe di Mizuki - e per il resto sono una manciata di comparse. Le riprese girate quasi tutte al chiuso, e di queste la maggior parte nell'appartamento in cui convivono. Se cercate grandi ambientazioni e una trama ricca al di là della coppia, allora non è il drama che fa per voi. Se invece volete un buon romance, un po' insolito, allora mi sento sì di consigliarlo. Va detto che non è chiarissimo, la comunicazione - proprio per scelta - è ridotta all'osso e spesso poco esaustiva. Del resto l'ostacolo alla basa è proprio la mancanza di comunicazione tra i due e l'incapacità - sopratutto da parte di Yoh - di comprendere azioni e sentimenti dell'altro. Yoh, che non disegna un partner prepotente e possessivo, è però convinto di non avercelo proprio, un vero partner, e il suo credere che da parte di Mizuki non ci sia alcun sentimento fa sì che si senta vessato da tale prepotenza e possessività, invece di comprenderla e apprezzarla. Da una parte si tormenta con mille congetture e dubbi (e qui avrei preferito qualche conversazione in più e qualche paranoia mentale in meno), dall'altra si ferma all'apparenza e non prova a scavare più a fondo rispetto a ciò che vede. Ed ecco quindi che piazza una scenata di gelosia per i sorrisi che Mizuki dispensa spesso e volentieri a tutti, senza però comprendere che sono tutti sorrisi artefatti e di facciata, e che il valore è proprio nel fatto che, a lui, Mizuki non riservi tali sorrisi smaglianti. Tra le mura di casa c'è il vero Mizuki, che non deve sforzarsi di apparire, e che spera di piacere per quello che è. E, a dire il vero, qualche sorriso in realtà c'è, ma ben diverso da quello a 32 denti che mostra in televisione: è più un sorriso sghembo, quasi una smorfia divertita, e si nota solo quando sono tra di loro. Se devo trovare due pecche, avrei preferito uno Yoh un po' meno tonto - perchè fino alla fine non si capisce bene se ha capito - e, di conseguenza, un finale con una conversazione risolutiva (non dico dichiarazioni sdolcinate, per carità, ma - mantenendo il loro codice di linguaggio - una qualche uscita che facesse davvero la differenza....e dubito possa essere la richiesta di sentire dire "bentornato a casa"). Buona la chimica tra i due, scene non troppo esplicite anche se, come dicevo, la serie parte con un alto grado di intimità tra i due (forse, gli accenni più espliciti sono nel linguaggio, più che in ciò che viene mostrato, ma senza mai cadere nella volgarità). Concludendo: piacevole e diversa dal solito... Aiuta a spezzare la visione di serie che pur con trame diverse hanno di fondo lo stesso meccanismo di base.

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Prison Playbook
0 persone hanno trovato utile questa recensione
da Lynnea
2 giorni fa
16 di 16 episodi visti
Completo 0
Generale 9.0
Storia 9.5
Acting/Cast 9.0
Musica 7.0
Valutazione del Rewatch 9.0

Un piccolo gioiello da non perdere assolutamente!

Questo drama si è rivelato davvero una gran bella sorpresa. L'avevo messo in lista per via della presenza di Jung Kyung Ho, attore che sto apprezzando sempre di più. La serie conta in totale 16 episodi, estremamente ricchi senza mai essere frettolosi: incredibile come con un ritmo calzante ma non precipitoso, riescano a susseguirsi un gran numero di eventi in un singolo episodio. Il tempo sembra dilatarsi, in senso positivo, si arriva alla fine di ogni puntata soddisfatti di quanto appena visto e contenti del fatto che ce ne siano ancora altri da vedere.
La sceneggiatura è solida, il background complesso e ben curato. L'attenzione dedicata alla serie si evidenzia sotto molti aspetti, dalle riprese, dal montaggio, dalla sceneggiatura stessa, dalla cura per i dettagli. Forse un attimo di smarrimento all'inizio del terzo episodio, dove ho avuto l'impressione di un tratto disconnesso dalla fine dell'episodio precedente, ma pazientando un poco tutto torna nello schema logico. Belle le riprese che diverse volte sfumano quasi nel bianco/nero, mai per caso ma sempre a sottolineare momenti salienti. Se parliamo dell'ambientazione, ci troviamo davanti a una serie ambientata per la maggior parte del tempo all'interno di un penitenziario ma dove la tematica sportiva del baseball è di fatto costante e motore di tutta la storia. Presenta l'accenno di due storie d'amore, un coppia che si riunisce e una che si forma da zero (che poi è quella che più ho apprezzato). Parlo di accenno perchè il fulcro del drama è in realtà l'aspetto bromance, ovvero il legame tra quelli che a conti fatti sono i due protagonisti, due amici - migliori amici d'infanzia e del periodo scolare - ritrovatisi in età adulta vestendo i ruoli rispettivi del detenuto e del secondino. Una delle poche cose che non ho compreso, anzi diciamo l'unica, è come mai i due si fossero persi di vista da un decennio, dato che erano migliori amici e che, una volta che il destino fa incrociare nuovamente le loro strade, riprendono lo stretto rapporto di prima come se l'amicizia, negli anni, fosse rimasta intatta. Ad ogni modo, dall'interazione non solo a parole ma anche negli sguardi, nelle azioni e nei gesti trapela questo stretto legame, questa fiducia indissolubile e conoscenza dell'altro, dove con uno sguardo si può capire il non detto e il non voluto dire. Davvero, il sentimento fraterno è rappresentato in modo impeccabile. Loro due sono i protagonisti del drama, ma la storia è ricca grazie anche a numerosi personaggi secondari che tanto secondari non sono, ma che con le loro singole vicende calcano a turno la scena. Dal Galeotto al Pazzo (una delle figure più complesse, con storia altrettanto complessa alle spalle), al capitano Yoo, al tenente Paeng (splendido personaggio interpretato da un bravissimo Jung Woong In, che per una volta non veste i panni del cattivo di turno ma sa ritagliarsi un ruolo di tutto rispetto nello schieramento dei buoni). Per quanto riguarda Jung Kyung Ho (l'attore che interpreta Lee Joon Ho), ha dimostrato ancora una volta grande talento e versatilità: è un attore che trovo sempre molto sobrio - anche nei momenti divertenti e scherzosi - con un'eleganza intrinseca che sa esprimere attraverso gli sguardi, il portamento e la voce (di quest'ultima, timbro e cadenza mi ricordano incredibilmente quella di Namgoong Min, punta di diamante tra gli attori coreani, per quanto mi riguarda). Che dire, una serie davvero complessa e completa, di alto livello e con minimi difetti, che consiglierei a chiunque di vedere perchè davvero merita! Non do il massimo come valutazione poiché sono irrimediabilmente fan dei grandi romance, e questo no lo è, nessun batticuore da grande amore al centro della scena. Ma, al di là di questo motivo, è come se gli avessi dato il massimo del punteggio. Da non perdere!

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Old Fashion Cupcake
0 persone hanno trovato utile questa recensione
da Lynnea
4 giorni fa
5 di 5 episodi visti
Completo 0
Generale 8.0
Storia 8.0
Acting/Cast 8.0
Musica 8.0
Valutazione del Rewatch 8.0

BL piacevole con qualche spunto insolito e dialoghi interessanti

Interessante BL giapponese, verso la quale ero inspiegabilmente prevenuta. Vuoi il titolo, vuoi l'immagine che fa da locandina, mi ero convinta si trattasse di un drama di quelli ad alta glicemia (un po' come i dolci, già che questo è in tema). Invece sono rimasta piacevolmente sorpresa nello scoprire una serie per certi versi inusuale, con uno dei protagonisti alla soglia dei quaranta, permeato dalla deprimente quotidianità di un'esistenza ordinaria dedicata alla comfort zone. La storia evolve in modo rapido e curioso, forse con qualche cliché di troppo e qualche passaggio non proprio all'insegna della coerenza. Ciò che però aggiunge valore è l'interazione verbale tra i due, briosa e accattivante, a tratti pungente a tratti divertente. Una volta tanto nessun discorso troppo banale e prevedibile. Bravi - e belli - gli attori principali. Al di fuori della coppia, il resto un po' scompare, non c'è una trama di background né personaggi secondari di minimo rilievo.
Sicuramente consigliata a chi è a caccia di un buon BL romance, pur senza grandi scene appassionate (ma non credo sia l'obiettivo di questo drama, quindi ci sta)

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Thirty But Seventeen
0 persone hanno trovato utile questa recensione
da Lynnea
5 giorni fa
32 di 32 episodi visti
Completo 0
Generale 7.0
Storia 8.0
Acting/Cast 7.0
Musica 7.0
Valutazione del Rewatch 6.0

Una serie carina, se non fosse per l'eccessiva durata e un protagonista maschile non performante

Cominciamo col dire che avevo questa serie parcheggiata nella lista di quelle da vedere da tantissimo tempo, complice una sciocca coincidenza nel titolo - i due numeri mi ricordavano sempre un altro drama, twenty five twenty one, che non mi era piaciuto - e la presenza di Shin Hye Sun come protagonista, avendola conosciuta nella serie di Benvenuti a Samdalri, dove l'avevo trovata piatta e insignificante, capace solo di affossare - insieme a una pessima sceneggiatura - un attore di grande bravura come Ji Chang Wook.
Invece, partendo proprio da lei, mi sono dovuta ricredere. Davvero un'ottima interpretazione del personaggio, così singolare e complesso, ma sorprendentemente credibile. Al contrario non sono riuscita ad apprezzare il protagonista maschile, che ho trovato davvero insipido e poco espressivo. Questa è un po' una novità, già che solitamente se c'è un personaggio nella coppia protagonista di un drama che non mi convince, è quasi sempre quello femminile. Diciamo che non era l'attore giusto per il ruolo giusto, forse. Sta di fatto che anche la chimica tra i due ne ha risentito, anzi, era quasi totalmente assente e le poche scene dove sarebbe stata fondamentale risultavano forzatamente artefatte. Il "lui", stavolta, non ha funzionato. E questa è la pecca numero uno. Il secondo difetto non indifferente è l'eccessiva durata della serie, che conta ben 36 episodi. La storia è carina, ma non memorabile, la recitazione buona, ma appunto il protagonista maschile non funziona. I personaggi secondari non spiccano, eccetto la governante Jennifer, che di certo si fa notare. Insomma, una serie deve proprio avere tutte le carte in regola per puntare a mantenere un livello di attenzione e interesse alto per così tante puntate. Non è questa la serie di sicuro, e devo dire che per quanto mi riguarda davvero poche possono vantare questo pregio... A conti fatti, le serie con più di 30 episodi che reputo meritevoli sono sostanzialmente due, "Suspicious Partner" dove Ji Chang Wook e gli altri attori protagonisti - e non - sono davvero performanti in un drama di alto livello, e lo spettacolare "Doctor Prisoner", dove, per assurdo, io che difficilmente concepisco un drama senza romance annessa, sarei andata avanti a vedere la serie a oltranza (se parliamo di Namgoong Min, il mio attore in assoluto preferito...non serve nemmeno la storia d'amore, basta lui per rendere una serie interessante e di alto livello). Concludendo, se avessero assegnato la parte a un altro attore e ridotto della metà gli episodi, ne sarebbe uscito qualcosa di molto più carino e godibile. Consigliata la visione? Se avete tempo da dedicarle e mettendo in conto la possibilità di accorciarla - come ho fatto io - in modalità fai-da-te saltando a piedi pari le parti più noiose.

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Plus & Minus
0 persone hanno trovato utile questa recensione
da Lynnea
7 giorni fa
12 di 12 episodi visti
Completo 0
Generale 6.5
Storia 6.5
Acting/Cast 6.5
Musica 6.5
Valutazione del Rewatch 6.5
Seconda BL made in Taiwan che vedo, ma davvero lontana anni luce da Miracle/Kiseki. Attori entrambi davvero di bell'aspetto e di buone capacità recitative, a interpretare personaggi ben equilibrati, dove uno è più spigliato e deciso, mentre l'altro mostra buone capacità di combattimento, rompendo quindi gli schemi del classico e fastidioso duo con il lui forte/protettivo e l'altro lui in modalità debole/sensibile/da proteggere.
Premesse buone, dunque. Tuttavia la serie non riesce a decollare, complice una trama davvero un po' troppo povera e semplicistica (e io, che mi lamento sempre dell'esiguo numero di episodi e loro breve durata nelle BL, per una volta avrei davvero apprezzato se la serie fosse durata la metà del tempo). Dei due protagonisti, il più lineare è Fu Li Kung, che danni nasconde il vero sentimento al migliore amico. Nel caso dell'altro, invece, il cambiamento è stato un po' forzato. Un episodio prima era lì a fare il cascamorto con la ragazza incontrata al bar, l'episodio dopo - solo perchè il suo migliore amico ci ha quasi rimesso un braccio per difendere lui - realizza tutto a un tratto il coinvolgimento amoroso verso lo stesso. Davvero poco credibile come evoluzione. Certo è il personaggio più difficile da contestualizzare, proprio perchè dall'inizio alla fine della serie deve mostrare un'importante evoluzione emotiva e sentimentale, ma diciamo che il tentativo ha fatto un po' un buco nell'acqua, in questo caso. La serie, come dicevo, dura anche fin troppo: il ritmo è lento, grossi ostacoli da superare non ce ne sono (tralascio la momentanea disapprovazione del padre di Zheng), così come ho trovato assurdo che Li Kung, dopo averlo aspettato tutta la vita, fa di punto in bianco un passo indietro senza dare troppe spiegazioni (pur con tutte le sue motivazioni, è un atteggiamento che non regge). Un drama con dei buoni attori, dei buoni elementi e spunti, ma che si limita a giochicchiare con essi in stile passatempo, invece di osare a qualcosa di un po' più di spessore. Resta una serie che si può anche vedere...ma il coinvolgimento è tutt'altra cosa.

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Koi wo Suru nara Nidome ga Joto
0 persone hanno trovato utile questa recensione
da Lynnea
8 giorni fa
6 di 6 episodi visti
Completo 0
Generale 7.0
Storia 7.0
Acting/Cast 7.0
Musica 7.0
Valutazione del Rewatch 7.0
Serie incentrata sul tema della seconda chance, dove i due protagonisti si ritrovano nel presente in età adulta. Diversi e apprezzabili i flashback del passato, con il primo approccio adolescenziale finito male. Interessante il concetto di maturità, che sembra voler inizialmente spiegare perchè da ragazzini la storia no avesse funzionato, salvo poi incappare in errori e fraintendimenti anche nella situazione portata avanti nel presente.
La trama non è nulla di innovativo, ma è piacevole. Non è una serie che punta a essere ricordata tra i drama migliori del 2024, ma raggiunge con sufficiente scorrevolezza l'obiettivo standard che si pone, aspetto non scontato e dove molte altre serie falliscono. Mi è piaciuta molto la caratterizzazione del personaggio di Miyata, credibile e con una buona introspezione, il tutto supportato da un attore a mio avviso azzeccato per il ruolo. A tarpare le ali alla serie è invece l'altro protagonista, Iwanaga, dove non solo non ho apprezzato la scelta dell'attore (in generale, entrambi gli adulti erano esteticamente molto diversi - e anche un passo indietro, va detto - rispetto agli interpreti delle versione adolescenziali dei protagonisti), ma ho trovato deludente anche la caratterizzazione stessa del personaggio. Va bene ermetico e che non lascia trapelare le proprie emozioni, ma c'è modo e modo. Ne risulta un personaggio per niente espressivo, anche laddove si sarebbe dovuto percepire il suo intento di contenersi e controllarsi. Invece non traspare nulla, quel poco che si comprende deve essere supportato da qualche sporadica sua uscita tra sé e sé. Anche l'atteggiamento sembra fuori luogo, fin dall'inizio mostra un approccio antipatico, poco sincero, con un sorriso e delle uscite che sanno davvero di superficialità. Ho avuto l'impressione che su carta il personaggio dovesse essere in un modo ben preciso, ma che nel concreto il risultato sia stato totalmente diverso e davvero deludente. Altra pecca è aver dato un ruolo fondamentale agli eventi passati - e mi stanno bene tutti gli spaccati di loro due proposti nei vari episodi - ma il vero nocciolo della questione, che comprende anche una serie di personaggi all'epoca evidentemente determinati ma per la maggior parte del drama mai visti ne citati, si concentra praticamente nell'ultimo episodio, dando l'impressione di una risoluzione sbrigativa e poco curata. Buona la prova dell'attore che interpreta Shiraishi (l'assistente di Iwanaga), che avevo già apprezzato nel ruolo di protagonista nel drama "Tokyo in aprile...": qui il suo ruolo è secondario e centra perfettamente l'obiettivo di rendersi insopportabile e antipatico. Una serie quindi con aspetti apprezzabili, ma non senza evidenti difetti.

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Koi wa Tsuzuku yo Doko Made mo
0 persone hanno trovato utile questa recensione
da Lynnea
9 giorni fa
10 di 10 episodi visti
Completo 0
Generale 6.5
Storia 7.0
Acting/Cast 5.0
Musica 6.0
Valutazione del Rewatch 6.0

Una buona serie, affossata completamente da un'imbarazzante protagonista femminile

Una serie che potrebbe essere carina, con una trama non impegnativa ma graziosa, un drama piacevole grazie al quale trascorrere qualche ora spensierata e leggera. Il protagonista maschile è calzante, interpreta in modo più che credibile il ruolo del medico distaccato e freddo, non particolarmente loquace e dalle uscite memorabili e singolari, inusuali epiteti che celano l'affetto nei confronti di Sakura (da "idiota" a "masso problematico"). Il vero problema della serie, però, è proprio lei: Sakura. Ho apprezzato la scelta dell'attrice, esteticamente non bellissima, perchè concordo che il fascino del personaggio doveva risiedere altrove. Peccato che l'altrove non c'è stato, perchè la pecca più grande è proprio la caratterizzazione del personaggio, semplicemente fastidioso. Tutte quelle stucchevoli riflessioni ad alta voce - quasi nessuno la sentisse, mentre il diretto destinatario spesso è lì a fianco - e i sorrisi imbarazzati-compiaciuti-infantili-melensi che infila praticamente in ogni scena...Ecco, sono davvero un colpo basso. Vuole essere una brava infermiera (a parole), ma nei fatti più che impegnarsi seriamente passa il tempo a sorridere e a ribadire a voce il proposito (per poi avere l'immancabile momento di autocommiserazione affermando che meriterebbe il licenziamento, giusto in tempo per essere quindi consolata e riproporre per l'ennesima volta la promessa di diventare una brava infermiera, con applauso di tutti al seguito). E' un meccanismo assurdo e sgradevole che si ripete a oltranza. Più di una volta, nella prima parte della serie, in queste scenette si infila una veloce ripresa dello sguardo dell'altra giovane infermiera (quella serie e capace, per intenderci). Mi sono trovata incredibilmente sulla stessa lunghezza d'onda con lei, che in quei frangenti si mostra seccata all'inverosimile da tutto lo show sconclusionato della protagonista. Ho comunque apprezzato i suoi gesti maldestri, spesso in grado di strappare il sorriso...ma anche qui: il troppo, si sa, stroppia. Mi è capitato di vedere dei drama in cui i personaggi fossero un po' dei punti deboli della serie, ma mai come in questo caso, dove la caratterizzazione della sola protagonista femminile è un vero e proprio macigno capace di trascinare a fondo quella che altrimenti sarebbe una serie priva di altri grossi difetti. Vale la pena guardarla? Forse. Se si è disposti a soffrire le scene incriminate pur di soddisfare la curiosità e seguire l'evoluzione della vicenda.

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A Beautiful Mind
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da Lynnea
11 giorni fa
14 di 14 episodi visti
Completo 0
Generale 7.5
Storia 7.0
Acting/Cast 8.0
Musica 7.5
Valutazione del Rewatch 7.5
La serie ha come punto di forza il personaggio maschile, punta di diamante in campo medico ma patologicamente incapace di provare emozioni o entrare in empatia con gli altri. Una figura singolare, insolita e interessante, interpretata da un attore altrettanto particolare come Jang Huyk, difficile da confondere tra le mille altre star del panorama coreano, per via della sua espressività caratteristica e abilità di interpretazione, che fanno di lui una presenza predominante nelle serie di cui è protagonista. Anche qui, appunto, non passa certo inosservato, conferendo quel tocco di singolarità che personalizza la serie rendendola a suo modo unica tra le tante serie ambientate in campo medico. Che invece pare priva di consistenza è la figura femminile, poco incisiva, quasi sempre sotto tono.
Il drama parte bene, il ritmo è incalzante e l'attenzione viene mantenuta ad alti livelli. Col passare degli episodi, però, sembra andare un po' alla deriva. Resta comunque una buona serie anche se, appunto, calante nello sviluppo della vicenda.

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Because of You
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da Lynnea
12 giorni fa
10 di 10 episodi visti
Completo 0
Generale 6.0
Storia 4.0
Acting/Cast 7.0
Musica 5.0
Valutazione del Rewatch 6.0
Questa è una serie che mette davvero poco sul piatto, e il risultato è banalmente quello che è. Breve e senza spessore, non presenta una trama che si possa chiamare tale. Giusto una panoramica su una situazione, tra l'altro per molti versi assurda, e che ha come unico obiettivo la possibilità di garantire - nel breve tempo a disposizione - le scene volute tra le tre coppie di attori. Non ci sono drammi, non ci sono passaggi memorabili...e di conseguenza, nemmeno un gran finale. E' giusto uno spaccato con degli attori esteticamente piacevoli e, soprattutto per il pairing costituita dal primogenito e da Lin Xun, una buona chimica di coppia. Ma per il resto, povertà assoluta...di contenuti e di intenti, di credibilità e coerenza, di investimento e attenzione. La sufficienza la spuntano gli attori, soprattutto i due già citati e che, pur essendo questa una prova mediocre dovuta alla mediocrità stessa della serie, voglio pensare e sperare di poterli rivedere cimentarsi in un drama qualitativamente migliore dove dimostrare quelle capacità che qui si sono - forse - solo intraviste.

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Gray Currents
0 persone hanno trovato utile questa recensione
da Lynnea
15 giorni fa
5 di 5 episodi visti
Completo 0
Generale 5.0
Storia 3.0
Acting/Cast 7.0
Musica 7.5
Valutazione del Rewatch 3.0
Tutto mi fa pensare che questa non vuole essere la solita commediola BL, ma qualcosa di diverso, con spunti e riflessioni più profonde, significati che vanno un po' cercati ma che puntano a lasciare un qualcosa di più di una piacevole visione. E allora, con la manciata di tempo a disposizione - meno di due ore in totale - non si percorre un'intera storia ma la si tratteggia puntando a scene fondamentali e lasciando allo spettatore il compito di ricostruire tutto il resto.
Premesso che il più delle volte ricerco delle serie spensierate - non intese come sole commedie, ma come drama chiari dove non devo arrovellarmi la testa per comprenderne il significato - devo dire che in certi casi non ho disdegnato anche film/serie più impegnative. Gray Shelter però non è riuscita a farmi seguire un filo logico, troppi i passaggi poco chiari, troppe le perplessità anche dopo aver letto altrove possibili interpretazioni. La recitazione davvero notevole, così come la musica. Non la trovo davvero una serie scadente, anzi. Credo ci sia stato davvero un gran lavoro dietro, anche nella sceneggiatura stessa. Ma davvero non fa per me. Non solo perchè probabilmente non era ciò che stavo cercando, ma perchè pur con un "taglio" diverso non è comunque riuscita trasmettermi nulla. Un buon prodotto, immagino, ma su una frequenza diversa dalla mia.

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Vigilante
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da Lynnea
20 giorni fa
8 di 8 episodi visti
Completo 0
Generale 8.0
Storia 8.0
Acting/Cast 8.0
Musica 8.0
Valutazione del Rewatch 8.0
Questa recensione può contenere spoiler

Ottimo ritratto dell'antieroe stratega

Desideravo vedere questa serie da parecchio tempo...Non disegno i classici eroi, ma gli antieroi mi piacciono di più. Il fascino di un personaggio che ha principi, morale e regole tutte sue, e che non sempre collimano col "buono" che va a braccetto con la giustizia e la correttezza che - talvolta con piena ipocrisia - il resto del mondo sembra inseguire. L'armatura scintillante - senza macchia! e senza paura - del principe azzurro si opacizza all'istante, al confronto!
Fin dalle prime scene ho potuto apprezzare la qualità della serie, le riprese, i dialoghi, il ritmo. Partiamo dall'unica pecca: la totale assenza di romance. Per me è un elemento un po' indispensabile, ma devo dire che ci sono state alcune - poche a dire il vero - serie talmente belle che ho un po' perdonato la mancanza. Con questo non voglio dire che pretendevo una love story che facesse da pilastro portante (come in "Healer", che ha davvero molto in comune con questa serie, dall'azione, al ritmo, al classico Badass Male Lead, solo i toni differiscono, qui nettamente più cupi e violenti), mi sarei accontentata anche di un semplice accenno di romance (come in "Vincenzo", altra serie simile con un fantastico personaggio che per sconfiggere i cattivi deve diventare piu cattivo dei cattivi). Vigilante mi ricorda molto queste due serie, tra le mie preferite. Non solo, la trama per certi versi è anche più complessa e imprevedibile: si da allo spettatore l'illusione di aver colto degli indizi, di aver capito tutto, per poi farlo cadere in pieno nel tranello. Davvero, ho cambiato idea e fatto ipotesi così tante volte durante gli episodi, con personaggi che passavano dal lato buono a quello cattivo, poi forse ancora al lato buono, per poi farmi venire nuovamente il dubbio... Ciò che serve per mantenere alta l'attenzione e la curiosità. Dicevo, la trama è complessa e il nostro Vigilante è un buon stratega (e qui non posso esimermi dal paragone con "Doctor Prisoner", dove il protagonista interpretato da Namgoong Min è un Machiavelli per eccellenza). L'attore protagonista non ha lasciato a dire il vero il segno, l'ho apprezzato ma ho avuto la sensazione sia rimasto un po' nell'indefinito, non so se è un limite dell'attore o l'esigenza di mantenere un protagonista con un basso profilo. C'è poi quello che ho soprannominato "il pazzoide", alias il suo fan numero uno, fuori come un balcone e che fino a oltre metà della serie ancora non ero riuscita a inquadrare correttamente; buona la prova della giornalista, non un concentrato di simpatia a pelle e nemmeno di empatia, ma complessivamente credibile come personaggio; infine c'è lui, Cho Heon, interpretato da un Yoo Ji Tae che non rivedevo dai tempi di Healer e che nel frattempo, oltre ai segni evidenti del decennio trascorso, si presenta decisamente irrobustito e pronto a sfoggiare una forza da Incredibile Hulk. Con i suoi due neo-acquisiti scagnozzi - due impiastri di furfanti mezzi incapaci che mi ricordano Pena e Panico, tirapiedi di Ade nel classico della Disney - direi che avremmo una squadra al completo per affrontare una seconda stagione e - chissà - infilarci dentro finalmente il tanto atteso romance. Le premesse per un sequel, scene finali comprese - ci sarebbero tutte, ma temo non sia la volontà di chi ha realizzato questa trasposizione (è un adattamento di un webtoon). Comunque sia, sequel o meno, resta davvero un gran bel drama. Consigliatissimo!

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