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  • Ultima Connessione: 10 ore fa
  • Genere: Donna
  • Località: Italy
  • Contribution Points: 0 LV0
  • Ruoli:
  • Data di Registrazione: ottobre 14, 2023
Completo
Prison Playbook
0 persone hanno trovato utile questa recensione
da Lynnea
2 giorni fa
16 di 16 episodi visti
Completo 0
Generale 9.0
Storia 9.5
Acting/Cast 9.0
Musica 7.0
Valutazione del Rewatch 9.0

Un piccolo gioiello da non perdere assolutamente!

Questo drama si è rivelato davvero una gran bella sorpresa. L'avevo messo in lista per via della presenza di Jung Kyung Ho, attore che sto apprezzando sempre di più. La serie conta in totale 16 episodi, estremamente ricchi senza mai essere frettolosi: incredibile come con un ritmo calzante ma non precipitoso, riescano a susseguirsi un gran numero di eventi in un singolo episodio. Il tempo sembra dilatarsi, in senso positivo, si arriva alla fine di ogni puntata soddisfatti di quanto appena visto e contenti del fatto che ce ne siano ancora altri da vedere.
La sceneggiatura è solida, il background complesso e ben curato. L'attenzione dedicata alla serie si evidenzia sotto molti aspetti, dalle riprese, dal montaggio, dalla sceneggiatura stessa, dalla cura per i dettagli. Forse un attimo di smarrimento all'inizio del terzo episodio, dove ho avuto l'impressione di un tratto disconnesso dalla fine dell'episodio precedente, ma pazientando un poco tutto torna nello schema logico. Belle le riprese che diverse volte sfumano quasi nel bianco/nero, mai per caso ma sempre a sottolineare momenti salienti. Se parliamo dell'ambientazione, ci troviamo davanti a una serie ambientata per la maggior parte del tempo all'interno di un penitenziario ma dove la tematica sportiva del baseball è di fatto costante e motore di tutta la storia. Presenta l'accenno di due storie d'amore, un coppia che si riunisce e una che si forma da zero (che poi è quella che più ho apprezzato). Parlo di accenno perchè il fulcro del drama è in realtà l'aspetto bromance, ovvero il legame tra quelli che a conti fatti sono i due protagonisti, due amici - migliori amici d'infanzia e del periodo scolare - ritrovatisi in età adulta vestendo i ruoli rispettivi del detenuto e del secondino. Una delle poche cose che non ho compreso, anzi diciamo l'unica, è come mai i due si fossero persi di vista da un decennio, dato che erano migliori amici e che, una volta che il destino fa incrociare nuovamente le loro strade, riprendono lo stretto rapporto di prima come se l'amicizia, negli anni, fosse rimasta intatta. Ad ogni modo, dall'interazione non solo a parole ma anche negli sguardi, nelle azioni e nei gesti trapela questo stretto legame, questa fiducia indissolubile e conoscenza dell'altro, dove con uno sguardo si può capire il non detto e il non voluto dire. Davvero, il sentimento fraterno è rappresentato in modo impeccabile. Loro due sono i protagonisti del drama, ma la storia è ricca grazie anche a numerosi personaggi secondari che tanto secondari non sono, ma che con le loro singole vicende calcano a turno la scena. Dal Galeotto al Pazzo (una delle figure più complesse, con storia altrettanto complessa alle spalle), al capitano Yoo, al tenente Paeng (splendido personaggio interpretato da un bravissimo Jung Woong In, che per una volta non veste i panni del cattivo di turno ma sa ritagliarsi un ruolo di tutto rispetto nello schieramento dei buoni). Per quanto riguarda Jung Kyung Ho (l'attore che interpreta Lee Joon Ho), ha dimostrato ancora una volta grande talento e versatilità: è un attore che trovo sempre molto sobrio - anche nei momenti divertenti e scherzosi - con un'eleganza intrinseca che sa esprimere attraverso gli sguardi, il portamento e la voce (di quest'ultima, timbro e cadenza mi ricordano incredibilmente quella di Namgoong Min, punta di diamante tra gli attori coreani, per quanto mi riguarda). Che dire, una serie davvero complessa e completa, di alto livello e con minimi difetti, che consiglierei a chiunque di vedere perchè davvero merita! Non do il massimo come valutazione poiché sono irrimediabilmente fan dei grandi romance, e questo no lo è, nessun batticuore da grande amore al centro della scena. Ma, al di là di questo motivo, è come se gli avessi dato il massimo del punteggio. Da non perdere!

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Old Fashion Cupcake
0 persone hanno trovato utile questa recensione
da Lynnea
4 giorni fa
5 di 5 episodi visti
Completo 0
Generale 8.0
Storia 8.0
Acting/Cast 8.0
Musica 8.0
Valutazione del Rewatch 8.0

BL piacevole con qualche spunto insolito e dialoghi interessanti

Interessante BL giapponese, verso la quale ero inspiegabilmente prevenuta. Vuoi il titolo, vuoi l'immagine che fa da locandina, mi ero convinta si trattasse di un drama di quelli ad alta glicemia (un po' come i dolci, già che questo è in tema). Invece sono rimasta piacevolmente sorpresa nello scoprire una serie per certi versi inusuale, con uno dei protagonisti alla soglia dei quaranta, permeato dalla deprimente quotidianità di un'esistenza ordinaria dedicata alla comfort zone. La storia evolve in modo rapido e curioso, forse con qualche cliché di troppo e qualche passaggio non proprio all'insegna della coerenza. Ciò che però aggiunge valore è l'interazione verbale tra i due, briosa e accattivante, a tratti pungente a tratti divertente. Una volta tanto nessun discorso troppo banale e prevedibile. Bravi - e belli - gli attori principali. Al di fuori della coppia, il resto un po' scompare, non c'è una trama di background né personaggi secondari di minimo rilievo.
Sicuramente consigliata a chi è a caccia di un buon BL romance, pur senza grandi scene appassionate (ma non credo sia l'obiettivo di questo drama, quindi ci sta)

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Thirty But Seventeen
0 persone hanno trovato utile questa recensione
da Lynnea
5 giorni fa
32 di 32 episodi visti
Completo 0
Generale 7.0
Storia 8.0
Acting/Cast 7.0
Musica 7.0
Valutazione del Rewatch 6.0

Una serie carina, se non fosse per l'eccessiva durata e un protagonista maschile non performante

Cominciamo col dire che avevo questa serie parcheggiata nella lista di quelle da vedere da tantissimo tempo, complice una sciocca coincidenza nel titolo - i due numeri mi ricordavano sempre un altro drama, twenty five twenty one, che non mi era piaciuto - e la presenza di Shin Hye Sun come protagonista, avendola conosciuta nella serie di Benvenuti a Samdalri, dove l'avevo trovata piatta e insignificante, capace solo di affossare - insieme a una pessima sceneggiatura - un attore di grande bravura come Ji Chang Wook.
Invece, partendo proprio da lei, mi sono dovuta ricredere. Davvero un'ottima interpretazione del personaggio, così singolare e complesso, ma sorprendentemente credibile. Al contrario non sono riuscita ad apprezzare il protagonista maschile, che ho trovato davvero insipido e poco espressivo. Questa è un po' una novità, già che solitamente se c'è un personaggio nella coppia protagonista di un drama che non mi convince, è quasi sempre quello femminile. Diciamo che non era l'attore giusto per il ruolo giusto, forse. Sta di fatto che anche la chimica tra i due ne ha risentito, anzi, era quasi totalmente assente e le poche scene dove sarebbe stata fondamentale risultavano forzatamente artefatte. Il "lui", stavolta, non ha funzionato. E questa è la pecca numero uno. Il secondo difetto non indifferente è l'eccessiva durata della serie, che conta ben 36 episodi. La storia è carina, ma non memorabile, la recitazione buona, ma appunto il protagonista maschile non funziona. I personaggi secondari non spiccano, eccetto la governante Jennifer, che di certo si fa notare. Insomma, una serie deve proprio avere tutte le carte in regola per puntare a mantenere un livello di attenzione e interesse alto per così tante puntate. Non è questa la serie di sicuro, e devo dire che per quanto mi riguarda davvero poche possono vantare questo pregio... A conti fatti, le serie con più di 30 episodi che reputo meritevoli sono sostanzialmente due, "Suspicious Partner" dove Ji Chang Wook e gli altri attori protagonisti - e non - sono davvero performanti in un drama di alto livello, e lo spettacolare "Doctor Prisoner", dove, per assurdo, io che difficilmente concepisco un drama senza romance annessa, sarei andata avanti a vedere la serie a oltranza (se parliamo di Namgoong Min, il mio attore in assoluto preferito...non serve nemmeno la storia d'amore, basta lui per rendere una serie interessante e di alto livello). Concludendo, se avessero assegnato la parte a un altro attore e ridotto della metà gli episodi, ne sarebbe uscito qualcosa di molto più carino e godibile. Consigliata la visione? Se avete tempo da dedicarle e mettendo in conto la possibilità di accorciarla - come ho fatto io - in modalità fai-da-te saltando a piedi pari le parti più noiose.

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Plus & Minus
0 persone hanno trovato utile questa recensione
da Lynnea
7 giorni fa
12 di 12 episodi visti
Completo 0
Generale 6.5
Storia 6.5
Acting/Cast 6.5
Musica 6.5
Valutazione del Rewatch 6.5
Seconda BL made in Taiwan che vedo, ma davvero lontana anni luce da Miracle/Kiseki. Attori entrambi davvero di bell'aspetto e di buone capacità recitative, a interpretare personaggi ben equilibrati, dove uno è più spigliato e deciso, mentre l'altro mostra buone capacità di combattimento, rompendo quindi gli schemi del classico e fastidioso duo con il lui forte/protettivo e l'altro lui in modalità debole/sensibile/da proteggere.
Premesse buone, dunque. Tuttavia la serie non riesce a decollare, complice una trama davvero un po' troppo povera e semplicistica (e io, che mi lamento sempre dell'esiguo numero di episodi e loro breve durata nelle BL, per una volta avrei davvero apprezzato se la serie fosse durata la metà del tempo). Dei due protagonisti, il più lineare è Fu Li Kung, che danni nasconde il vero sentimento al migliore amico. Nel caso dell'altro, invece, il cambiamento è stato un po' forzato. Un episodio prima era lì a fare il cascamorto con la ragazza incontrata al bar, l'episodio dopo - solo perchè il suo migliore amico ci ha quasi rimesso un braccio per difendere lui - realizza tutto a un tratto il coinvolgimento amoroso verso lo stesso. Davvero poco credibile come evoluzione. Certo è il personaggio più difficile da contestualizzare, proprio perchè dall'inizio alla fine della serie deve mostrare un'importante evoluzione emotiva e sentimentale, ma diciamo che il tentativo ha fatto un po' un buco nell'acqua, in questo caso. La serie, come dicevo, dura anche fin troppo: il ritmo è lento, grossi ostacoli da superare non ce ne sono (tralascio la momentanea disapprovazione del padre di Zheng), così come ho trovato assurdo che Li Kung, dopo averlo aspettato tutta la vita, fa di punto in bianco un passo indietro senza dare troppe spiegazioni (pur con tutte le sue motivazioni, è un atteggiamento che non regge). Un drama con dei buoni attori, dei buoni elementi e spunti, ma che si limita a giochicchiare con essi in stile passatempo, invece di osare a qualcosa di un po' più di spessore. Resta una serie che si può anche vedere...ma il coinvolgimento è tutt'altra cosa.

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Koi wo Suru nara Nidome ga Joto
0 persone hanno trovato utile questa recensione
da Lynnea
8 giorni fa
6 di 6 episodi visti
Completo 0
Generale 7.0
Storia 7.0
Acting/Cast 7.0
Musica 7.0
Valutazione del Rewatch 7.0
Serie incentrata sul tema della seconda chance, dove i due protagonisti si ritrovano nel presente in età adulta. Diversi e apprezzabili i flashback del passato, con il primo approccio adolescenziale finito male. Interessante il concetto di maturità, che sembra voler inizialmente spiegare perchè da ragazzini la storia no avesse funzionato, salvo poi incappare in errori e fraintendimenti anche nella situazione portata avanti nel presente.
La trama non è nulla di innovativo, ma è piacevole. Non è una serie che punta a essere ricordata tra i drama migliori del 2024, ma raggiunge con sufficiente scorrevolezza l'obiettivo standard che si pone, aspetto non scontato e dove molte altre serie falliscono. Mi è piaciuta molto la caratterizzazione del personaggio di Miyata, credibile e con una buona introspezione, il tutto supportato da un attore a mio avviso azzeccato per il ruolo. A tarpare le ali alla serie è invece l'altro protagonista, Iwanaga, dove non solo non ho apprezzato la scelta dell'attore (in generale, entrambi gli adulti erano esteticamente molto diversi - e anche un passo indietro, va detto - rispetto agli interpreti delle versione adolescenziali dei protagonisti), ma ho trovato deludente anche la caratterizzazione stessa del personaggio. Va bene ermetico e che non lascia trapelare le proprie emozioni, ma c'è modo e modo. Ne risulta un personaggio per niente espressivo, anche laddove si sarebbe dovuto percepire il suo intento di contenersi e controllarsi. Invece non traspare nulla, quel poco che si comprende deve essere supportato da qualche sporadica sua uscita tra sé e sé. Anche l'atteggiamento sembra fuori luogo, fin dall'inizio mostra un approccio antipatico, poco sincero, con un sorriso e delle uscite che sanno davvero di superficialità. Ho avuto l'impressione che su carta il personaggio dovesse essere in un modo ben preciso, ma che nel concreto il risultato sia stato totalmente diverso e davvero deludente. Altra pecca è aver dato un ruolo fondamentale agli eventi passati - e mi stanno bene tutti gli spaccati di loro due proposti nei vari episodi - ma il vero nocciolo della questione, che comprende anche una serie di personaggi all'epoca evidentemente determinati ma per la maggior parte del drama mai visti ne citati, si concentra praticamente nell'ultimo episodio, dando l'impressione di una risoluzione sbrigativa e poco curata. Buona la prova dell'attore che interpreta Shiraishi (l'assistente di Iwanaga), che avevo già apprezzato nel ruolo di protagonista nel drama "Tokyo in aprile...": qui il suo ruolo è secondario e centra perfettamente l'obiettivo di rendersi insopportabile e antipatico. Una serie quindi con aspetti apprezzabili, ma non senza evidenti difetti.

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Koi wa Tsuzuku yo Doko Made mo
0 persone hanno trovato utile questa recensione
da Lynnea
9 giorni fa
10 di 10 episodi visti
Completo 0
Generale 6.5
Storia 7.0
Acting/Cast 5.0
Musica 6.0
Valutazione del Rewatch 6.0

Una buona serie, affossata completamente da un'imbarazzante protagonista femminile

Una serie che potrebbe essere carina, con una trama non impegnativa ma graziosa, un drama piacevole grazie al quale trascorrere qualche ora spensierata e leggera. Il protagonista maschile è calzante, interpreta in modo più che credibile il ruolo del medico distaccato e freddo, non particolarmente loquace e dalle uscite memorabili e singolari, inusuali epiteti che celano l'affetto nei confronti di Sakura (da "idiota" a "masso problematico"). Il vero problema della serie, però, è proprio lei: Sakura. Ho apprezzato la scelta dell'attrice, esteticamente non bellissima, perchè concordo che il fascino del personaggio doveva risiedere altrove. Peccato che l'altrove non c'è stato, perchè la pecca più grande è proprio la caratterizzazione del personaggio, semplicemente fastidioso. Tutte quelle stucchevoli riflessioni ad alta voce - quasi nessuno la sentisse, mentre il diretto destinatario spesso è lì a fianco - e i sorrisi imbarazzati-compiaciuti-infantili-melensi che infila praticamente in ogni scena...Ecco, sono davvero un colpo basso. Vuole essere una brava infermiera (a parole), ma nei fatti più che impegnarsi seriamente passa il tempo a sorridere e a ribadire a voce il proposito (per poi avere l'immancabile momento di autocommiserazione affermando che meriterebbe il licenziamento, giusto in tempo per essere quindi consolata e riproporre per l'ennesima volta la promessa di diventare una brava infermiera, con applauso di tutti al seguito). E' un meccanismo assurdo e sgradevole che si ripete a oltranza. Più di una volta, nella prima parte della serie, in queste scenette si infila una veloce ripresa dello sguardo dell'altra giovane infermiera (quella serie e capace, per intenderci). Mi sono trovata incredibilmente sulla stessa lunghezza d'onda con lei, che in quei frangenti si mostra seccata all'inverosimile da tutto lo show sconclusionato della protagonista. Ho comunque apprezzato i suoi gesti maldestri, spesso in grado di strappare il sorriso...ma anche qui: il troppo, si sa, stroppia. Mi è capitato di vedere dei drama in cui i personaggi fossero un po' dei punti deboli della serie, ma mai come in questo caso, dove la caratterizzazione della sola protagonista femminile è un vero e proprio macigno capace di trascinare a fondo quella che altrimenti sarebbe una serie priva di altri grossi difetti. Vale la pena guardarla? Forse. Se si è disposti a soffrire le scene incriminate pur di soddisfare la curiosità e seguire l'evoluzione della vicenda.

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A Beautiful Mind
0 persone hanno trovato utile questa recensione
da Lynnea
10 giorni fa
14 di 14 episodi visti
Completo 0
Generale 7.5
Storia 7.0
Acting/Cast 8.0
Musica 7.5
Valutazione del Rewatch 7.5
La serie ha come punto di forza il personaggio maschile, punta di diamante in campo medico ma patologicamente incapace di provare emozioni o entrare in empatia con gli altri. Una figura singolare, insolita e interessante, interpretata da un attore altrettanto particolare come Jang Huyk, difficile da confondere tra le mille altre star del panorama coreano, per via della sua espressività caratteristica e abilità di interpretazione, che fanno di lui una presenza predominante nelle serie di cui è protagonista. Anche qui, appunto, non passa certo inosservato, conferendo quel tocco di singolarità che personalizza la serie rendendola a suo modo unica tra le tante serie ambientate in campo medico. Che invece pare priva di consistenza è la figura femminile, poco incisiva, quasi sempre sotto tono.
Il drama parte bene, il ritmo è incalzante e l'attenzione viene mantenuta ad alti livelli. Col passare degli episodi, però, sembra andare un po' alla deriva. Resta comunque una buona serie anche se, appunto, calante nello sviluppo della vicenda.

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Because of You
0 persone hanno trovato utile questa recensione
da Lynnea
11 giorni fa
10 di 10 episodi visti
Completo 0
Generale 6.0
Storia 4.0
Acting/Cast 7.0
Musica 5.0
Valutazione del Rewatch 6.0
Questa è una serie che mette davvero poco sul piatto, e il risultato è banalmente quello che è. Breve e senza spessore, non presenta una trama che si possa chiamare tale. Giusto una panoramica su una situazione, tra l'altro per molti versi assurda, e che ha come unico obiettivo la possibilità di garantire - nel breve tempo a disposizione - le scene volute tra le tre coppie di attori. Non ci sono drammi, non ci sono passaggi memorabili...e di conseguenza, nemmeno un gran finale. E' giusto uno spaccato con degli attori esteticamente piacevoli e, soprattutto per il pairing costituita dal primogenito e da Lin Xun, una buona chimica di coppia. Ma per il resto, povertà assoluta...di contenuti e di intenti, di credibilità e coerenza, di investimento e attenzione. La sufficienza la spuntano gli attori, soprattutto i due già citati e che, pur essendo questa una prova mediocre dovuta alla mediocrità stessa della serie, voglio pensare e sperare di poterli rivedere cimentarsi in un drama qualitativamente migliore dove dimostrare quelle capacità che qui si sono - forse - solo intraviste.

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Gray Currents
0 persone hanno trovato utile questa recensione
da Lynnea
15 giorni fa
5 di 5 episodi visti
Completo 0
Generale 5.0
Storia 3.0
Acting/Cast 7.0
Musica 7.5
Valutazione del Rewatch 3.0
Tutto mi fa pensare che questa non vuole essere la solita commediola BL, ma qualcosa di diverso, con spunti e riflessioni più profonde, significati che vanno un po' cercati ma che puntano a lasciare un qualcosa di più di una piacevole visione. E allora, con la manciata di tempo a disposizione - meno di due ore in totale - non si percorre un'intera storia ma la si tratteggia puntando a scene fondamentali e lasciando allo spettatore il compito di ricostruire tutto il resto.
Premesso che il più delle volte ricerco delle serie spensierate - non intese come sole commedie, ma come drama chiari dove non devo arrovellarmi la testa per comprenderne il significato - devo dire che in certi casi non ho disdegnato anche film/serie più impegnative. Gray Shelter però non è riuscita a farmi seguire un filo logico, troppi i passaggi poco chiari, troppe le perplessità anche dopo aver letto altrove possibili interpretazioni. La recitazione davvero notevole, così come la musica. Non la trovo davvero una serie scadente, anzi. Credo ci sia stato davvero un gran lavoro dietro, anche nella sceneggiatura stessa. Ma davvero non fa per me. Non solo perchè probabilmente non era ciò che stavo cercando, ma perchè pur con un "taglio" diverso non è comunque riuscita trasmettermi nulla. Un buon prodotto, immagino, ma su una frequenza diversa dalla mia.

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Vigilante
0 persone hanno trovato utile questa recensione
da Lynnea
20 giorni fa
8 di 8 episodi visti
Completo 0
Generale 8.0
Storia 8.0
Acting/Cast 8.0
Musica 8.0
Valutazione del Rewatch 8.0
Questa recensione può contenere spoiler

Ottimo ritratto dell'antieroe stratega

Desideravo vedere questa serie da parecchio tempo...Non disegno i classici eroi, ma gli antieroi mi piacciono di più. Il fascino di un personaggio che ha principi, morale e regole tutte sue, e che non sempre collimano col "buono" che va a braccetto con la giustizia e la correttezza che - talvolta con piena ipocrisia - il resto del mondo sembra inseguire. L'armatura scintillante - senza macchia! e senza paura - del principe azzurro si opacizza all'istante, al confronto!
Fin dalle prime scene ho potuto apprezzare la qualità della serie, le riprese, i dialoghi, il ritmo. Partiamo dall'unica pecca: la totale assenza di romance. Per me è un elemento un po' indispensabile, ma devo dire che ci sono state alcune - poche a dire il vero - serie talmente belle che ho un po' perdonato la mancanza. Con questo non voglio dire che pretendevo una love story che facesse da pilastro portante (come in "Healer", che ha davvero molto in comune con questa serie, dall'azione, al ritmo, al classico Badass Male Lead, solo i toni differiscono, qui nettamente più cupi e violenti), mi sarei accontentata anche di un semplice accenno di romance (come in "Vincenzo", altra serie simile con un fantastico personaggio che per sconfiggere i cattivi deve diventare piu cattivo dei cattivi). Vigilante mi ricorda molto queste due serie, tra le mie preferite. Non solo, la trama per certi versi è anche più complessa e imprevedibile: si da allo spettatore l'illusione di aver colto degli indizi, di aver capito tutto, per poi farlo cadere in pieno nel tranello. Davvero, ho cambiato idea e fatto ipotesi così tante volte durante gli episodi, con personaggi che passavano dal lato buono a quello cattivo, poi forse ancora al lato buono, per poi farmi venire nuovamente il dubbio... Ciò che serve per mantenere alta l'attenzione e la curiosità. Dicevo, la trama è complessa e il nostro Vigilante è un buon stratega (e qui non posso esimermi dal paragone con "Doctor Prisoner", dove il protagonista interpretato da Namgoong Min è un Machiavelli per eccellenza). L'attore protagonista non ha lasciato a dire il vero il segno, l'ho apprezzato ma ho avuto la sensazione sia rimasto un po' nell'indefinito, non so se è un limite dell'attore o l'esigenza di mantenere un protagonista con un basso profilo. C'è poi quello che ho soprannominato "il pazzoide", alias il suo fan numero uno, fuori come un balcone e che fino a oltre metà della serie ancora non ero riuscita a inquadrare correttamente; buona la prova della giornalista, non un concentrato di simpatia a pelle e nemmeno di empatia, ma complessivamente credibile come personaggio; infine c'è lui, Cho Heon, interpretato da un Yoo Ji Tae che non rivedevo dai tempi di Healer e che nel frattempo, oltre ai segni evidenti del decennio trascorso, si presenta decisamente irrobustito e pronto a sfoggiare una forza da Incredibile Hulk. Con i suoi due neo-acquisiti scagnozzi - due impiastri di furfanti mezzi incapaci che mi ricordano Pena e Panico, tirapiedi di Ade nel classico della Disney - direi che avremmo una squadra al completo per affrontare una seconda stagione e - chissà - infilarci dentro finalmente il tanto atteso romance. Le premesse per un sequel, scene finali comprese - ci sarebbero tutte, ma temo non sia la volontà di chi ha realizzato questa trasposizione (è un adattamento di un webtoon). Comunque sia, sequel o meno, resta davvero un gran bel drama. Consigliatissimo!

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Devilish Joy
0 persone hanno trovato utile questa recensione
da Lynnea
21 giorni fa
16 di 16 episodi visti
Completo 0
Generale 6.5
Storia 6.5
Acting/Cast 6.5
Musica 6.5
Valutazione del Rewatch 6.5

Il potere soporifero della ripetizione a non finire....

L'intera seria ha come perno centrale l'amnesia a breve termine del protagonista. Frettoloso e un po' inverosimile l'incontro tra i due, ma soprassediamo. Il bel giovanotto è quindi vittima di un incidente e da lì parte l'effetto "reset". Come contrastare il vuoto di memoria? Ovviamente tenendo un diario dell'accaduto quotidiano, disseminando di foto e post-it le pareti di casa. Certo, può funzionare il primo giorno, e il secondo. Con un po' di pazienza anche il terzo e il quarto. Ma pensare che uno si svegli ogni mattina e abbia materialmente il tempo di rileggersi l'accaduto degli ultimi tre anni, anche no. Sorvoliamo però sull'incoerenza, del resto il drama non punta a sottoscrivere chissà quali evidenze medico-scientifiche. Tra l'altro, lui è un acclamato medico, solo di nome, però: nè nel presente nè nelle scene legate al passato l'ambientazione medica ha particolare risalto. Idem per la protagonista, inizialmente attrice di grande successo che cerca poi di tornare sulla scena... Ma, anche lì, l'attenzione allo sviluppo della sua sfera professionale scarseggia. Restano quindi lui e lei, che procedono a singhiozzo grazie all'omertà di lui. I personaggi secondari non sono più che verdure a contorno del piatto e il tema della perdita di memoria permea episodio dopo episodio... Peccato che la memoria dello spettatore, invece, funzioni benissimo, e alla lunga il meccanismo stanca. A questo punto, la soluzione migliore è un'amnesia a lungo termine, cancellando proprio la serie dalla memoria dei drama visti (e poco apprezzati).

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La Regina delle Lacrime
1 persone hanno trovato utile questa recensione
da Lynnea
21 giorni fa
16 di 16 episodi visti
Completo 0
Generale 7.5
Storia 7.0
Acting/Cast 7.5
Musica 8.0
Valutazione del Rewatch 7.0
Questa recensione può contenere spoiler

La ricetta imperfetta: quantità invece che qualità

Dalle premesse doveva trattarsi del capolavoro dell'anno. Dal cast stellare alla produzione, sceneggiatura, regia e via dicendo.
L'incipit è interessante: una coppia sposata - sposata per amore - ma che ormai porta avanti un matrimonio di facciata. Le carte non vengono svelate subito, qualche flashback ci mostra l'esordio della loro relazione ma resta quel misterioso gap nel mezzo, che porta lo spettatore a chiedersi come si sia giunti alla situazione presente.
Rispetto ai protagonisti, ho trovato davvero calzante la scelta di Kim Ji Won nel ruolo di Hae In: l'attrice giusta nel ruolo giusto. Una prova performante, la sua, che mi ha ricordato molto anche il personaggio che aveva interpretato in "I discendenti del sole": schietta, tagliente, carismatica, indubbiamente incisiva e affascinante. Se da una parte, ripeto, l'ho trovata perfetta per il ruolo, dall'altra mi chiedo se non manchi di versatilità (un conto è ricoprire bene un certo ruolo, un altro è saper interpretare bene solo quello). Non ho invece apprezzato il protagonista maschile: sono consapevole che sia uno degli attori tra i più acclamati, ma personalmente non sono mai riuscita ad apprezzarlo. Indubbiamente bello - come viene riconosciuto anche al personaggio che interpreta - ma sembra davvero che il suo unico punto di forza sia solo quello. Una bellezza fine a sè stessa, che manca di fascino, di espressività, di carattere e spessore. Se non sai bucare lo schermo, resti solo uno dei tanti bei volti che si perdono nella massa. Due, sostanzialmente, le sue espressioni: sorriso a 32 denti e smorfia da pianto disperato. Manca davvero una vasta gamma di emozioni che non è in grado di esprimere nè suscitare. L'altra nota dolente della serie, è aver voluto troppo. Se gli ingredienti sono di buona qualità, una ricetta ben riuscita non è quella che ne conta il numero maggiore. Tutte le tematiche possibili sono state inserite nella storia, dal fatto che si fossero già conosciuti in tenera età e che quindi si siano ritrovati, dagli spaccati accademici di quando erano adolescenti, il tema dell'amore-odio-amore, del matrimonio di apparenza, dei fraintendimenti e del non detto, del divario delle classi sociali di appartenenza, la malattia terminale, la perdita di memoria... Davvero, il troppo che stroppia. Scorrendo l'elenco delle guest star, sembra di ricalcare la stessa linea: tante, troppe comparse importanti, sempre seguendo la filosofia che "più è, meglio è". Alla lunga, l'attenzione cala, il coinvolgimento scema e non c'è più un vero elemento di traino, solo tante tematiche che si susseguono, mentre i tira e molla diventano tanti, troppi, le cartucce sono già state tutte sparate ed è sempre più difficile riagganciare l'attenzione dello spettatore. Mi aspettavo davvero una serie meritevole, durante la visione ho ridimensionato le aspettative e confidato di poterle dare almeno un 8, ma arrivata in fondo sono riuscita ad attribuirle a fatica un voto discreto, che supera la sufficienza solo grazie all'aiuto di un'ottima colonna sonora e un cameo davvero notevole, la breve incursione di Song Joong Ki nei panni di Vincenzo Cassano (e una menzione agli altri ruoli di rilievo da lui interpretati, già che viene presentato come un personaggio misterioso che forse è stato un militare delle forze speciali - Discendenti del sole - forse un erede di un conglomerato - Reborn Rich - e molto probabilmente un avvocato appartenente alla mafia, Vincenzo, appunto). Nei pochi minuti nei quali hanno condiviso la scena, il protagonista davvero è diventato il nulla cosmico rispetto alla presenza di Song Joong Ki, molto più espressivo lui in quelle poche inquadrature che l'altro in tutti i 16 episodi messi assieme. Non lo sconsiglierei, ma con un approccio cauto e non troppo carico di aspettative.

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Doctors
0 persone hanno trovato utile questa recensione
da Lynnea
23 giorni fa
20 di 20 episodi visti
Completo 0
Generale 6.0
Storia 6.0
Acting/Cast 7.0
Musica 6.5
Valutazione del Rewatch 6.0

Drama medico che si perde nell'anonimato

Doctors è - evidentemente dal titolo - un drama medico. Me ne vengono in mente diversi sul tema, ciascuno a suo modo con un taglio caratteristico. Quello che manca a questa serie, di fondo, è proprio questo. Non c'è un elemento caratterizzante, il passato difficile e turbolento della protagonista non basta a diversificare la serie dalla massa. Anche a livello del romance, la storia è davvero un po' povera. Inquadrato il passato, inquadrato il presente, tutto finisce lì. Manca di struttura e di stimoli, proprio di pensiero, oserei dire.
Rispetto alla recitazione, buona la prova della protagonista che avevo già notato in altre serie. Lui, invece, insopportabile, infila il sorriso praticamente in ogni scena, anche dove proprio risulta fuori luogo. I personaggi secondari non sono particolarmente degni di nota, del resto non c'è chissà quale attenzione a tratteggiarli e a farli emergere nella loro individualità. Dovesse venirmi la voglia di rivedere un drama medico, insomma, sono altri i titoli che andrei a rispolverare.

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Love by Chance
0 persone hanno trovato utile questa recensione
da Lynnea
24 giorni fa
14 di 14 episodi visti
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Generale 6.5
Storia 6.5
Acting/Cast 7.5
Musica 7.0
Valutazione del Rewatch 6.0
Questa recensione può contenere spoiler
Valutazione e recensione valgono sia per la serie che per il suo sequel. Una BL dalla classica impostazione accademica, con una pairing principale che funziona per metà: la metà valida è data dal personaggio di Ae, davvero ben costruito nella parte iniziale della serie. Interessante l'evoluzione del suo personaggio e come viva il suo rapporto con Pete e il graduale processo di comprensione dei propri sentimenti nei confronti dell'altro ragazzo. Caratterialmente non viene stravolto, ed è una cosa che ho davvero molto apprezzato. Anche Pete, suo malgrado, resta coerente dall'inizio alla fine...ma lo dico in modo negativo, perchè l'ho trovato un personaggio davvero piatto e inconsistente, al limite dell'irritante: una piantina grassa che non ha un pensiero suo, non prende una posizione che sia una. Oltre alla coppia principale, c'è poi un pairing secondario, che nella prima serie per certi versi mi aveva affascinata più dei protagonisti. Trattasi di Tin e Can, insoliti ma accattivanti, che lontanamente - ma molto, molto lontanamente - un po' mi ricordavano uno dei miei pairing preferiti (Win/Team di UWMA e protagonisti del sequel Hemp Rope/Between Us). Peccato per il sequel, sì dedicato a loro, ma che per i primi 7 episodi ripercorre quanto già accaduto nella prima serie, cercando di offrire angolazioni diverse ma creando non poche discrepanze con le scene originali, e i restanti 7 episodi vedono tutti i lati positivi del duo disperdersi piano piano per terminare nella coppietta degna del più classico e melenso cliché. Un'opportunità persa, dunque. Concludendo, una serie che tra le basi qualcosa aveva azzeccato (il personaggio di Ae e il match Tin/Can) ma che oltre a non sfruttare il potenziale finisce anche per perderlo per strada. Peccato.

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My Little Happiness
0 persone hanno trovato utile questa recensione
da Lynnea
24 giorni fa
28 di 28 episodi visti
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Generale 7.5
Storia 7.0
Acting/Cast 8.0
Musica 8.0
Valutazione del Rewatch 7.0

Una serie piacevole ma troppo allungata

Storia carina, non nuova ma complessivamente apprezzabile. Amici d'infanzia che si ritrovano in età adulta, lui che attende lei da tutta la vita, lei che non lo riconosce subito. Ambientazione legale-medico-sanitaria ben rappresentata. Attori tutto sommato bravi, pairing secondario oltre al principale. Love story sicuramente presente, molti baci ma nulla di più.
Cosa manca? Principalmente, l'ostacolo. E' una serie la cui trama punta al 95% sulla storia d'amore, al di là dei primi episodi dove si ritrovano e, più avanti, riconoscono (pur in tempi diversi), poi lo sviluppo sostanzialmente termina lì. Tolto qualche screzio dovuto alla gelosia, davvero la coppia perde di attrattiva e si trascina per il resto della serie, che conta in totale ben 28 episodi. Ne sarebbero bastati la metà, decisamente. Vero che, mentre l'ormai consolidata coppia principale procede a ritmo di crociera con un celo quasi perennemente sereno, emerge la coppia secondaria, a mio avviso forse più interessante della principale. E' un pairing con un'evoluzione più turbolenta e sofferta, che ho apprezzato molto ma che nel finale si è un po' "spento". Un difetto che riconosco a molte serie è quella di creare una coppia accattivante all'inizio ma che, raggiunto l'equilibrio che si trascinerà fino all'happy ending, perdono carattere e divetano piatte, disperdendo tutta la verve iniziale. Altri personaggi secondari presenti ma come un contorno al piatto principale, senza la volontà di analizzarli più a fondo. Non è quella serie che mi resterà impressa nella memoria o che vorrò rivedere, ma nemmeno quella che annovererò tra i flop o i disastri totali. Senza infamia e senza lode, insomma.

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