Serie senza spina dorsale che non merita il tempo della visione
Brutta, bruttissima fotocopia di altri drama cinesi che propongono un romance ambientato tra squadre mediche-di salvataggio-vigili del fuoco et simili. Già le altre che mi vengono in mente non sono fiori all'occhiello, nessuna produzione veramente meritevole, ma questa la si poteva benissimo evitare del tutto. Il romance non ha carattere, il contesto degli interventi della squadra antincendio e degli operatori medici non ha carattere, i protagonisti non hanno carattere. E' una cosa buttata lì, senza spina dorsale, incapace di muovere anche solo il minimo passo. Da dimenticare/evitare.Questa recensione ti è stata utile?
Dame na Watashi ni Koishite Kudasai
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Breve e dispersiva
Commedia che non riesce a dosare per niente i tempi - notoriamente brevi nei drama giapponesi che contano solitamente non più di una decina di episodi - e tende a divagare in modo inutile. La fine di uno dei primi episodi sembra innescare la miccia, ma si tratta in realtà di una falsa partenza. Si torna a riservare spazio e scene ai rapporti di lei con gli altri e di lui con le altre. Non sono tutte vere e proprie relazioni, ma comunque accenni, che coinvolgono talmente tanti personaggi da formare addirittura un esagono, al posto del classico "triangolo" amoroso.Va da sé che la coppia principale non ha grande margine di sviluppo: ci sono dei momenti apprezzabili, ma sono davvero pochi - pochissimi - che riescono a ritagliarsi un posticino tra un episodio e l'altro. Anche nel finale si arriva a fare il focus su di loro praticamente agli sgoccioli, negli ultimissimi minuti.
E' un peccato, perchè la coppia in sé funziona anche e aveva un buon potenziale. Doveva essere il fulcro centrale della serie e invece ha preso le vesti di un contorno in un menù di troppe portate.
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Yu Jian Ni Di Na Yi Tian
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Drama basic, piatto e fiacco
Serie che sulla carta sembra offrire ciò che spesso vado cercando: una visione leggera e spensierata, pur satura di cliché ma con un buon romance capace di emozionare (ultimamente non sono in vena di serie/film troppo impegnativi, apprezzo ancora quelle produzioni che si pone l'obiettivo di intrattenere e basta, se con qualche battito mancato e lacrimuccia di commozione in più, meglio ancora).Il tenore leggero e disimpegnato si avverte fin dall'inizio, l'infinita serie di cliché e coincidenze sono come da copione presenti, ma sono sempre stata una loro sostenitrice se fatti come si deve, e il tema della convivenza/matrimonio/finta relazione spiana sempre la strada a questa serie di scene e momenti di coppia apprezzabili.
Non ho trovato una storia impegnativa o di spessore: non la cercavo e non me l'aspettavo. Eppure a visione conclusa fatico a dare un voto che non sia una mera sufficienza. Questo perchè è venuta completamente meno la parte emotiva. Coinvolgimento: zero; emozioni suscitate: zero. Gli episodi di susseguono trascorrendo in un letargico torpore che trasmette davvero ma davvero poco. L'attrice protagonista passabile, quello maschile un grande buco nell'acqua: l'attore sbagliato nel ruolo sbagliato. Risulta perennemente poco espressivo, nella mimica, nel portamento, nel modo di recitare. Il ruolo di direttore di un'azienda resta un incarico sulla carta e non va oltre: manca di carisma, intraprendenza, determinazione. Personaggio fiacco e inconcludente, quasi remissivo, poco convincente anche nelle poche scene in cui sembra voler mostrare di avere il polso della situazione. Peccato perchè invece la sua interpretazione da protagonista nella BL mascherata da Bromance "Resta con me" era stata davvero notevole. Il pairing secondario senza infamia e senza lode, non affossano ne risollevano le sorti di una serie che poteva fare poco ma bene, e invece fa poco, male e a fatica. Tranquillamente evitabile.
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Questa recensione può contenere spoiler
Una delle migliori serie del 2024: cast di prim'ordine e trama accattivante
Per quanto mi riguarda, uno dei migliori drama del 2024, anno che tra l'altro non sta regalando molte produzioni meritevoli. Ero a caccia di un buon romance da un paio di mesi e, dopo una sfilza di serie davvero deludenti, opto per "I revisori", nella speranza di un drama investigativo affiancato da una love story. Paradossalmente, non ho trovato nemmeno l'ombra di un romance. E, ancora più paradossale, non ne ho sentito la minima mancanza, divorando un episodio dopo l'altro. Questo perchè la serie cattura fin dall'inizio: trama interessante, tempi e sviluppi ben ponderati, attori di prim'ordine.Due gli attori che fanno da colonne portanti, uno per me nuovo (Shin Ha Kyung) e una conoscenza di vecchia data (Jin Goo).
Il primo, nuovo per me ma che calca la scena dei kdrama da parecchio, sembra calarsi perfettamente nel ruolo dell'inflessibile capo del team dei revisori, Sin Cha Il. E' un uomo integerrimo e tutto d'un pezzo, tutto logica, regole e giustizia. Implacabile nel suo lavoro, vive una vita che non contempla le relazioni umane e non conosce il significato della parola "fiducia".
Poi c'è Jin Goo - attore che ho apprezzato nel pairing secondario del famosissimo kdrama "I discendenti del sole" - e che in questa serie spicca come non mai. Affascinante dal punto di vista estetico, più snello e meno massiccio di come lo ricordavo, con una chioma lunga che generalmente negli uomini non riesco mai ad apprezzare ma che, sorprendentemente, nel suo caso - capelli sciolti o raccolti che siano - gli donano davvero, rendendo i lineamenti del volto altrimenti molto marcati un po' più affusolati. Una recitazione, la sua, di alto livello, necessaria per portare in scena un personaggio così complesso: il vicepresidente è forse il protagonista con più sfaccettature, inizialmente difficile da inquadrare. Se il capo revisore resta sostanzialmente una costante per tutta la durata della serie, il vicepresidente mostra davvero molti volti, che lo portano ad essere prepotente e arrogante, disposto a sporcarsi un po' le mani, ma anche affettuoso e protettivo verso le persone che gli stanno a cuore, determinato nei confronti dell'azienda, tutt'altro che sprovveduto rispetto alle macchinazioni della sua famiglia e capace di riconoscere il merito a chi di dovere. Ho apprezzato che l'inizio della storia mettesse tutto in discussione: il confronto tra il giovane impiegato - tanto fiducioso nel prossimo da risultare eccessivamente ingenuo - e il capo revisore, e lo scontro tra quest'ultimo e il vicepresidente, che è sembrata un po' come una dichiarazione di guerra tra protagonista e antagonista. Ben presto però le carte vengono rimescolate e ci troviamo di fronte ai due protagonisti nelle vesti di un eroe e di un antieroe. Due situazioni diametralmente opposte, quasi insofferenti l'uno rispetto all'altro: il vicepresidente non tollera il capo revisore, così ligio alle regole. In realtà è la consapevolezza di non potersi permettere il lusso di fare solo ciò che è giusto, a infastidirlo. Il revisore, dal canto suo, è l'eroe senza macchia (o quasi) e senza paura ma che, per poter essere tale, diffida di tutti e vive una vita di totale solitudine.
Da due personaggi così splendidamente ritratti non può che nascere una bellissima bromance, già che con l'avanzare degli episodi tra i due si instaura pian piano una forma di reciproco rispetto pur non apertamente dichiarato (e qui mi ha ricordato un po' serie come Chief Kim e Doctor Prisoner, in merito alle alleanze inizialmente improbabili). Molto ben delineati anche i personaggi secondari, soprattutto i due giovani revisori: lui, inizialmente ingenuo e diffidente nei confronti del nuovo capo, non perde la sua umanità ma comprende il valore dell'imparzialità nel suo lavoro e finisce per vedere in Sin Cha II il suo mentore (la scena finale, devo dire, mi ha commossa); lei è al contrario una ragazza giudiziosa e concreta, palesemente corretta e determinata, difficilmente influenzabile. Non solo riesce a trovare un equilibrio tra l'incarico nel team dei revisori e il legame familiare che ha nei confronti del vicepresidente, ma il vicepresidente stesso sembra quasi voler fare ammenda a tutto ciò che di sbagliato è costretto a compiere attraverso il modo in cui tutela la "nipote" da qualsiasi coinvolgimento nei suoi affari e, addirittura, la sprona a seguire le direttive del capo revisore e a fare del suo meglio in ambito lavorativo.
I cattivi in questa serie non trovano grande spazio: ci sono - alcuni molto corrotti, altri che commettono errori più per debolezza che per altro - ma non calcano la scena più di tanto, oscurati dai sopracitati personaggi principali che sono il vero motore della serie. Gli episodi sono ben distribuiti, come numero e nell'evoluzione della vicenda: è un drama che ha davvero diverse buone carte da giocare e sa quando mettere sul tavolo la successiva prima che quella già scoperta in precedenza venga a noia.
Concludendo, una serie del 2024 che possono finalmente dire meriti davvero di essere vista. Indipendentemente dal genere preferito - il mio, dicevo, è un altro - ritengo che non possa non essere apprezzata.
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L'effetto sorpresa - se voleva esserci - non c'è stato: già dal primo episodio l'indizio è abbastanza evidente, non ci vuole molto per capire la natura del segreto che i protagonisti nascondono (forse non nei dettagli, ma a grandi linee le idee sono ben chiare). Personaggi - e pairing - secondari accettabili. Ho apprezzato la recitazione della FL più che del ML, mentre di solito è il contrario. Se siete indecisi tra le mille commedie romantiche cinesi da una trentina di episodi, questa almeno non si rivelerà una fotocopia di una serie già vista.
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Nell'idea posso capire quale fosse l'obiettivo e il significato, nel concreto però è un film davvero buttato lì senza troppa cura.
Molti i passaggi poco coerenti, manca l'evidente sforzo di dare alla successione degli eventi un nesso logico che sia in piedi.
Strappa giusto la sufficienza per i momenti di apprezzabile convivenza tra i protagonisti. Ma da qui a parlare di una trama, ce ne passa.
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Hapimari: Happy Marriage!?
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Buona la recitazione della protagonista, poco espressivo invece Hokuto. Come coppia funzionano abbastanza, ma nessuna chimica da scintille.
A mio avviso sarebbe stata una serie meglio riuscita se l'obiettivo fosse stato un po' più ridimensionato: avrei puntato a una semplice commedia romantica senza risvolti particolari, mentre in questo caso tutta la questione dei difficili rapporti familiari, piani di rivalsa, rancori poco sopiti legati ad eventi tragici del passato... forse è stato chiedere un po' troppo. E' una trama di nome ma non di fatto, la tematica viene affrontata in modo abbastanza superficiale - d'altronde è chiaro che gli strumenti in partenza sono pochi - e col passare degli episodi invece di poter apprezzare una visione leggera ma piacevole ci si trova ingarbugliati in una matassa allo stesso tempo disordinata e inconsistente.
Passabile, ma nel suo genere sono altri i titoli che terrei in considerazione.
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Partiamo da questo film: storia non originale tra la ragazza apparentemente insignificante e il ragazzo più popolare della scuola. Complice una serie di eventi, finiscono per convivere di nascosto. Lui oscilla tra il freddo e l'arrogante, in generale un carattere piuttosto chiuso; lei più diretta e solare, a tratti quasi impacciata. Mi ha ricordato molto il drama "Good morning call" e, per alcuni versi, anche "Itazura na kiss: love in Tokyo". Protagonisti ben assortiti, allineati anche a livello di recitazione (prova buona ma sicuramente non eccellente, sulla capacità di trasmettere le emozioni al pubblico c'è ancora molto lavoro da fare).
Trama scontata e che non rappresenta palesemente l'obiettivo della serie (il fulcro è sostanzialmente la storia tra i due). Lo sviluppo non sempre lineare, l'ex ragazza/amica d'infanzia s'inserisce male nel contesto e il suo senso quale elemento di disturbo - tra eventi presenti e vicende passate - rimane un po' avvolto nella confusione e a tratti anche privo di senso.
Spostandoci sul sequel, il primo punto pesantemente negativo salta all'occhio: gli attori protagonisti non sono più gli stessi. Spiacevolezza fortunatamente non cosi frequente nei film/drama, ma qui purtroppo va così. Dei personaggi del primo film viene conservato giusto il nome e poco altro: il nuovo Shu è inconsistente e insipido come pochi...mentre Aoi passa dall'essere una ragazza relativamente piacevole a quel piccolo impiastro di attrice che ha affossato anche un bel drama quale "An incurable case of love". Attrice che qui si ripropone come una fotocopia del personaggio del drama sopracitato (stesso taglio di capelli, stessa mimica facciale, quasi stessa caratterizzazione del personaggio). E' un'attrice - o un personaggio - che si subisce in tutti i sensi: impattante, snervante, fastidiosa ma - per sfinimento - forse anche un po' buffa. Brutta quindi l'idea di cambiare il cast e discutibile la scelta dei sostituti. L'unico pregio di questo sequel è di seguire le vicende "di coppia" (sono purtroppo molti i film/drama che non ci regalano una seconda stagione dopo il primo lieto fine). Per il resto anche qui lo spessore della trama gareggia con un foglio di carta velina, al posto dell'ex ragazza abbiamo il cugino di lui, e di altri grandi novità all'orizzonte non se ne vedono.
Trattandosi di un tempo ridotto - alla fine parliamo di due film - la visione ci può anche stare. Senza aspettative diverse da quelle che si possono avere, può anche filare tutto liscio e portare a casa un giudizio poco più che sufficiente.
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Aspettative decisamente disattese...
Tenevo da parte questo titolo per i "periodi di magra": vuoi che il 2024 non si sta rivelando affatto ricco di produzioni valide, vuoi che degli anni precedenti inizio a temere di aver già visto il meglio sulla piazza... Reduce da alcuni drama di discutibile qualità ho pensato fosse il caso di giocarmi la carta "Black", per tirarmi su il morale e aggiungere finalmente un altro titolo alla lista dei preferiti. L'aspettativa era decisamente alta: un romance tra un Tristo Mietitore e una ragazza umana capace di vedere le ombre della morte. Mi aspettavo qualcosa in stile Goblin, o Korean Odyssey, credo. Ma invece di una bella storia d'amore contornata da un po' di azione, indagini e mistero, mi sono ritrovata davanti una serie più incentrata sul genere thriller che sul resto, con lo sviluppo della love story abbastanza discutibile (altro che slow burn...fossimo in ambito culinario sarebbe una lunga, lunghissima cottura a bassa temperatura). Non mi sono piaciute tutte le questioni legate alle identità celate, che vengono trascinate praticamente fino alla fine, mentre la speranza era che la protagonista venisse a conoscenza quasi subito dell'identità del Cupo Mietitore per vedere poi la coppia, affiatata, procedere salda nello sviluppo della trama. La vera identità di lui è abbastanza facile da intuire, se voleva essere un super colpo di scena...beh, non lo è stato. Il finale non merita nemmeno di essere commentato, ha avuto il solo pregio di non farmi minimamente vacillare nel mio giudizio tutt'altro che positivo, anzi, ha praticamente dato il colpo di grazia.Questa recensione ti è stata utile?
Drama, anche questo cinese, anche questo ambientato nella Shanghai degli anni '30.
Durata - in termini di episodi - però doppia, e meno incentrata sul romance, o meglio, un minor equilibrio nell'intreccio tra la storia d'amore e gli intrighi.
Dal punto di vista dei personaggi, ho apprezzato esteticamente la protagonista, meno invece il personaggio maschile principale. Dubbi anche sulla caratterizzazione: lei spesso prende decisioni discutibili, lo spettatore difficilmente riesce a immedesimarsi. Lui, poco incisivo: come il superbo Tan Xuanlin di "Fall in love" è sicuramente molto intelligente e intuitivo, anche un pochino strategico nelle sue pianificazioni (mai come l'altro), ma manca di fascino, di quell'aura che incute un reverenziale timore che caratterizzava invece comandante Xuanlin. Certo, il contesto può influire, qui abbiamo un banchiere con un passato da povero garzone alle spalle, dall'altra parte il capo di un armata militare (l'austerità fa pendant con la divisa, dopotutto). In una commedia di intrighi e strategie, non mancano certo segreti e sospetti. In questa serie però il sospetto s'insinua spesso tra i due protagonisti, che si nascondono tanto a vicenda. Nell'altra - il paragone è più forte di me - la coppia non vacillava quasi mai: lei a volte non capiva subito gli intenti o le mosse strategiche di lui, ma c'era una fiducia incondizionata di base che è stato un vero valore aggiunto alla storia, valore che in questa serie è mancato. Al contrario, qui la coppia protagonista è ben poco salda, tant'è che non solo viene messa alle prove più volte, ma spesso crolla proprio, con conseguenze anche irreparabili. Complessivamente direi che si tratta di un drama abbastanza buono, discreto, ma nulla di più. Temo proprio di aver già visto la serie migliore di questo filone e la ricerca di qualcosa che sia allo stesso livello continua a portarmi a paragoni un po' deludenti o critici. Forse, per apprezzare al meglio questa serie, il giusto consiglio è di guardarla PRIMA di vedere "Fall in love".
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Insipida e piatta rivisitazione di una serie di successo
Adattamento non ben riuscito del memorabile "Fated to love you", drama coreano di una decina di anni fa.La trama a grandi linee è la stessa, ma con quasi il doppio degli episodi (e la noia che, di conseguenza, incalza).
Recitazione appena sufficiente, sceneggiatura fiacca, scarsa capacità di emozionare. La severità di questo giudizio è probabilmente influenzata dal paragone con l'altro drama - paradossalmente ho preferito la protagonista di questo, rispetto all'altra che proprio non soffrivo - ma in "Fated to love you" la colonna portante era l'attore protagonista, Jang Hyuk, professionista poliedrico e originale, capace di dare vita a personaggi unici e indimenticabili, oltre a bucare lo schermo dal punto di vista delle emozioni.
Con alle spalle un predecessore di tale successo, il nuovo "You are my destiny" non può che apparire come un'insipida minestra riscaldata. Il consiglio quindi è: guardate la versione coreana e dimenticatevi di questa.
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L'episodio meno convincente è stato il primo, ci è mancato davvero poco che abbandonassi l'intera serie.
Ho apprezzato la protagonista, oltre a una buona recitazione è risultata carismatica e lontana dalle solite figure femminili insipide che spesso popolano questo genere di drama. Il protagonista, attore molto prolifico (la sua filmografia conta un numero annuo impressionante di serie che lo vedono protagonista), non mi convince mai fino in fondo: mi sembra di rivedere sempre la stessa figura, esteticamente e non solo, come se non fosse davvero capace di calarsi in un ruolo specifico e dare una caratterizzazione unica ai personaggi che interpreta.
Di contro, un punto di forza della serie è sicuramente il pairing secondario dato dai due responsabili della Divisione 1: entrambi i personaggi mostrano un'evoluzione individuale e - più avanti - di coppia che fa invidia anche ai protagonisti.
Giudizio finale: non un capolavoro e niente di originale, ma comunque una buona prova del filone "già visto"
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Per me è no
Ho guardato questa serie per via della presenza di Luo Yun Xi. Un medical drama di 40 episodi con un romance ostacolato dalla malattia di Huntington di lei. Non una trama originalissima, ma se sviluppata bene, ci poteva stare. Purtroppo però l'ho trovata poco riuscita: nulla da dire sul cast e il livello di recitazione, ma la storia in sé annoia alla svelta. Tanti episodi e pochi elementi da sfruttare, che finiscono per ripetersi e tirarla per le lunghe, facendo calare l'interesse a zero. Ho faticato a finirla, alcuni episodi li ho quasi saltati a piedi pari. Potrei elencare una lunga serie di difetti e pecche ma sostanzialmente il problema principale è solo uno: le manca l'appeal.Una nota puramente estetica: Luo Yun Xi, che ho sempre visto molto esile anche in altre serie, qui appare proprio emaciato (paradossalmente, nella storia, la protagonista soffre di una rara malattia genetica ma sembra più in salute di lui, che tra il volto scavato e il tono dell'incarnato davvero da l'aria di essere lui il malato).
Al di là di questo, non mi sento in generale di consigliarla. Ci sono tanti di quei romance-medical-drama più accattivanti e interessanti in giro che davvero la visione di questa serie lascia un po' il tempo che trova...
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Commedia carina, ma protagonista sbagliata.
Serie difficile da recensire, perchè per quanto mi riguarda mi sono ritrovata in una situazione davvero singolare: di solito i protagonisti sono chiari, possono piacere o non piacere, essere credibili o meno, ma resta il fatto che sono quelli. Mai mi è capitato di trovarmi a sperare di avere come protagonista - femminile in questo caso - un personaggio che poi invece non lo è. Davvero, una situazione strana. Ma procediamo con ordine...Commedia che sa essere a tratti divertente e a tratti più profonda. Il protagonista è chiaro fin da subito, lo chef Kang, abilmente interpretato da Jo Jung Suk, in una delle sue performance a mio avviso meglio riuscite insieme al ruolo secondario in "The King 2 hearts" (e anche lì riveste i panni di un personaggio estremamente corretto e cauto, sentimentalmente impacciato e inesperto, concentrato sulla carriera ma fondamentalmente dall'animo gentile...E' il suo ruolo, insomma!). Abbiamo poi due figure femminili: Na Bong Soon, giovane aiuto-cuoca in grado di vedere i fantasmi e timorosa di tutto, persino della sua stessa ombra, non che segretamente innamorata dello chef e poi Shin Sun Ae, fantasma di una giovane ragazza morta che vaga senza pace nel mondo degli umani e che solo Na Bong Soon può vedere. Caratterialmente sono una l'opposto dell'altra, tanto Bong Soon è un pulcino spaurito capace solo di balbettare "mi scusi, chef", "mi dispiace, chef", "si, chef", tanto Sun Ae è dirompente, schietta, diretta ed esuberante. Il rimpianto di Sun Ae è quello di essere morta vergine, motivo per cui si impossessa del corpo di giovani donne cercando - senza successo - di raggiungere il suo obiettivo e togliersi il capriccio. Ovviamente si impossessa del corpo di Bong Soon, dapprima senza il suo permesso e poi in accordo con la giovane, e punta dritta al letto dello chef Kang, che si trova quindi davanti a un personaggio bipolare, che alterna - pochi - momenti remissivi/timoroso e - molti - momenti "maniacali", così come li definisce lui, in cui la fanciulla cerca palesemente di saltargli addosso. Sono i momenti più divertenti e più frequenti, perchè già dopo i primissimi episodi i momenti della vera, noiosissima e inconsistente Bong Soon si riducono all'osso e al comando del suo corpo c'è quasi sempre Sun Ae. Tutti i momenti più intensi e divertenti della serie, baci (quasi tutti) inclusi, sono tra lo chef e il fantasma. E se inizialmente l'interesse di Sun Ae è prettamente fisico, col tempo finisce per innamorarsi anche lei dello chef e il rapporto tra i due si arricchisce anche di scene molto dolci (come quella sull'altalena dove lei confessa tutte le cose che vorrebbe fare e che non ha mai fatto). C'è una terza figura femminile, che nell'immaginario dovrebbe fare da rivale, ma che sembra quasi non entrare nemmeno in scena, perchè sostanzialmente la verità è che la rivale di Sun Ae è Bong Soon: inutile dire che la simpatia è tutta per la prima, la coppia formata da lei e dallo chef fa scintille ed è anche la coppia che occupa l'80% delle scene, tant'è che speravo fosse lei alla fine a incontrare il lieto fine. Certo c'era l'ostacolo - non da poco - della sua dipartita, tornare in vita era un po' una forzatura, a meno di rubare il corpo a una Bong Soon magari in punto di morte... ma Bong Soon non è un personaggio cattivo, è piatta, insignificante, timida, perennemente impaurita, ma dipinta come una ragazza di buon cuore, quindi regalarle una brutta fine non sarebbe stato possibile. Ed ecco quindi che a una certa Sun Ae si fa da parte, l'attenzione si sposta sul mistero legato alla sua morte, mentre lo chef - venuto a conoscenza dell'esistenza del fantasma - dopo un primo momento di smarrimento decide di dichiararsi a Bong Soon (certo, apprezzava da anni il blog che la ragazza gestiva senza sapere che fosse lei, ma torno a ripetere che tutte le scene importanti della serie le ha vissute con la ragazza fantasma). Anche dal punto di vista dei personaggi secondari, spiccano il padre e il fratello di Sun Ae, e le relazioni di famiglia sembrano per assurdo dare ancora più spessore al personaggio. La fine è stata una magra consolazione: Sun Ae trova il suo lieto fine nell'aver risolto il mistero della sua morte e nell'aver avuto modo di rincuorare il padre, Bong Soon si mostra sempre più sicura di sé stessa e inizia a mostrare quel carattere che sembrava non avesse (che nelle ultime scene arrivi a porsi in modo sfrontato come era solita fare Sun Ae l'ho trovato poco credibile e francamente fastidioso).
Concludendo: una commedia carina, che fa apprezzare la fanciulla fantasma fino a tifare per lei, ma che poi forza l'happy ending con la ragazza insipida (e il cui personaggio è stato poco approfondito/sviluppato, vuoi anche per il ridotto numero di scene a lei dedicate rispetto all'altra).
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Senza infamia e senza lode, ma che riesce a smarcarsi un poco dalle mille altre serie simili
Serie senza infamia e senza lode, simile a mille altri drama made in Cina, ma che - dovendo scegliere - consiglierei di guardare rispetto appunto a molti altri. Niente di originale, se siete a caccia di un buon romance mettete in conto un'evoluzione davvero davvero lenta della love story - cliché di queste serie da 40/50 episodi - per cui armatevi di santa pazienza e non aspettatevi una chimica stratosferica tra i personaggi.Anche l'ambientazione non si discosta dagli stereotipi, quindi abbiamo i personaggi principali come sempre in ambito giuridico (avvocati/procuratori), vertice aziendale (CEO/AD/Presidente), medico, forze dell'ordine/militare. Gira e rigira il bacino di provenienza è sempre lo stesso. Quindi qui abbiamo un avvocato e una dottoressa, i conti tornano.
Due i motivi che la fanno emergere rispetto alla massa di produzioni simili:
1) la caratterizzazione dei protagonisti: per assurdo, può non fare impazzire, ma almeno non li ho dimenticati a serie finita confondendoli tra i mille protagonisti di altre serie. Li ho addirittura battezzati con dei soprannomi, indi per cui abbiamo "ossicino" (va bene nei panni dell'avvocato, ma per la squadra di soccorso la sua struttura mingherlina era davvero un po' poco credibile, soprattutto per le peripezie che compie in alcune scene di salvataggio) e "mai una gioia" (di certo la FL meno sorridente della storia, anche in linea con quella che viene presentata come la sua storia pregressa, per carità, ma di certo salta all'occhio l'espressione perennemente priva di una qualsiasi scintilla di gioia e vitalità). Lui, inoltre, sfodera nei confronti della sorella un atteggiamento pressante e asfissiante da vecchia perpetua. Non sono i classici protagonisti, insomma. E forse questo loro tratteggio che li disegna in modo meno perfetto li rende contemporaneamente più riconoscibili e caratteristici.
2) il pairing secondario dato dalla sorella muta e il soccorritore/corriere: coppia interessante e ben strutturata, nei blocchi di episodi in cui l'evoluzione tra i protagonisti soffriva fasi di stallo questi due personaggi secondari erano una sorta di boccata d'aria fresca.
Riassumendo, non una visione sensazionale, ma se siete dell'umore per una lunga serie, una commedia con una punta di romanticismo e una punta di azione, allora tra le tantissime proposte in rete, darei una chance a questa.
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