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Ottimo ritratto dell'antieroe stratega
Desideravo vedere questa serie da parecchio tempo...Non disegno i classici eroi, ma gli antieroi mi piacciono di più. Il fascino di un personaggio che ha principi, morale e regole tutte sue, e che non sempre collimano col "buono" che va a braccetto con la giustizia e la correttezza che - talvolta con piena ipocrisia - il resto del mondo sembra inseguire. L'armatura scintillante - senza macchia! e senza paura - del principe azzurro si opacizza all'istante, al confronto!Fin dalle prime scene ho potuto apprezzare la qualità della serie, le riprese, i dialoghi, il ritmo. Partiamo dall'unica pecca: la totale assenza di romance. Per me è un elemento un po' indispensabile, ma devo dire che ci sono state alcune - poche a dire il vero - serie talmente belle che ho un po' perdonato la mancanza. Con questo non voglio dire che pretendevo una love story che facesse da pilastro portante (come in "Healer", che ha davvero molto in comune con questa serie, dall'azione, al ritmo, al classico Badass Male Lead, solo i toni differiscono, qui nettamente più cupi e violenti), mi sarei accontentata anche di un semplice accenno di romance (come in "Vincenzo", altra serie simile con un fantastico personaggio che per sconfiggere i cattivi deve diventare piu cattivo dei cattivi). Vigilante mi ricorda molto queste due serie, tra le mie preferite. Non solo, la trama per certi versi è anche più complessa e imprevedibile: si da allo spettatore l'illusione di aver colto degli indizi, di aver capito tutto, per poi farlo cadere in pieno nel tranello. Davvero, ho cambiato idea e fatto ipotesi così tante volte durante gli episodi, con personaggi che passavano dal lato buono a quello cattivo, poi forse ancora al lato buono, per poi farmi venire nuovamente il dubbio... Ciò che serve per mantenere alta l'attenzione e la curiosità. Dicevo, la trama è complessa e il nostro Vigilante è un buon stratega (e qui non posso esimermi dal paragone con "Doctor Prisoner", dove il protagonista interpretato da Namgoong Min è un Machiavelli per eccellenza). L'attore protagonista non ha lasciato a dire il vero il segno, l'ho apprezzato ma ho avuto la sensazione sia rimasto un po' nell'indefinito, non so se è un limite dell'attore o l'esigenza di mantenere un protagonista con un basso profilo. C'è poi quello che ho soprannominato "il pazzoide", alias il suo fan numero uno, fuori come un balcone e che fino a oltre metà della serie ancora non ero riuscita a inquadrare correttamente; buona la prova della giornalista, non un concentrato di simpatia a pelle e nemmeno di empatia, ma complessivamente credibile come personaggio; infine c'è lui, Cho Heon, interpretato da un Yoo Ji Tae che non rivedevo dai tempi di Healer e che nel frattempo, oltre ai segni evidenti del decennio trascorso, si presenta decisamente irrobustito e pronto a sfoggiare una forza da Incredibile Hulk. Con i suoi due neo-acquisiti scagnozzi - due impiastri di furfanti mezzi incapaci che mi ricordano Pena e Panico, tirapiedi di Ade nel classico della Disney - direi che avremmo una squadra al completo per affrontare una seconda stagione e - chissà - infilarci dentro finalmente il tanto atteso romance. Le premesse per un sequel, scene finali comprese - ci sarebbero tutte, ma temo non sia la volontà di chi ha realizzato questa trasposizione (è un adattamento di un webtoon). Comunque sia, sequel o meno, resta davvero un gran bel drama. Consigliatissimo!
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Drama medico che si perde nell'anonimato
Doctors è - evidentemente dal titolo - un drama medico. Me ne vengono in mente diversi sul tema, ciascuno a suo modo con un taglio caratteristico. Quello che manca a questa serie, di fondo, è proprio questo. Non c'è un elemento caratterizzante, il passato difficile e turbolento della protagonista non basta a diversificare la serie dalla massa. Anche a livello del romance, la storia è davvero un po' povera. Inquadrato il passato, inquadrato il presente, tutto finisce lì. Manca di struttura e di stimoli, proprio di pensiero, oserei dire.Rispetto alla recitazione, buona la prova della protagonista che avevo già notato in altre serie. Lui, invece, insopportabile, infila il sorriso praticamente in ogni scena, anche dove proprio risulta fuori luogo. I personaggi secondari non sono particolarmente degni di nota, del resto non c'è chissà quale attenzione a tratteggiarli e a farli emergere nella loro individualità. Dovesse venirmi la voglia di rivedere un drama medico, insomma, sono altri i titoli che andrei a rispolverare.
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Valutazione e recensione valgono sia per la serie che per il suo sequel. Una BL dalla classica impostazione accademica, con una pairing principale che funziona per metà: la metà valida è data dal personaggio di Ae, davvero ben costruito nella parte iniziale della serie. Interessante l'evoluzione del suo personaggio e come viva il suo rapporto con Pete e il graduale processo di comprensione dei propri sentimenti nei confronti dell'altro ragazzo. Caratterialmente non viene stravolto, ed è una cosa che ho davvero molto apprezzato. Anche Pete, suo malgrado, resta coerente dall'inizio alla fine...ma lo dico in modo negativo, perchè l'ho trovato un personaggio davvero piatto e inconsistente, al limite dell'irritante: una piantina grassa che non ha un pensiero suo, non prende una posizione che sia una. Oltre alla coppia principale, c'è poi un pairing secondario, che nella prima serie per certi versi mi aveva affascinata più dei protagonisti. Trattasi di Tin e Can, insoliti ma accattivanti, che lontanamente - ma molto, molto lontanamente - un po' mi ricordavano uno dei miei pairing preferiti (Win/Team di UWMA e protagonisti del sequel Hemp Rope/Between Us). Peccato per il sequel, sì dedicato a loro, ma che per i primi 7 episodi ripercorre quanto già accaduto nella prima serie, cercando di offrire angolazioni diverse ma creando non poche discrepanze con le scene originali, e i restanti 7 episodi vedono tutti i lati positivi del duo disperdersi piano piano per terminare nella coppietta degna del più classico e melenso cliché. Un'opportunità persa, dunque. Concludendo, una serie che tra le basi qualcosa aveva azzeccato (il personaggio di Ae e il match Tin/Can) ma che oltre a non sfruttare il potenziale finisce anche per perderlo per strada. Peccato. Questa recensione ti è stata utile?
Una serie piacevole ma troppo allungata
Storia carina, non nuova ma complessivamente apprezzabile. Amici d'infanzia che si ritrovano in età adulta, lui che attende lei da tutta la vita, lei che non lo riconosce subito. Ambientazione legale-medico-sanitaria ben rappresentata. Attori tutto sommato bravi, pairing secondario oltre al principale. Love story sicuramente presente, molti baci ma nulla di più.Cosa manca? Principalmente, l'ostacolo. E' una serie la cui trama punta al 95% sulla storia d'amore, al di là dei primi episodi dove si ritrovano e, più avanti, riconoscono (pur in tempi diversi), poi lo sviluppo sostanzialmente termina lì. Tolto qualche screzio dovuto alla gelosia, davvero la coppia perde di attrattiva e si trascina per il resto della serie, che conta in totale ben 28 episodi. Ne sarebbero bastati la metà, decisamente. Vero che, mentre l'ormai consolidata coppia principale procede a ritmo di crociera con un celo quasi perennemente sereno, emerge la coppia secondaria, a mio avviso forse più interessante della principale. E' un pairing con un'evoluzione più turbolenta e sofferta, che ho apprezzato molto ma che nel finale si è un po' "spento". Un difetto che riconosco a molte serie è quella di creare una coppia accattivante all'inizio ma che, raggiunto l'equilibrio che si trascinerà fino all'happy ending, perdono carattere e divetano piatte, disperdendo tutta la verve iniziale. Altri personaggi secondari presenti ma come un contorno al piatto principale, senza la volontà di analizzarli più a fondo. Non è quella serie che mi resterà impressa nella memoria o che vorrò rivedere, ma nemmeno quella che annovererò tra i flop o i disastri totali. Senza infamia e senza lode, insomma.
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You're All Surrounded
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KinnPorsche2...bella l'idea sulla carta, pessimo il risultato nel concreto
Che dire... Una serie che mi ha fatto rivivere - purtroppo - la triste esperienza di KinnPorsche. Buona l'idea di base, un protagonista che è a capo di una banda criminale non lo si rifiuta mai, anzi. Che l'altro protagonista fosse un poliziotto, era una bella novità.Dicevo, sulla carta molto bella, ma lo sviluppo concreto è tutta un'altra cosa. Partiamo dai personaggi principali: Tang Yi viene dipinto come un gangster dall'animo innocente, e già qui non ci siamo. Puoi essere buono nel senso di essere un cattivo che se la prende con i cattivi - per citare ancora il caro Vincenzo - ma pur sempre cattivo (anche nel senso buono) rimani. Shao Fei invece è proprio irritante, una macchietta fastidiosa e inconsistente. Mi vengono in mente almeno dieci personaggi nel ruolo di detective di altri drama che sono più seri e credibili di lui, e dico dieci senza fare troppa fatica. Flop sulla caratterizzazione dei personaggi, dunque. Ma passiamo alla trama. Plot? What plot? Qui è proprio il caso di dirlo... Non so se è peggio non avere una trama - come in alcune serie in cui tutto è in funzione della coppia protagonista - o avere una trama che grida all'incoerenza. Qui sono stati legati assieme elementi sparsi del mondo criminale, in un susseguirsi raffazzonato che mira a fare da storia, ma che di fatto è un insieme di passaggi sconclusionati e senza senso. Non c'è filo logico, i fatti potrebbero essere rimescolati in ordine sparso, che tanto la credibilità resterebbe la stessa. Non si capisce perchè certe scelte vengano fatte dopo quando si potevano fare prima, perchè certe ovvie soluzioni non vengono prese in considerazione... La storia, dunque, è un altro flop.
La dinamica di coppia, se possibile, da poi il colpo di grazia, unendo la pessima caratterizzazione dei personaggi a scene appositamente allestite, con il risultato di offrire siparietti stucchevoli di cui davvero non si sente il bisogno. Se nei primissimi episodi i toni sono ancora accettabili, in quelli successivi c'è proprio un'escalation glicemica, dove le pistole vengono sostituite dai mestoli da cucina, le minacce a sangue freddo diventano melensaggini con il cuore di panna e gli sguardi truci prendono la forma di occhi a cuoricino. Esattamente con in KinnPorsche. Di questo passo mi chiedo se riuscirò mai a vedere una BL ambientata nello spietato mondo criminale strutturata come si deve... Di certo, non è HIStory3: Trapped.
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Una serie che mette sul piatto il "poco" e il "già visto", tirandolo per le lunghe
Occorre armarsi di una buona dose di tolleranza e tanta pazienza prima di iniziare a guardare questa serie. Quando assegno valutazioni alte a drama senza pretese e che sanno di già visto - cliché compresi - lo faccio perchè comunque fatti molto bene e quindi coinvolgenti da guardare. Quelle alte valutazioni acquisiscono senso se paragonate a di serie come "More than friends", che si pongono gli stessi semplici obiettivi ma non raggiungono nemmeno quelli.Tutto già visto, ma gestito anche male. Ci sono solo 16 episodi - davvero tanti, troppi in questo caso - in cui lui, lei (e a volte anche l'altro) si rincorrono a vicenda. Quando a lei piace lui, a lui non piace lei. Quando anche a lui piace lei, a lei forse piace un altro. Quando lei ci ripensa, poi lui va via. Quando lei va oltre, lui torna indietro. E via così...per ben sedici episodi, nessuno - purtroppo - escluso.
Ripeto, mi va bene il già visto, ma con l'aggiunta di nuovi dettagli, qualche elemento caratterizzante e stimolante, non si chiede molto. Invece questa serie si concentra unicamente sull'improbabile triangolo amoroso e le varie rincorse tra di loro.
In virtù di un paio di scene comunque emozionanti, non tolgo la sufficienza. Ma non vado davvero oltre.
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Un drama melenso e senza trama
Ho visto questo drama tempo fa, forse dopo le primissime BL Thai. Mi aveva un po' delusa, l'avevo guardato sbrigativamente e poi archiviato. A distanza di alcuni mesi, ho provato a dargli una seconda chance. Niente, la prima impressione era quella giusta.L'unico pro credo sia la buona chimica di coppia, sia per quanto riguarda il pairing principale che quello secondario.
Di contro, tante cose. Dal fatto che, diciamocelo, una trama non esiste. Ci sono solo una serie di elementi infilati - a volte un po' a caso - per accompagnare la relazione dei protagonisti nella direzione in cui si vuole andare. Non ci sono grandi drammi, veri e propri ostacoli, ma ci si limita a puntare tutto sul tema del "segreto" e del "non detto", anche dove ciò che viene celato non è niente di eclatante, tant'è che una volta svelato non va a sconvolgere chissà quali equilibri. Alcune scelte, poi, risultano così forzate da essere un po' assurde, vedi il fatto che i due siano stati promessi fin dalla tenera età per volere delle rispettive famiglie (ah, la logica, questa strana cosa misteriosa!). Gli attori abbastanza bravi, anche se l'attore che interpreta Lian mi suscita antipatia a prima vista. Se da una parte, dicevo, non esiste una storia vera e propria, dall'altra a peggiorare la situazioni arrivano una quantità disumana di scenette assurde: un conto è il momento un po' glicemico, ma comunque emozionante e romantico, un altro sono i siparietti melensi, così sdolcinati da risultare ridicoli e quasi imbarazzanti. Ecco, per arrivare alle - non poche, va detto - scene appassionate tra i due occorre però sopravvivere alla pioggia di zucchero a velo del prima e spesso anche del dopo.
Giusto per completezza, mi sono fatta del male e ho guardato anche il sequel e, non contenta, anche la spin-off su Yi e Diao. Per entrambe, confermo quanto già detto per la serie originale. Anzi, in alcuni passaggi sono riuscite pure a essere al di sotto di "Cutie Pie", che non è cosa da poco. Il giudizio finale è una sufficienza risicata, giusto per l'affiatamento tra le coppie. Ma non lo ritengo un motivo sufficiente per consigliarne la visione.
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Un film davvero meritevole
Davvero un bel film. Riesce a sfruttare ottimamente il tempo a disposizione, con uno spaccato sulla difficile infanzia di Chi Soo, per poi mostrare un punto di partenza presente ben delineato. Chi Soo è diventato più forte, non subisce abusi e atti di bullismo come nel passato, ma il denominatore comune resta ancora lo stesso: non ha una vera famiglia. Bello l'incontro con Gi Tae - mi è sembrato un po' forzato ma poi a posteriori tutto acquista un senso - e come il rapporto tra i due evolve, velocemente ma mantenendo coerenza e naturalezza. Il culmine coincide con la scoperta dell'identità e dei rispettivi ruoli e da lì poi si giunge al momento finale - bello ma a mio avviso non la parte più intensa - con Chi Soo che in chiusura diventa finalmente parte di una vera famiglia.Bravi gli attori, ho preferito più l'interprete di Chi Soo piuttosto che quello di Gi Tae. Proprio sul personaggio di Gi Tae resta la mia sola perplessità: il suo stile di vita, diverso da quello di Chi Soo, rende difficile credere a questo suo lato nascosto, di cui persino la sorella è ignara (lo vediamo molto valido nel combattimento, rende l'idea di anni di allenamento e in generale il coinvolgimento in questioni che non è tanto semplice mascherare in una vita normale). Per Chi Soo è diverso, non ha una doppia vita o persone vicine a cui nascondere chi è e cosa fa.
La cosa più sorprendente di tutte è però che si tratta di un film coreano che stranamente osa molto più del solito nelle scene intime, soprattutto se consideriamo il genere BL. Nulla di eccessivo o di volgare, ma fortunatamente nessuna scenetta a stampo con fermo immagine di 20 secondi, che se già a volte risulta ridicola in alcune serie romantiche, in un film di questo genere sarebbe stata davvero assurda.
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Serie semplice ma coinvolgente...Farà da apripista per drama futuri?
Serie decisamente piacevole. Vorrei dire "sorprendentemente" piacevole, ma la verità è che per qualche strano motivo - oltre alle valutazioni positive - mi aspettavo l'avrei apprezzata. E così è stato. Per assurdo, non è una serie priva di difetti. Ne ha, e molti. Ma è uno di quei rari casi in cui una serie mi prende così tanto da perdonarle praticamente tutto.Le pecche le ho notate, tutte quante. Dal solito problema - tipico della maggior parte delle BL - di una breve durata (la metà rispetto alla media dei 16 episodi delle serie con coppia principale etero, e per di più il singolo episodio che dura un terzo rispetto all'altro...fatti due conti, il tempo è davvero ridotto), a una storia che - diciamocelo - proprio così articolata non è: non c'è stato un grande sforzo nella trama, peraltro infarcita da molti dei soliti cliché. Anche sull'attenzione per i dettagli qualche scivolone c'è stato e, per quanto graziosi, i piccoli Jun e Jun dei flashback si confondono abbastanza - difficile capire chi è uno e chi rappresenta l'altro - oltre ad alcuni passaggi successivi non poi così chiari o logici: Jun-direttore sembra aver seguito da lontano la vita di Jun-stagista, in un'attesa eterna senza aver pianificato alcuna mossa, tant'è che l'incontro è puramente casuale, in pieno stile "coincidenza delle coincidenze!". Anche banalmente il nome del prodotto ideato, June Jun, che si rifà in maniera più che palese al loro nome - come del resto il nome della serie stessa - non viene nemmeno fatto oggetto di alcuna ovvia riflessione da parte di nessuno. Tutte queste critiche però impallidiscono di fronte alla capacità di trasmettere e coinvolgere di questi giovani e promettenti attori. Attori che, per l'appunto, hanno esordito come protagonisti proprio in questa serie. Ottima la chimica tra i due, il loro modo di interagire è al contempo divertente, tenero, affascinante e intrigante. Valore aggiunto credo sia stato l'aver finalmente rotto il ghiaccio, per una serie coreana, rispetto ad alcuni tabù che tendono a soffocare anche le coppie più affiatate. Ben lungi dall'essere una NC18, poiché senza scene particolarmente esplicite o volgari - e va bene così - riesce comunque a mettere quel pizzico in più che fa la differenza in alcune scene (le considerazioni di Jun-stagista quando si ritrova seduto in braccio a Jun-Direttore, piuttosto che il bacio che si scambiano seduti accanto alla finta fidanzata di Jun-direttore, e l'apertura del regalo della suddetta ragazza nella scena finale). Nel 2023 intravediamo forse una serie che farà da trampolino di lancio, unendo i pregi delle serie coreane ma superando i limiti del ridicolo in cui a volte sconfina l'eccessivo pudore. Spero di rivedere questi attori cimentarsi con altri drama, spero di vedere di nuovo un copione che osa qualcosa di più e, se come mi auguro sarà la prima a mostrare un nuovo taglio nei Kdrama, non mi spiacerebbe in futuro poter contare su episodi di maggiore durata e trame più sostanziose. Ma, per il momento, va bene così. E' un punto di partenza. Bella, migliorabile, ma avviata verso la direzione giusta.
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Go Ho's Starry Night
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Serie senza pretese, con poligoni amorosi troppo complessi rispetto al tempo a disposizione
Sono incappata in questa serie sulle orme dell'attore protagonista, Kim Young Kwang, è bene dirlo. E va detto che l'ho apprezzato molto, nel ruolo, nell'espressività, nella recitazione. Se devo dare un giudizio alla serie in sé, una commedia leggera che non fa né male né bene. L'avrei forse valutata qualcosa in più se non ci fossero stati due elementi in particolare, a mio avviso i principali difetti:- la durata: i drama non sono strutturati come dei film che sanno starci in un paio d'ore, si dilungano per conformazione e in questo caso i 20 episodi sono fittizi, dato che durano meno di una ventina di minuti l'uno. In certi passaggi, insomma, che la sceneggiatura avesse una certa fretta era più che palese;
- la geometria della love story: già il tempo a disposizione è quello che è, non capisco complicare con una serie di intrecci complessi poi da sciogliere. Perchè non è nemmeno un triangolo amoroso, ma addirittura un quadrilatero (e, anche se solo accennato, la direzione sembrava volesse puntare a poligoni anche superiori).
Paragonerei questa serie alla ricetta per una buona torta - non squisita, ma comunque buona - dove però ci si mette troppi ingredienti e si sbagliano pure i tempi di cottura.
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Falling for Innocence
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Bella serie, abbastanza all'altezza delle aspettative. Nessun elemento innovativo, abbiamo un drama con un buono ma scomodo che ci lascia le penne (il poliziotto fidanzato della protagonista), un cattivo che diventa buono (il protagonista), il buono che diventa cattivo (l'amico) e la protagonista. Seguono a ruota alcuni personaggi secondari che ho comunque apprezzato, Wendy in primis. Gli intrecci della trama seguono alcuni temi principali: quello della donazione del cuore dal fidanzato poliziotti a Kang Min Ho, i suoi piani di vendetta e per i quali si è speso tutta la vita, l'evoluzione a paladino dell'azienda che inizialmente voleva affossare, oltre al venire a patti con tutta una serie di emozioni e sentimenti mai provati/accettati prima. Cuore nuovo, vita nuova, insomma. I giochi di potere per il controllo dell'azienda mantengono un buon ritmo, non c'è mai quella mossa geniale alla "Doctor Prisoner" ma complessivamente l'obiettivo di mantenere alta l'attenzione è raggiunto. Avevo messo in conto il triangolo lei, lui e il cuore dell'altro...tirato forse un po' troppo per le lunghe. La protagonista è il tallone d'Achille della serie a mio avviso: non è riuscita a trasmettermi nulla, l'ho trovata davvero insignificante, non una grande prova di recitazione, ed è un peccato perchè il personaggio in sé aveva un buon potenziale. Molto meglio riuscito invece il personaggio di Kang Min Ho, ben strutturato e dalle molte sfaccettature e ben interpretato da un attore, Jung Kyung Ho, che avevo già avuto modo di apprezzare in Cruel City e che vedo azzeccato per questo genere di ruoli (tra l'altro qualcosa in lui mi ricorda vagamente Namgoong Min, il mio attore preferito in assoluto). Ergo, una bella serie, niente di eccezionale, ma comunque graziosa. Consigliata? Perchè no... Questa recensione ti è stata utile?
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Una serie che concentra i pregi nella prima parte e tutti i difetti nella seconda
Avevo messo questo drama nella lista da vedere già da un po' di tempo, ma non mi decidevo mai. Probabilmente perchè l'immagine rappresentativa della serie (su Viki) faceva presagire una serie a tema vampiri banale e forse anche grottesca. L'immagine di fatto si è rivelata fuorviante (il nostro protagonista mai nemmeno berrà del sangue umano, quindi a maggior ragione mi chiedo perchè dipingerlo attaccato a una sacca di sangue manco sorseggiasse un'aranciata con la cannuccia). Arriva comunque il giorno in cui mi decido, ed è una piacevolissima sorpresa. I toni non sono grotteschi, anzi. Bella l'ambientazione, ben strutturate le premesse ambientate nel passato, interessante la visione del vampiro come infetto da un virus. I due protagonisti entrano in contatto, si prendono a frecciatine tra una diagnosi e un'operazione in sala operatoria e tutto fila che è una meraviglia. Nel mentre lui scava alla ricerca della verità, i vari personaggi secondari acquisiscono via via una definizione (chi palese, chi nascosta) e, davvero, riesco ad apprezzare un episodio dopo l'altro. Alcune delle scene banali e prevedibili che mi aspetto non ci sono, ed è anche un bene. Poi, però, l'inversione di rotta. Lasciamo quasi di colpo la sala operatoria, e la lasciamo praticamente per sempre, e la serie si concentra solo sul confronto tra le varie fazioni. Diventa un investigare, provocare, dubitare, verificare, reagire, praticamente a circolo chiuso. Se non fosse per qualche scena nella corsia dove si sperimenta sui pazienti quasi ci dimenticheremmo che il drama è partito con un'ambientazione medica predominante. Ogni tanto viene aggiunto un pezzo al puzzle - perchè prima o poi è chiaro che il mistero dovrà essere risolto - ma la serie perde di verve, l'entusiasmo scema e si seguono gli ultimi episodi giusto per la volontà di capire come verrà chiusa la vicenda. Soprattutto nella seconda parte ho trovato dei passaggi poco lineari, dalla scelta di eliminare l'amico coinquilino, idea che nella sua tristezza posso anche condividere perchè l'effetto "tutti buoni, tutti salvi" a volte spopola, ma che deve essere gestito bene. Se meritava una tale fine, meritava fosse pianificata con più cura, invece è stata davvero buttata lì male. Il finale, lo ammetto, non sono riuscita a capirlo e - come altri - ho dovuto cercare in rete l'illuminazione. Ok, capito, ma...se è risultato così incomprensibile a molti forse è già segnale che non è stato fatto per bene (poteva anche attendere il redivivo Corea e andare più avanti in Cecenia, tanto per dire...c'era bisogno dell'apparizione inaspettata? Boh.). Passando agli attori protagonisti, lui azzeccato per la parte. La sua compostezza ci stava tutta, anche se mi è venuto da chiedermi se si fosse calato splendidamente nella parte o se quell'aria imperscrutabile sia un limite all'espressività dell'attore (quello lo scoprirò dopo averlo visto in altre serie). Comunque, dicevo, lui freddo e conciso ci sta. D'altro canto lei avrebbe dovuto compensare...e ci prova, ma proprio non le riesce. Non sono riuscita davvero ad apprezzare l'attrice protagonista - che più volte mi ha ricordato un personaggio antagonista secondario di un'altra serie, pur non rivelandosi in realtà la stessa attrice - e che ho trovato davvero forzata e poco espressiva. Si vede lontano un miglio l'atteggiamento artefatto. L'affiatamento tra la coppia ne risente inevitabilmente, complice anche l'estenuante lentezza con cui evolve la relazione romantica (accontentiamoci di un bacio e poi prepariamoci a sentirli riferirsi all'altro come "primario" e "dottoressa Yoo" fino alla fine della serie). E gli episodi non sono i classici 16, ma ben 20, tempo e spazio insomma non mancavano. Già come pairing funzionano male e trasmettono poco, il carico di distanza aggiuntiva voluto dalla sceneggiatura ha dato il colpo di grazia. Mi sento però di concludere con un giudizio mediamente positivo, lo stesso dato ad altri drama nei quali ho riscontrato diversi difetti ma apprezzato dei pregi, con la differenza che nel caso di Blood la distribuzione non è uniforme: c'è una prima parte fatta davvero molto bene a cui segue una seconda parte fatta davvero molto male. Peccato.Questa recensione ti è stata utile?
Una serie accattivante che degenera poi nella glicemia
Questa è una serie che esordisce in modo accattivante. Schietta e senza filtri, mostra immagini violente anche di un certo impatto (vedi la bambina investita per strada). Una volta tanto le motivazioni alla base della trama hanno un certo spessore, senza ridicoli drammi inventati sostanzialmente sul nulla. Da una parte poi abbiamo Tin, onesto e affranto, dall'altra Charn, cinico, bramoso del potere e più che disposto a vendere l'anima al diavolo. Il suo sorriso mordace è quasi un ghigno, un elemento che stona spesso col contesto ma che in realtà sottolinea quanto poco si faccia scalfire da tutto ciò che sconvolge le persone perbene.Certo, sotto la scorsa c'è un passato di sofferenza, ma la scorsa non è una maschera, è reale: non finge di essere cinico, la sua storia lo ha portato ad esserlo per davvero. Un pesce, che non è più un pesciolino, e che mira a diventare un pesce grosso. Ed è tanto ambizioso e pieno di sé da voler divorare uno squalo come il politico corrotto di turno. Il suo modo di muoversi è un machiavellico "il fine giustifica i mezzi", totalmente incomprensibile per una persona che vuole ostinatamente confidare nella giustizia come Tin. La prima parte della serie è incalzante, il rapporto tra i due mantiene un buon ritmo, tra la mancata fiducia di Tin e le uscite pungenti di Charn. Il clou con la serata nel locale frequentato dal giovane presunto colpevole, dove l'affiatamento tra i due protagonisti è al massimo. Poi, però, accade qualcosa. Finita la serata la tensione scema e quando i due si salutano andando ognuno a casa propria con tanto di "ciao ciao" con la mano e sorrisi...boh, ho avuto l'impressione che la storia avesse appena virato su un binario parallelo. Il problema, è che su questo binario parallelo ha continuato poi fino alla fine. Se la caccia al colpevole sostanzialmente continua fino a trovare il giusto epilogo, i due protagonisti perdono tutta la verve e si riducono a una serie di sdolcinati e banali cliché. L'interazione accattivante si dissolve e lascia posto a sorrisi glicemici, scenette ridicole, siparietti da sit com. Nulla di male in sé, peccato che questo drama nei primi episodi fosse tutt'altra cosa. Rispetto alla scene intime, non sono contraria né a quelle esplicite né a quelle non esplicite: semplicemente, ritengo debbano essere in linea con la tipologia di ogni singola serie. Questa serie, per il taglio dato all'inizio, doveva trovare un riscontro simile anche nelle scene tra i due protagonisti, che sono state invece molto più all'acqua di rose del dovuto. Niente di insormontabile, per carità, ma quasi a ribadire che la seconda parte del drama cambia completamente angolazione. Merita la visione? Sì...mettendo in conto che all'iniziale entusiasmo probabilmente seguirà una piccola delusione.
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Quando il troppo stroppia e i pregi diventano difetti
L'idea alla base della serie non è nuova - come dice il titolo si ispira al noto Dr.Jekyll e Mr. Hyde - ma la chiave di lettura sembra avere un buon potenziale di partenza: un Jekyll freddo, cinico, egoista e per nulla empatico e al contrario un Hyde che invece di essere un alter ego malvagio viene dipinto come un eroe, un salvatore, costantemente permeato da sorrisi e buone intenzioni.Un meccanismo rovesciato che mi ha incuriosita e che già dopo i primi episodi mostra un ulteriore inversione: Seo Jin non è poi così freddo e calcolatore come si sforza di apparire e d'altro canto l'altruismo di Robin non è proprio così smisurato. Un doppio flip che sembra voler rimettere tutto in discussione, gettando l'idea che "la verità non è quella che appare". In realtà, alla fine, la verità si troverà un po' nel mezzo.
A condire la storia ci sono dei buoni temi a supporto: la psicanalisi, i ricordi del rapimento durante l'infanzia, con tematica poliziesca annessa.
Tanti aspetti positivi, insomma. Eppure...c'è mancato poco che non la terminassi. Il ritmo - non dico incalzante, ma quanto meno coinvolgente - dei primi episodi rallenta a una velocità da crociera. Il giro di boa l'abbiamo a metà serie, con la protagonista che finalmente fa 2+2 e scopre che non esiste alcun gemello, ma sia prima che dopo i tempi sono davvero troppo dilatati, parliamo di 20 episodi che potevano benissimo essere riassunti in poco più della metà. E poiché il troppo stroppia, tutti gli aspetti positivi sopracitati diventano delle zavorre: la questione dell'avvicendarsi dei due sembra voler proseguire all'infinito, la storia del rapimento e del recupero dei ricordi sembra la saga della "storia infinita", la dottoressa segregata, le sedute ipnotiche, ecc... a una certa viene da dire "ok, abbiamo capito, ora però andiamo avanti!". Sostanzialmente è proprio questo dilungarsi esasperante che affossa una serie dalle premesse più che buone. Anche il triangolo amoroso viene trascinato fin quasi alla fine e risolto con un ricongiungimento che non ha il tempo di essere percepito come tale (più che un protagonista che alla fine è sia Robin che Seo Jin, la spiacevole impressione è che lei si sia sposata con Robin per poi trascorrere la vita con Seo Jin). Poteva essere gestito meglio, insomma. In ultimo, c'è davvero un eccessivo buonismo: il dualismo bene/male di Jekyll/Hyde sparisce, e vogliamo far risultare buoni entrambi. Non contenti, anche al padre di Seo Jin viene condonato molto e, perchè no, pure l'amico d'infanzia, che ha fatto da antagonista per buona parte della serie, entra nella squadra dei buoni redenti. Alla fin fine, i cattivi sono tutti spariti, insomma.
Per quanto riguarda i due attori protagonisti, non conoscevo l'attrice ma l'ho apprezzata molto. L'attore che interpreta il Presidente l'ho già visto in altri drama - in primis Suspicious Partner - e lo trovo sempre una valore aggiunto. Quanto a Hyun Bin, servono due parole a parte: l'ho conosciuto nel più acclamato "Crash landini on you", che è stato anche il mio prima k-drama in assoluto, e che ha fatto da apripista a tutte le serie asiatiche che ho visto successivamente. Non avendo termini di paragone, all'epoca, l'avevo trovato ineccepibile - pur nei panni di un personaggio non particolarmente scattante, va detto - ma molti degli altri suoi drama ero finita poi per abbandonarli, ridimensionando la sua bravura a una triste monotonia interpretativa. Con questa serie, invece, si riscatta decisamente: non solo perchè ricopre ruoli diametralmente opposti ma perchè emerge in entrambi tutta quell'energia che mi era sembrata sopita persino nella sua sopracitata serie di maggior successo. Consiglierei questa serie? I primi episodi valgono la pena, ma mettete in conto di non arrivare alla fine.
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