Zhang Ping è un orfano povero che viene dalla provincia. Si è trasferito a Pechino per provare a sostenere l'esame di ammissione al servizio civile, ma deve guadagnarsi da vivere facendo tagliatelle da vendere per strada. Sebbene i suoi modi non siano sofisticati e lui sia un po' sognatore, è eccezionalmente perspicace e anche piuttosto ficcanaso. Per questo ha un talento naturale per risolvere enigmi e capire fino in fondo gli intrighi. Invece, Lan Jue è un giovane pastore educato che nasconde un segreto che risale alla sua giovinezza e che non vuole rivelare a nessuno. Mentre Lan Jue si occupa dei suoi interessi, cercando di risolvere un caso, si imbatte in Zhang Ping. Nonostante alcune incomprensioni, quest'ultimo riesce ad aiutare Lan Jue a risolvere il caso, anche se questi scopre inavvertitamente il segreto dell'altro. Ma questo incidente si trasforma nell'inizio di una straordinaria collaborazione. I due uomini sviluppano un legame stretto, nonostante i loro trascorsi molto diversi. E insieme, decidono di risolvere ogni sorta di mistero e di liberare la corte del re dalla corruzione! (Fonte: Viki) ~~ Adattato dal romanzo "The Mystery of Zhang Guo" (张公案) di Da Feng Gua Guo (大风刮过). Modifica la Traduzione
- Italiano
- Русский
- Türkçe
- English
- Titolo Originale: 君子盟
- Conosciuto Anche Come: Zhang Gong An , The Society of Four Leaves
- Sceneggiatore: Li Lin, Li Qiong, Su Ming, Pei Li, Hua Qian Ci
- Regista: Yang Fan, Jia Xiao Xiong
- Generi: Thriller, Storico, Mistero, Drama
Dove Guardare A League of Nobleman
Cast & Ringraziamenti
- Jing Bo Ran Ruolo Principale
- Song Wei Long Ruolo Principale
- Wang Duo Ruolo Principale
- Shawn Zhang Ruolo Principale
Recensioni
Tanta tensione, ma a volte un po' troppo infantile
Il drama è un adattamento di "The Case of Zhang Gong", di Da Feng Gua Guo, ed è un tipico esempio, se mai ce n’è uno, di come delle buone premesse, un’ottima cinematografia e delle ambientazioni non sontuose, ma realistiche e visivamente appaganti, unite alla convincente interpretazione di molti degli attori coinvolti, siano stati parzialmente sciupati da una sceneggiatura non completamente convincente perché a volte troppo infantile e caricaturale. O, meglio: si tratta di un drama pieno di complotti, enigmi e suspense, con soluzioni spesso un poco estreme, che occorre guardare staccando la spina alla parte critica del cervello per poterne godere appieno.Dicevo: buone premesse. La storia parte bene, con un bel mistero da risolvere. Zhang Ping, povero orfano provinciale interpretato da un ottimo Song Wei Long, si reca nella capitale per gli esami di ammissione al servizio civile, con l’intento di seguire le orme di un investigatore autore di molti libri che oggi definiremmo gialli. Si picca di essere un retto paladino della giustizia e si comporta come il tipico elefante fra i cristalli. Inutile dire che combinerà più di un pasticcio, anche perché inizialmente è convinto che Lan Jue sia un delinquente.
Per contro, Lan Jue è un funzionario scampato alla morte nonostante sia figlio di un ministro giustiziato per tradimento. Farebbe quasi qualsiasi cosa per riabilitare il nome del padre e risolvere un tragico mistero di vent’anni prima. Il suo personaggio viene abbondantemente sviscerato, con tutte le sue contraddizioni: il suo desiderio di essere retto, contro la potente spinta a scoprire le vicende del passato e la riabilitazione del padre, formano un terreno fertile per scene emotivamente potenti e ben recitate. E l'interpretazione di Jing Bo Ran, in alcuni momenti languida e sensuale, è un vero piacere per gli occhi (specie coi capelli sciolti!).
Le vicende di questi due giovani, assieme a quelle di vari comprimari, verteranno intorno a quel fatidico periodo. E sono vicende molto intricate, in cui i vari casi giudiziari e il passato dei personaggi si intrecciano, sullo sfondo di una malvagia imperatrice vedova, tradimenti, eccidi e di un terribile segreto di palazzo. Dalla iniziale inimicizia e rivalità fra i due protagonisti si svilupperà man mano una bella amicizia.
Una cosa salta subito agli occhi: alcune sequenze, anche oniriche, che ricorrono durante il drama, sono visivamente allusive e appaganti, i colori sono spesso vivi ma non sgargianti, le scene, le transizioni sono gradevoli e catturano l’occhio dello spettatore, le soluzioni visive sono artistiche e gridano professionalità da ogni fotogramma. E, per il piacere delle orecchie, il commento musicale è molto azzeccato.
Le diverse investigazioni che vengono condotte sono anche abbastanza interessanti, ma vengono a volte risolte in maniera tale da non permettere allo spettatore di fare supposizioni informate, per cui si perde un po’ il piacere di cercare di indovinare. Il drama gioca con carte truccate, con molto uso di ipnotismo e incantesimi, portandoci decisamente nel reame del fantasy. Tutto sommato la prima metà della serie si lascia guardare più che piacevolmente, aiutata da una nutrita serie di bravi attori molto gradevoli alla vista, anche se talvolta alcune situazioni sono terribilmente esagerate e poco plausibili. Le cose però prendono una brutta piega passata la boa della metà della serie. Un paio di personaggi che avevano avuto parti importanti all’inizio scompaiono per parecchi episodi, riaffiorando solo in quello finale, per lasciare il posto a una new entry che si accaparrerà un sacco di schermo. La cosa è giustificata, ma non è bello nei confronti del pubblico inserire un personaggio di tale importanza così tardi, sbilancia la narrazione ed è un po’ come barare.
Soprattutto, ciò che infastidisce lo spettatore adulto è una gestione piuttosto infantile degli accadimenti. Se già era abbastanza evidente in principio, verso la fine è palese e manifesto: alcuni personaggi si comportano in maniera inverosimile e diverse volte capita di esclamare – ma no, dai, non faranno mica… - e puntualmente lo fanno! Personalmente sono stata molto irritata da situazioni pericolose completamente evitabili, da un’escalation finale poco credibile, dagli sbarellamenti di un big boss per certi versi davvero troppo sopra le righe, tanto da risultare inaccettabile nella sua apoteosi di vendetta contro una persona che diventa un eccidio di innocenti senza controllo. A che pro? La logica va a farsi un bagno troppo al largo, perfino per la testa di uno squilibrato.
Intendiamoci: la serie gode di una suspense potente, che ti prende per mano e ti trascina senza lasciarti via di fuga fino al finale, che è pure molto soddisfacente, solo che mentre ci arrivi ti trovi a imprecare perché inciampi qua e là in ostacoli che sarebbero stati magari evitabili se non avessero pestato così forte sul pedale dell’esagerazione e spettacolarizzazione. Certo che, allora, si sarebbe magari persa un po’ di tensione.
Se la completa logicità degli eventi per voi non è una priorità e se guardare uno spettacolo tensioattivo recitato da un nutrito cast di attori molto belli e anche bravi è quello che cercate, lo troverete qui, unito ad una cinematografia molto interessante e ad un commento musicale sul pezzo. Promosso ma, come diceva la mia maestra, poteva impegnarsi di più.
Cat's paw.
The disturbingly elegant and noble Lan Jue, courtesy name Peizhi, is the picture of a rising young Vice Minister of Rites. Beneath his urbane facade, he conceals a burning purpose to clear his father's name in a two-decade-old treason case. In this quest, he is quite bendable with regard to the means that justify his ends. He is stymied at each turn by Zhang Ping, an impecunious scholar, noodle maker, and truth seeker. Zhang Ping is convinced Peizhi is a villain and is determined to bust him. Peizhi is cynically amused by Zhang Ping's naive righteousness and impressed with his deductive talent. He means to make use of him if he can and if not, dispose of him. Watching Zhang Ping go from being Peizhi's cat's paw to someone he raises kittens with is the best part of this drama for me.This high-production-value drama conjures a sinister, suspenseful aura that permeates the stylish, lavish existence of the Dayong elite. Everything from the set design to that ridiculously mysterious and beautiful opening dance, to Peizhi's floaty diaphanous costumes, to Peizhi's long, sensuous unbound hair reflects, elegance, refinement, and impeccable taste... aside from Song Weilong who obviously drew the short style straw starting with the rigid wig and the way his outfits look like they were slept in. It is no wonder Peizhi's old flame is less than impressed with the goofy, big-boned, toothy peasant with a big nose to boot that Peizhi traded down to. It does require suspension of disbelief considering how utterly appealing both the ardently devoted Mowen and frostily sophisticated Shulin are. The only explanation is Peizhi must be an eyelash man.
This is a bit unusual for the mystery genre in that it is far more of a character-driven story than it is plot-driven. As far as the cases go, they are well executed and unfold more as procedurals. Outside of certain aspects of the main conspiracy, the viewer is not given a fair chance to solve any of the cases. There are plot design shortcuts such as resorting to the water illusion trick to bridge memory gaps and uncover long-lost evidence and there are logic holes, such as crime scenes staying undisturbed for too long. While the over-arching conspiracy is well conceived with decent twists, it is not that original. The villains reveal themselves early on so it is also anti-climatic. But for once I don't really mind because Jing Boran's Peizhi is just too bloody distracting. How can a man look so damn indecent, almost naked with just his hair unbound? And my mouth goes dry at the subtle multi-partied flirtations - those deep searching and revealing looks these gorgeous men keep exchanging with one another. It is such a big upgrade from the typical stunned dead duck stare of conventional romances. I freely admit my brain went on strike so often I am grateful the solutions were just spoon-fed to me.
This drama is superbly well executed and gets all the important things right. Any shortfalls in the plot are made up for in excellent character design and heartfelt, immersive performances by the cast. Jing Boran and Wang Duo deliver standout performances but even Song Weilong, whose acting is still a work in progress, is so well cast he just somehow fits this Zhang Ping character. It is a shame that his scenes with Jing Boran obviously suffered heavy cuts. After all of the build-up, I was really looking forward to seeing Zhang Ping and Peizhi shine in the final arc. Instead, it is pretty much hijacked by Shulin's unfinished business with Peizhi and his abandonment issues. Everyone else including Mowen and the emperor is sidelined. As much as I love Shulin's complexity and Wang Duo's phenomenal acting, I have mixed feelings about the final arc. The tone feels a bit off and succumbs to a tad too much cliched, dog's blood melodrama. I think that Zhang Ping's newfound pragmatism and epiphany that the right outcome can be more important than the truth is fitting. It demonstrates enormous character growth even though justice proved to be ultimately elusive.
Moral of the story: Don't be a cat's paw - be careful who you date!
Overall a feast for the eyes and the senses - 8/10.