Completo
A Korean Odyssey
1 persone hanno trovato utile questa recensione
ott 18, 2019
20 di 20 episodi visti
Completo 0
Generale 9.0
Storia 8.0
Acting/Cast 10
Musica 10
Valutazione del Rewatch 8.0
Questa recensione può contenere spoiler
Ha assolutamente dei difetti questo drama, ma non riesco a non dargli un punteggio alto. Sinceramente al momento è la mia serie coreana più bella vista in assoluto, e nonostante il finale mi preoccupasse (mentre lo guardavo girando vari forum mi sono "spoilerata" il fatto che il finale non fosse proprio il classico happy ending) quando l'ho visto in realtà mi ha soddisfatta, in quanto rispecchia perfettamente il "mood" (passatemi il termine) del drama. È un finale si aperto, ma sappiamo tutti che il Grande Saggio pari del cielo la ritroverà sicuramente, è impossibile pensare il contrario. In più, se Sam-Jang fosse effettivamente sopravvissuta sarebbe comunque rimasta un'umana che avrebbe continuato il corso della sua vita si assieme a Son Oh Gong, ma prima o poi sarebbe morta, e sarebbe comunque stato un finale dolce-amaro. Invece donandole un suo occhio e promettendo di andarla a riprenderla nell'oltretomba da al finale qualcosa di epico in linea perfettamente con la storyline che ci è stata proposta, per cui si, posso ritenermi soddisfatta.
Che cosa invece non mi è piaciuto?
In primis alcune animazioni erano veramente inguardabili. Anzi, quasi tutte. Quel drago era veramente agghiacciante.
La scena in cui Son oh Gong si toglie il bracciale è animata veramente male, ma vabbè lasciamo stare altrimenti inizio ad elencare ogni minima scena animata.
Parliamo di Sam-jang. All'inizio ci viene mostrata una donna che si ha sofferto molto per colpa del suo destino di salvatrice, ma cavoli, ci viene anche presentata come una donna forte! Perché nel corso degli episodi si rimbambisce sempre di più? Meritava sicuramente una caratterizzazione migliore, cosa che la maggior parte dei personaggi hanno avuto, addirittura alcuni personaggi secondari risultano più interessanti di lei.
Per quanto riguarda l'interpretazione di Lee seung gi nulla da dire se non che lui è stato il motivo principale per cui ho iniziato questo drama, il suo personaggio mi ha conquistata sin dal trailer e la sua recitazione è stata veramente ottima, in più in coppia con cha Seung Won forma una delle più belle bromance da me viste

Se le ost di questo drama vi portano dipendenza non preoccupatevi, è tutto normale

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Completo
La Regina delle Lacrime
1 persone hanno trovato utile questa recensione
da Lynnea
apr 29, 2024
16 di 16 episodi visti
Completo 0
Generale 7.5
Storia 7.0
Acting/Cast 7.5
Musica 8.0
Valutazione del Rewatch 7.0
Questa recensione può contenere spoiler

La ricetta imperfetta: quantità invece che qualità

Dalle premesse doveva trattarsi del capolavoro dell'anno. Dal cast stellare alla produzione, sceneggiatura, regia e via dicendo.
L'incipit è interessante: una coppia sposata - sposata per amore - ma che ormai porta avanti un matrimonio di facciata. Le carte non vengono svelate subito, qualche flashback ci mostra l'esordio della loro relazione ma resta quel misterioso gap nel mezzo, che porta lo spettatore a chiedersi come si sia giunti alla situazione presente.
Rispetto ai protagonisti, ho trovato davvero calzante la scelta di Kim Ji Won nel ruolo di Hae In: l'attrice giusta nel ruolo giusto. Una prova performante, la sua, che mi ha ricordato molto anche il personaggio che aveva interpretato in "I discendenti del sole": schietta, tagliente, carismatica, indubbiamente incisiva e affascinante. Se da una parte, ripeto, l'ho trovata perfetta per il ruolo, dall'altra mi chiedo se non manchi di versatilità (un conto è ricoprire bene un certo ruolo, un altro è saper interpretare bene solo quello). Non ho invece apprezzato il protagonista maschile: sono consapevole che sia uno degli attori tra i più acclamati, ma personalmente non sono mai riuscita ad apprezzarlo. Indubbiamente bello - come viene riconosciuto anche al personaggio che interpreta - ma sembra davvero che il suo unico punto di forza sia solo quello. Una bellezza fine a sè stessa, che manca di fascino, di espressività, di carattere e spessore. Se non sai bucare lo schermo, resti solo uno dei tanti bei volti che si perdono nella massa. Due, sostanzialmente, le sue espressioni: sorriso a 32 denti e smorfia da pianto disperato. Manca davvero una vasta gamma di emozioni che non è in grado di esprimere nè suscitare. L'altra nota dolente della serie, è aver voluto troppo. Se gli ingredienti sono di buona qualità, una ricetta ben riuscita non è quella che ne conta il numero maggiore. Tutte le tematiche possibili sono state inserite nella storia, dal fatto che si fossero già conosciuti in tenera età e che quindi si siano ritrovati, dagli spaccati accademici di quando erano adolescenti, il tema dell'amore-odio-amore, del matrimonio di apparenza, dei fraintendimenti e del non detto, del divario delle classi sociali di appartenenza, la malattia terminale, la perdita di memoria... Davvero, il troppo che stroppia. Scorrendo l'elenco delle guest star, sembra di ricalcare la stessa linea: tante, troppe comparse importanti, sempre seguendo la filosofia che "più è, meglio è". Alla lunga, l'attenzione cala, il coinvolgimento scema e non c'è più un vero elemento di traino, solo tante tematiche che si susseguono, mentre i tira e molla diventano tanti, troppi, le cartucce sono già state tutte sparate ed è sempre più difficile riagganciare l'attenzione dello spettatore. Mi aspettavo davvero una serie meritevole, durante la visione ho ridimensionato le aspettative e confidato di poterle dare almeno un 8, ma arrivata in fondo sono riuscita ad attribuirle a fatica un voto discreto, che supera la sufficienza solo grazie all'aiuto di un'ottima colonna sonora e un cameo davvero notevole, la breve incursione di Song Joong Ki nei panni di Vincenzo Cassano (e una menzione agli altri ruoli di rilievo da lui interpretati, già che viene presentato come un personaggio misterioso che forse è stato un militare delle forze speciali - Discendenti del sole - forse un erede di un conglomerato - Reborn Rich - e molto probabilmente un avvocato appartenente alla mafia, Vincenzo, appunto). Nei pochi minuti nei quali hanno condiviso la scena, il protagonista davvero è diventato il nulla cosmico rispetto alla presenza di Song Joong Ki, molto più espressivo lui in quelle poche inquadrature che l'altro in tutti i 16 episodi messi assieme. Non lo sconsiglierei, ma con un approccio cauto e non troppo carico di aspettative.

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Weak Hero
1 persone hanno trovato utile questa recensione
mar 14, 2023
8 di 8 episodi visti
Completo 0
Generale 9.5
Storia 9.5
Acting/Cast 9.5
Musica 9.5
Valutazione del Rewatch 9.0
Che il bullismo nelle scuole sia un problema ovunque, è cosa risaputa. Non stupisce più che se ne parli, ma forse accade più di rado che l’argomento diventi asse portante, ai limiti della monomania, di un intero drama.

Tratto dal webtoon “Weak Hero” di SeoPass e Kim Jin Seok, di cui sarebbe una specie di prequel, questo drama in 8 episodi da 40 minuti ciascuno è un concentrato di violenze brutali, che può essere guardato su diversi livelli.

In estrema sintesi, possiamo dire che Yeon Shi Eun, uno studente modello minuto e apparentemente poco atletico, si trova a battersi contro compagni prepotenti e piccoli delinquenti con astuzia, intelligenza e uso di armi non convenzionali (da ora in poi, in casa mia solo biro statiche, quelle a punta retrattile sono bandite). Apparentemente apatico e dedito completamente allo studio, si apre però con Soo Ho, un ragazzone abile combattente, e con Beom Seok, anche lui vittima di bullismo e di un padre potente e abusivo. Le iniziali vittorie, però, saranno vanificate da piccoli screzi all’interno del gruppo che, gonfiati al di là di ogni proporzione, finiranno per sfociare in tragedia.

Quello che ci viene presentato, fin da subito, è un ambiente scolastico malsano, dove una piccola cricca di prepotenti si fa branco per divertimento, per sfogare le proprie frustrazioni, per delirio di onnipotenza o, semplicemente, per invidia: il capobranco che ottiene il terzo premio in matematica vuole farla pagare al protagonista, Shi Eun, che è arrivato primo. Costui si aggira con occhi spenti e faccia apatica, chiuso nella sua bolla di studio e auricolari ma, dopo aver richiesto invano di essere lasciato in pace, se attaccato reagirà con violenza e astuzia, usando le nozioni imparate, la psicologia, e ogni mezzo a portata di mano. Il bullo costringe Beom Seok a drogare Shi Eun per fargli sbagliare un esame, ma le cose non vanno proprio come previsto. Così il capobranco, frustrato e umiliato, mette in mezzo un cugino semi-delinquente coi muscoli, ma anche Shi Eun si appella all’atletico Soo Ho, e allora si intromette un piccolo malvivente di quartiere, e poi…

Da un sassolino è nata una frana rovinosa che rischia di trascinare tutto con sé. In questa lotta dei ragazzi contro altri ragazzi e contro un piccolo capoccione, la polizia ha inizialmente poca importanza: già stupisce che intervenga quando chiamata, però poi, almeno in principio, non può procedere per mancanza di prove e i ragazzi, ancora una volta, sono lasciati a cavarsela da soli fin quasi alla fine.

L’assenza o lo scarso aiuto degli adulti sono un tema ricorrente. Parte dei combattimenti avviene a scuola, ma non c’è mai un insegnante in classe o, se c’è, non si intromette, addirittura esce, e ci si aspetta che torni coi rinforzi ma… no. Intanto, mentre si consumano scontri feroci, i compagni si accalcano alle pareti senza intervenire in alcun modo. E ogni tanto qualcuno va all’ospedale ma, per vari plausibili motivi, nessuno finisce mai nei guai con la giustizia.

Ma quando poi i nostri tornano malconci a casa, cosa trovano? Shi Eun ha una madre assente che fa l’insegnante e che vede praticamente solo nelle lezioni online e un padre a cui pare interessi solo sapere che arriva primo nelle gare scolastiche. Soo Ho vive con la nonna e lavora duro per mantenersi, tanto che di giorno dorme in classe. Beom Seok ha un padre adottivo che lo picchia e lo bastona con una mazza a golf, oltre ai vecchi compagni di scuola che non aspettano altro che di riempirlo ancora di botte. Molti ragazzini vengono sfruttati da un piccolo delinquente, che prima li irretisce con un giro di scommesse truccate e poi li sfrutta. Le situazioni descritte sono di disagio anche pesante e raccontano di giovani vite che non sembrano avere un posto per tirare il fiato. Lo spettatore ansima con loro.

In questo girone infernale, che dà sì l’impressione di essere un po’ esagerato, ma per certi versi forse neanche troppo, il vissuto dei vari personaggi, le motivazioni che li spingono, le molle neanche tanto nascoste che li fanno scattare, tutto è sciorinato davanti ai nostri occhi senza maschere e senza veli, in tutta la sua bruttura.

Weak hero Shi Eun non è debole. Non è neppure un eroe. Non sarebbe neppure particolarmente violento. E’ solo un ragazzo che avrebbe voluto a continuare a rimanere isolato a studiare, chiuso nella sua apatica bolla di auricolari e libri, e che più volte ha chiesto agli aguzzini di smettere. Inutilmente. Guardati dall’ira della persona paziente... Tanto più appaiono spenti gli occhi di Shi Eun in principio, quanto più energico e squilibrato appare alla fine quando, in un crescendo di disagio, ripicche, rivalità, vendette, agguati, violenze sempre più selvagge, si consuma una tragedia annunciata.

Fermati. Questa esortazione, più volte pronunciata da diversi personaggi, è sempre caduta su orecchie sorde. Soo Ho, il ragazzone ex lottatore, saggio e di buon cuore, non avrebbe certo voluto combattere fino alla fine. Lo stesso Beom Seok, talmente vittimizzato in ogni circostanza da non riuscire nemmeno più a riconoscere gli amici dai nemici, sicuramente avrebbe preferito vivere una vita più tranquilla. L’unico ragazzo che davvero non si può comprendere e perdonare è Jeon Young Bin, il capobranco che perpetua la spirale di violenze sempre più terribili perché non riesce ad accettare di essere, ogni volta, sconfitto.

Ma sarebbe sbagliato addossare a lui tutta la colpa. I genitori che non lo puniscono a dovere nemmeno dopo che è stato beccato con una droga pericolosissima e mettono tutto a tacere, non hanno colpe? Il potente padre adottivo di Beom Seok, che lo umilia e lo pesta continuamente, è innocente? I genitori assenti o troppo impegnati per curarsi della quotidianità dei figli sono incolpevoli? L’intero sistema scolastico che non sorveglia e che, salvo rari casi, gira la faccia dall’altra parte, accontentandosi di un rispetto di facciata e di un riscontro numerico per catalogare i ragazzi, è esente dal peccato?
Pur nella sua esagerazione, l’intera vicenda può essere interpretata come un urlo di denuncia non solo contro la violenza e il bullismo ma, e soprattutto, verso l’assenza, se non la connivenza, degli adulti che tali comportamenti dovrebbero reprimere e scoraggiare.

Resta da parlare degli attori. Ebbene, uno dei motivi per cui Weak Hero Class 1 è così sconvolgente, è proprio la performance degli attori, che non sembrano nemmeno recitare. L’atmosfera è spietata, la tensione continua, i visi, gli occhi, i gesti, le posture: tutto sembra vero. Le spalle e i personaggi secondari hanno recitato ad un buon livello e Park Ji Hoon, nell’interpretare il protagonista, ha fatto un lavoro magistrale, ma anche il Soo Ho di Choi Hyun Wook e il Beom Seok, interpretato da Hong Kyung, tengono agevolmente il passo. Le interazioni fra questi tre personaggi sono molto ben sviluppate e la crescita dell’amicizia fra Shi Eun e Soo Ho viene ben esplorata. Un commento musicale più che adeguato, con l’opening [i]Hero[/i] di Meego a fare da apripista a un’esplosione di emozioni, e una cinematografia sapiente, completano l’opera di demolizione che questo drama farà della vostra tranquillità.

Per quanto mi riguarda, ne vale la pena.

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Chocolate
0 persone hanno trovato utile questa recensione
lug 8, 2022
16 di 16 episodi visti
Completo 0
Generale 8.5
Storia 8.5
Acting/Cast 8.5
Musica 8.5
Valutazione del Rewatch 2.5

Drama romantico più maturo.

Di questo drama sapevo solo che era bello ma niente di più.Guardandolo ho trovato un drama romantico si ma più maturo in effetti i personaggi hanno quasi quaranta anni sono adulti con carriera etc.La storia inizia in infanzia e ci saranno un po' di salti temporali avanti e indietro ma per lo più sono nel presente.Personaggi legati da una tragedia senza saperlo,incontri e scontri, poco romanticismo di per se.Le storie di sfondo che racconta sono di sicuro molto toccanti e fa riflettere su quanto diamo per scontata la vita e rimandiamo tutto al futuro quando forse un domani non ci sarà.Loro aspettano tanto tanto forse troppo per iniziare la loro storia e questo rende la storia un po' lenta però il finale è un bel finale.
Attori molto bravi e interpretazione fantastica per un drama da vedere!

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Devilish Joy
0 persone hanno trovato utile questa recensione
da Lynnea
apr 29, 2024
16 di 16 episodi visti
Completo 0
Generale 6.5
Storia 6.5
Acting/Cast 6.5
Musica 6.5
Valutazione del Rewatch 6.5

Il potere soporifero della ripetizione a non finire....

L'intera seria ha come perno centrale l'amnesia a breve termine del protagonista. Frettoloso e un po' inverosimile l'incontro tra i due, ma soprassediamo. Il bel giovanotto è quindi vittima di un incidente e da lì parte l'effetto "reset". Come contrastare il vuoto di memoria? Ovviamente tenendo un diario dell'accaduto quotidiano, disseminando di foto e post-it le pareti di casa. Certo, può funzionare il primo giorno, e il secondo. Con un po' di pazienza anche il terzo e il quarto. Ma pensare che uno si svegli ogni mattina e abbia materialmente il tempo di rileggersi l'accaduto degli ultimi tre anni, anche no. Sorvoliamo però sull'incoerenza, del resto il drama non punta a sottoscrivere chissà quali evidenze medico-scientifiche. Tra l'altro, lui è un acclamato medico, solo di nome, però: nè nel presente nè nelle scene legate al passato l'ambientazione medica ha particolare risalto. Idem per la protagonista, inizialmente attrice di grande successo che cerca poi di tornare sulla scena... Ma, anche lì, l'attenzione allo sviluppo della sua sfera professionale scarseggia. Restano quindi lui e lei, che procedono a singhiozzo grazie all'omertà di lui. I personaggi secondari non sono più che verdure a contorno del piatto e il tema della perdita di memoria permea episodio dopo episodio... Peccato che la memoria dello spettatore, invece, funzioni benissimo, e alla lunga il meccanismo stanca. A questo punto, la soluzione migliore è un'amnesia a lungo termine, cancellando proprio la serie dalla memoria dei drama visti (e poco apprezzati).

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Chief Kim
0 persone hanno trovato utile questa recensione
mag 13, 2024
20 di 20 episodi visti
Completo 0
Generale 10
Storia 10
Acting/Cast 10
Musica 10
Valutazione del Rewatch 10
Divertentissima serie che fa sorridere mentre racconta la lotta tra il bene e il male, tra chi ama potere-denaro e immagine e chi ama le persone e il loro destino.
Gli attori sono brillanti e centratissimi. Namgoong Min, che non conoscevo, mi è piaciuto tanto. Non c'è un attimo di noia, niente sentimentalate, molto humor, la sceneggiatura è ben scritta e tutto scorre velocemente, per andare dritto al punto.
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Man In Love
0 persone hanno trovato utile questa recensione
20 giorni fa
Completo 0
Generale 9.5
Storia 9.5
Acting/Cast 9.0
Musica 9.0
Valutazione del Rewatch 9.0
Questa recensione può contenere spoiler
Ho trovato questo film per caso e la prima cosa che mi ha colpito è stato il nome, un nome che mi ha incuriosito e portato a voler vedere questo film a tutti i costi.
Leggendo la trama si può ben capire che la storia non è una facile, è piena di situazioni sconvenienti ma, nonostante ciò, non mi aspettavo chissà quale finale, ho veramente pensato “cosa può mai succedere”. Beh…sbagliavo. Non credo di aver pianto così tanto da quando ho visto 20th Century Girl… Ne sono uscita distrutta, semplicemente distrutta.
Nonostante i miei infiniti pianti penso che questo film sia stupendo sotto tanti punti di vista ma una delle cose che più mi ha colpito e su cui ho più riflettuto è stato il modo in cui il titolo può essere interpretato.
Mi spiego, prima di iniziare il film avevo interpretato il titolo in una singola maniera, come se non potesse essere tanto profondo, ma in realtà mi sbagliavo. Durante il film si è potuto vedere bene come in realtà ci siano veramente tante definizioni di “man in love”.
Nella prima parte del film, “man in love” era rappresentato dal modo in cui A Cheng si era innamorato a prima vista di Wu e stava provando in tutte le maniere possibili di convincerla a uscire con lui; ho veramente amato il modo in cui ha provato a farla stare bene, le ha preso da mangiare e l’abbia aiutata con suo padre, infatti non a caso una delle mie scene preferite è proprio quella in cui A Cheng ha fatto di tutto per organizzare un degno funerale per il padre di Wu. Lì si è visto tantissimo il modo in cui lui tiene a lei e la ami sinceramente, anche lei se n’è resa conto.
In seguito, questa definizione di “man in love” è stata approfondita dalla loro relazione, con un amore così sincero e bello da far piangere. E mi è piaciuto tanto il modo in cui A Cheng abbia deciso di mettere fine al suo lavoro, perché alla fine neanche gli piaceva, lui non era quel tipo di persona e si vedeva.
Purtroppo dopo di ciò A Cheng ha fatto un grave errore, ossia fidarsi di quella vecchia bastarda, così ha preso tutti i soldi che erano rimasti a loro due e ha tentato l’impossibile.
Mi aspettavo finisse male ed è stato lì che la definizione di “man in love” ha avuto un cambiamento drastico rispetto a quello di prima. Infatti, dopo questo accaduto, la definizione di “man in love” è cambiata nel modo in cui ha scelto di usare cattive parole per esprimere un messaggio così profondo che non può essere capito se non lo si prova. Le ha fatto capire che lui non l’ha mai amata, quando in realtà quello che intendeva era che Wu non lo meritava, non meritava un uomo che non è stato in grado di fare del bene alla donna che ama con tutto se stesso. Si è fatto accecare e ha fatto una scelta terribile, non è affidabile e per questo non può stare con lei, perché lei non lo merita. Non merita una vita con un uomo così poco affidabile. Questo era quello che A Cheng intendeva con quelle parole ed è qui che il significato del titolo ha avuto una grande profondità.
Dopo di ciò, A Cheng è finito in prigione e dopo essere stato rilasciato il significato di “man in love” è cambiato nuovamente. Lì per lì, per A Cheng rimaneva solo il dovere di dover ridare Wu quello che le aveva tolto, quei soldi. L’ho visto così disperato, mi ha fatto scendere una lacrimuccia, per lui veramente era importante ridarle quei soldi.
In questa fase, ancora più importante è stato il modo in cui A Cheng, sapendo della sua malattia, ha pensato che dopo un padre morto non poteva aggiungere alla vita di Wu anche un compagno destinato a morire, sarebbe stato veramente ingiusto nei suoi confronti.
A Cheng ha pensato solo che Wu dovesse essere felice, meritava una vita così una volta per tutte. Infatti mi ha preso fin troppo la scena in cui lui la vede a cena con quel ragazzo che la trattava così bene, lei sorrideva e così come lei, anche A Cheng ha sorriso, con quel velo di dolore, in nome della felicità della ragazza; era un pò come se si sentisse sollevato dal fatto che almeno dopo la sua morte ci sarebbe stato qualcuno che la trattasse bene, meglio di quanto lui abbia fatto in precedenza. Lì non mi rimaneva altro che piangere.
Alla fine lei l’ha scoperto e si è compreso quanto lei lo amasse ancora, e così dal suo “non andare da nessuna parte”, la definizione di “man in love” ha avuto un ultimo significato in questo film. Da questo momento fino alla fine, per A Cheng l’importante era passare quel pò che gli rimaneva nella miglior maniera possibile, così da non pentirsi di nulla. L’unica cosa che poteva fare era renderla felice per un’ultima volta.
Dopodiché la sua anima si è spenta lasciandosi dietro una persona che merita tanto ma forse questo non tutti l’hanno compreso.
Mi ha veramente colpito la scena in cui A Cheng dice al padre di fare da padre a Wu, dopo che il suo era morto e anche lui sarebbe morto, a Wu non sarebbe rimasto veramente nulla, per questo l’unica cosa che potesse mai fare per lei era almeno darle quel padre che aveva perso, in modo che lei fosse più tranquilla.
Inutile dire che “man in love” mi è piaciuto veramente, è una bellissima storia che racconta tanto, mi dispiace sia così triste, i miei occhi ne sono usciti rossi e gonfi, ma posso dire che n’è valsa la pena.

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Forgotten
0 persone hanno trovato utile questa recensione
dic 14, 2021
Completo 0
Generale 9.0
Storia 7.5
Acting/Cast 10
Musica 7.5
Valutazione del Rewatch 10

Da rivedere subito

È vero che ho trovato nella svolta centrale della trama una vera forzatura, che è stata introdotta dallo sceneggiatore per spingere la storia dove voleva che arrivasse, ma nonostante questo effettivamente il thriller funziona. I colpi di scena funzionano tutti perfettamente, anzi consiglio di non leggere neanche l'intro di tre righe di presentazione, perché già dà una indicazione di una cosa importantissima; infatti io già mi aspettavo che cosa sarebbe successo ed è un peccato, perché effettivamente, se non lo avessi saputo, il colpo di scena sarebbe stato ancora più spettacolare. E ce n'è più d'uno fino alla conclusione. L'interpretazione come sempre è eccezionale. Tutto sommato lo consiglio, del resto la cartina di tornasole, sul fatto che un film sia fatto bene o male, è se uno se lo riguarda: vuol dire che il film ha colpito nel segno. Effettivamente l'unica nota stonata è che al momento del _clou_ succede una cosa inverosimile, ma pazienza, è un piccolo passaggio che dopotutto avrebbe potuto essere forse fatto diversamente, non lo so, alla fine se la sono cavata così.

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Youngest Son of a Conglomerate
0 persone hanno trovato utile questa recensione
da weirde
dic 29, 2022
16 di 16 episodi visti
Completo 0
Generale 8.0
Storia 8.5
Acting/Cast 9.0
Musica 8.0
Valutazione del Rewatch 7.0
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Soprendente quasi fino alla fine

Io non amo i drama sulle dinastie famigliari, nè amo i drama che riguardano il mondo della finanza. Già fatico a seguire la finanza italiana, figuarsi capire l'economia di un paese straniero e diverso da noi come la Corea. Inoltre trovo i discorsi economici in un drama noiosi. Per tutti questi motivi ero decisa a non guardare Reborn Rich nonostante il suo cast stellare. Ero certa non fosse il mio genere. Poi per caso ho guardato la prima puntata e sorprendentemente mi ha acchiappato subito. O quasi. Diciamo che l'acchiappo si è consolidato con la seconda puntata e non vedevo l'ora di sapere cosa sarebbe successo dopo. La puntate erano molto lunghe ma talmente piene di accadimenti che annoiarsi era impossibile nonostante non capissi la metà dei termini finanziari. Gli attori specialmente il patriarca e suo nipote (il prtagonista maschile) erano veramente carismatici, specie il patriarca. Nessun personaggio era supersimpatico, nessun personaggio era totalmente positivo, anzi, eppure tutti bucavano lo schermo. L'elento paranormale poi a me piace sempre perciò aggiungeva fascino al tutto e ho veramente adorato questo drama come non credevo avrei potuto. Poi però è arrivato il finale e la, diciamo spiegazione del mistero paranormale e....non sono riuscita a cerderci. Ho una grande fantasia e adoro le trame strane, ma qui bermi che il protagonista non ricordasse cosa aveva causato e neppure l'esistenza della sua vittima...non ci riesco. Capisco sopprimere una colpa non volerci pensare seppellire la testa sotto la sabbia ma devo credere che si era autorimosso dei ricordi così vitali per anni e pure dopo essere stato ammazzato dai suoi capi?!!! Chi è forse un paragnosta? Si è ipnotizzato? Fin dalll'inizio aveva in mano la chiave per distruggere quella famiglia e non l'ha mai usata nonostante tutte le umiliazioni e anche quando torna nel presente all'inizio non la vuole usare? Ma siamo impazzitti? Il finale mi ha deluso lo ammetto e il drama non è più stato lo stesso dopo la scomparsa del patriarca ma resta comunque uno stupendo drama. Nonostante i difetti.Solo non era quello che credevo, il che forse non è un difetto, poichè lo rende soprendente. Credi di stare guardando un drama sulla vendetta e alla fine scopri che era tutto il contrario, cioè un drama sul perdono.

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Parallel Love
0 persone hanno trovato utile questa recensione
apr 26, 2023
24 di 24 episodi visti
Completo 0
Generale 7.0
Storia 7.5
Acting/Cast 8.0
Musica 6.0
Valutazione del Rewatch 6.0

Commediola innocua

Una commedia isekai ambientata in ufficio, senza particolari guizzi né di fantasia né di qualsiasi altra cosa. Gli attori sono passabili. Il protagonista passa 9/10 del suo tempo ingobbito e con un'aria di distaccato disfattismo. Peccato, perché sarebbe anche carino.
Carina e simpatica, ma nulla di più. A patto, comunque, di chiudere un occhio sulle surreali pratiche commerciali e le lotte intestine all'interno del gruppo.
Potabile, da guardare una volta, per passare il tempo, ma nulla di più.
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Although I Am Not a Hero
0 persone hanno trovato utile questa recensione
20 giorni fa
12 di 12 episodi visti
Completo 0
Generale 6.0
Storia 8.0
Acting/Cast 8.0
Musica 5.0
Valutazione del Rewatch 3.0
Inizialmente l'ho guardato perchè mi teneva tanta compagnia e perchè alcuni personaggi all'interno della storia mi parevano interessanti. Alla fine salvo solo Bok Ina e la sorella di ML: entrambe hanno dei traumi e delle paure da affrontare che vengono ben approfondite e ho apprezzato come sono state portate alla conclusione. Gli altri personaggi sono molto dimenticabili. Il padre di ML non ha nemmeno un vero spazio poichè la sua funzione gira sempre intorno alla moglie e madre di ML. Lei poteva essere bella ma viene incasellata nel ruolo di suocera fastidiosa e altezzosa. FL inizialmente mi aveva convinta ma con l'andare avanti mi sono resa conto che gli unici momenti che rendeva rilevanti erano quelli che passava con la figlia di ML. Per quanto riguarda lei, la sua storia mi è piaciuta, il suo trauma che non le permette di guardare con sincerità gli altri.. Boccio però la sua storia d'amore perchè davvero troppo abbozzata: si poteva fare di più. ML penso sia il peggiore di tutti. Va bene il trauma, la depressione, l'alcolismo.. Ma non puoi rimanere uguale per tutta la storia! Oke, sorride, ma non vedo un vero cambiamento in lui. Non mi ha convinta.
La storia parte come sempre bene per poi avere alti e bassi ma nulla di tutto ciò mi ha fatta innamorare. Carino ma nulla più. Stendiamo un velo pietoso sull'ultimo episodio e soprattutto sulla chiusura del drama. Tutto potevano fare, tutto. Ma così tagliato proprio no.

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The Untamed
0 persone hanno trovato utile questa recensione
ott 12, 2023
50 di 50 episodi visti
Completo 0
Generale 10
Storia 9.5
Acting/Cast 10
Musica 10
Valutazione del Rewatch 10
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La bellezza di the Untamed è ciò in che ha creato

The Untamed si posiziona al secondo posto nella classifica dei miei drammi preferiti. Cosa ha di particolare questo dramma? Tanto. La serie ti crea uno sconvolgimento emotivo fortissimo e ti lascia quella consapevolezza che a breve non troverai qualcosa del medesimo livello. Non per nulla è uscito nel 2019 ed ancora oggi è uno dei dramma cinesi più famosi e in testa alle classfiche di tutto il mondo. E' un Xianxia ben costruito, c'è un caso da risolvere, drammaticità, approfondimento di se stessi, amicizia e amore. L'amore tra Lan Zhan e wei Wuxian. Vi è una frase che viene ripetuta spesso nella serie: "nessuno conosce fino in fondo il cuore di qualcun altro". Questo non è vero per i due protagonisti, perchè il loro spirito è lo stesso. Nel loro essere agli antipodi, vi è un affinità e complementarità unica. Nella novella da cui è tratto, Mo Dao Zhu Shi è un amore palese.
Nel drama, per scelta e contro la censura, è un amore di sguardi. Se uno non ha letto il libro, e non conosce il mondo di the Untamed potrebbe pensare ad un' affinità di spiriti estrema. Ma sicuramente non amicizia. Che sia amore, è fuori di dubbio. Il tipo di amore, sinceramente mi interessa e non mi interessa perchè è bello così come ci viene mostrato.
C’è da dire che tra i due lead vi è una chimica unica. Ho visto vari drammi con loro come protagonisti e per quanto cresciuti, migliorati e bravi, rimane la loro performance migliore. Ed è quella che copre ogni magagna della trama e lo ha reso così popolare. Se Xiao Zhan e Wang Yibo a distanza di anni non possono neppure incrociarsi con lo sguardo in pubblico, per il caos che ne è uscito, un motivo ci sarà. O questo drama era nel loro destino e li ha fatti veramente innamorare, o c’è dietro qualcuno di così geniale da aver capito che mantenere la fiamma fra i due, farà sempre presa sul pubblico e scatenerà una reazione incredibile.
Per quanto riguarda la trama, dopo la prima puntata, vi è un lungo antefatto (ben 32 puntate). Ammetto che quando è finito, mi ricordavo poco e nulla di quello che era successo nella prima puntata e sono dovuta tornare a rivederla. Questa parte precedente è comunque la più bella, drammatica e avvincente dal punto di vista narrativo. Ci fa conoscere, capire i personaggi e mette le basi per lo sviluppo di tutta la seconda parte. La seconda parte è incentrata sul lato investigativo poi intrigante e lo spettatore viene catturato nel mistero che i due protagonisti devono risolvere. Ma il tema centrale, l'accettazione di se stessi e dell'altro è il messaggio più importante. E l'evoluzione di Lan Zhan ne è la testimonianza più forte. L'uomo retto,il cuore più puro, l'esempio per tutti, la persona maggiormente ligia ad ogni regola, decide di seguire la sua strada, allargarla più che può e il suo cuore perchè a dispetto di tutto, il grigio può essere bello come il bianco e il nero. Se agli altri va bene che lo seguano pure, se non gli va bene pace, vivrà sereno lo stesso.

Ho scritto magagne. The Untamed non è esente da pecche. Il metallo Xin e i suoi pezzi hanno poi una storia poco chiara. E vi anticipo che sia nella novella, che nell'anime non viene neppure nominato. Le scenografie degli ambienti interni a volte non sono il massimo. Il cane nero, la tartaruga Xuan Wu, le rocce di gomma piuma ne sono l'esempio. Ma su queste cose si può sorvolare. Anche perchè le ambientazioni esterne sono invece spettacolari.
Un avvertenza: The Untamed è comunque un mondo che ti cattura. Avrai voglia di leggere il libro, avrai voglia di vedere l'anime e sfogliare il mandua perchè ogni elemento ti aiuterà ad amarlo di più.

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Kingyo Tsuma
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feb 22, 2022
8 di 8 episodi visti
Completo 0
Generale 10
Storia 10
Acting/Cast 10
Musica 7.5
Valutazione del Rewatch 10
Questa recensione può contenere spoiler

I pesci rossi non possono andarsene da soli

Un edit prima di iniziare: oggi ho visto "An Affair" del 1998 di E J-yong, con Lee Jung-jae. Ha moltissime somiglianze con questa serie giapponese, non è possibile che siano mere coincidenze: anche lo stile, il carattere dei personaggi, il finale, la vasca dei pesci… Secondo me l'autrice del manga e la sceneggiatrice si sono ispirate proprio a questo film, ampliando la storia per una serie. Me ne sono accorta verso la metà del film.

È una storia di corna. Tutti tradiscono tutti ed è la più tragica rappresentazione di quanto possa essere disfunzionale il matrimonio inteso come convenzione sociale, come ancora in parte succede in Giappone, quando è una sistemazione economica e sociale per entrambi, spesso combinato dalle famiglie, in una cultura in cui il cittadino deve lavorare e procreare per l’equilibrio della società.

Le mogli sono pesci rossi in bocce di vetro, considerate dai mariti un mero ornamento e semplicemente trascurate, intrappolate socialmente in una situazione da cui non è accettabile scappare. Come spiega la similitudine dei pesci rossi, “non possono andarsene da soli, hanno bisogno di essere aiutati… prima di tutto bisogna osservarli… quando appaiono i sintomi di una malattia, spesso è già troppo tardi…”. In una società in cui il nubilato e il divorzio sono entrambi malvisti, paradossalmente il tradimento è dato quasi per scontato e il protagonista, che accoglie nella sua casa e nel suo letto la donna in fuga dal marito, si considera quasi un benefattore. Anche gli altri uomini, a pensarci.

Tutto il dolore di queste donne può essere riassunto dalla frase che una di loro, depressa, dice al marito, che lavora come un pazzo per garantirle un alto tenore di vita: “Non ti ho sposato per diventare ricca, ma per passare più tempo con te”. Come cantava Mia Martini, “gli uomini ti danno tutto quello che non vuoi”.

A questa miseria relazionale la storia intreccia l’altra grande sofferenza della posizione sociale, simboleggiata dal piano del condominio dove tutti abitano. Il primo episodio inizia con la festa di compleanno della coppia “migliore”, che abita al 43° piano e ha invitato solo quelli dal 30° piano in su. Relazionalmente invece sono la coppia peggiore: lui è un traditore seriale, la maltratta e addirittura le mette le mani addosso.

La serie è quasi perfettamente suddivisa tra trama orizzontale e trame verticali. Ogni episodio porta avanti la storia insensata tra una 49enne sposata scappata di casa e un 33enne che la ospita nella sua mansarda sopra al negozio di pesci rossi, e nel contempo racconta l’infelicità di una delle altre coppie, mostrando la crudezza bestiale di rapporti sessuali infedeli, colpevoli e prepotenti. Ognuna delle mogli subisce un diverso tipo di costrizione: il marito la obbliga ad avere rapporti con un altro, oppure la tiene come terzo incomodo nella convivenza con la madre/suocera, oppure la rifiuta perché non vuole figli… Tutte sono ugualmente invisibili e trascurate, tenute lì come un pesce rosso in una boccia, appunto. E tutte si vendicano e si realizzano andando a letto con un altro, spesso anche lui sposato.

Come in questo dialogo tra due amanti, entrambi sposati:
LUI: La propria moglie è la creatura meno desiderabile.
LEI: E quale sarebbe la più desiderabile?
LUI: La moglie di un altro.

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Jang Ok Jung
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mar 20, 2020
24 di 24 episodi visti
Completo 0
Generale 8.0
Storia 8.5
Acting/Cast 9.0
Musica 8.0
Valutazione del Rewatch 4.5
Volevo scrivere una recensione su questo drama perché non mi pare ve ne siano altre in italiano su My Drama List e perché, secondo me, non ha ricevuto un meritato riconoscimento dagli spettatori.
Io ho trovato la serie avvincente, emozionante e capace di far prendere vita egregiamente a questi personaggi storici. La storia, quella vera, quasi sicuramente potrà essere stata diversa rispetto a quella raccontata nel drama ma la bellezza di una serie, secondo me, risiede nel riuscire a presentare una trama credibile e, grazie ad attori talentuosi, dei personaggi altrettanto verosimili.
Da questo punto di vista con Jang Ok Jung è stato fatto un egregio lavoro. Tutti i componenti del cast sono stati magnifici e sono visibilmente cresciuti nel mentre che il drama andava avanti. Kim Tae Hee, dopo i primi episodi in cui la trovavo incerta, è riuscita a catturarmi come in nessun altro suo drama e Yoo Ah In non ha bisogno nemmeno delle mie parole di lode siccome anche i muri sanno quanto sia bravo. Ma le vere protagoniste in questo drama sono le donne: la regina vedova, la regina madre, la regina In Kyung, la regina In Hyun, la concubina Choi Suk Bin, la madre di Jang Ok Jung e tutte le dame di corte. Donne forti, donne vissute in un epoca in cui forse eri costretta ad esserlo forte, donne non cattive, non buone, semplicemente umane, con i loro valori, le loro convinzioni e i loro sentimenti.
Un messaggio del drama è che a volte la vita ci mette di fronte a scelte e noi dobbiamo intraprendere una strada che non sarà mai completamente giusta o sbagliata; a fare la differenza sono le nostre motivazioni. Sono quelle che fanno la persona.
Qui la motivazione che muove le azioni della protagonista è solo una: l'amore. Un'amore indissolubile, di quello che noi donne siamo in grado di donare in maniera incondizionata.
Non voglio stare qui a dire che questo è un drama perfetto e adatto a tutti perché non è così ma secondo me, tra tanti drama storici, è uno di quelli che vale davvero la pena vedere.
Non è un drama dal finale lieto se è questo che cercate, ci tengo a dirlo; d'altronde penso lo sappiate già visto che la storia di questi personaggi è stata riproposta in più di una serie coreana.
Sicuramente è un drama che potrà insegnarvi tanto se riuscirete a leggerlo nel modo giusto.

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Ending Again
0 persone hanno trovato utile questa recensione
mar 10, 2024
12 di 12 episodi visti
Completo 0
Generale 5.5
Storia 6.0
Acting/Cast 7.0
Musica 8.0
Valutazione del Rewatch 1.0
Di base la storia sarebbe anche carina ma l'ho trovata troppo raffazzonata, incollata alla belle e meglio. Ci sono tantissimi flashback della prima relazione di FL ma non rafforzano la sua backstory e le sue scelte, poichè vengono a noia. I due protagonisti insieme a volte sono carini, altre la chimica tra i due non si avverte nemmeno. Non so, direi perfetto per chi non ha tempo, da vedere una sola volta però e poi mai più.
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