Finale sospeso, protagonista maschile non pervenuto
La prima cosa che c’è da sapere di questo drama è che non è terminato. Si chiude su un prolisso e irritante pistolotto finale da parte della protagonista che ci fa intravedere una futura avventura contro forze preponderanti e letali (che presumo alla fine vincerà), ma che di sicuro non sarò lì a vedere. Soprattutto, chissà se mai la seconda stagione la faranno: i punteggi di questa serie non sono stratosferici, e a buona ragione.
Chun Tu Mi (una brava Sabrina Zhuang) è una ragazzina che ha ereditato dalla madre il pallino della legge e che, per diverse circostanze, si trova a fare l’avvocato difensore, prima di suo padre, e poi via via di altre persone, nonostante sia una donna, cosa inaudita. Il padre e il nonno l’appoggiano… Vabbeh, quanta gente illuminata in questa famiglia.
Due pezzi grossi (gli ottimi Fan Zhi Xin e Qin Tian ) la prendono sotto la loro ala e, trascinandosi dietro il padre, se la portano in viaggio per farsi aiutare da lei mentre supervisionano dei tribunali periferici… Boh. Nel frattempo, in tanti stanno cercando una pietra da inchiostro (e ancora adesso ce ne chiediamo il motivo) e si sviluppa una caccia ad una setta di assassini. Un bel giovane (lo statuario Huang Jun Jie – nel senso che una statua sarebbe più espressiva) sbuca qua e là come il prezzemolo, aiuta più volte la protagonista che, essendo donna, per sua natura si caccia nei pasticci e necessita di essere salvata (modalità sarcasmo: ON), e pare essere un cattivo soggetto. Seguono diverse vicende a volte interessanti, altre molto meno.
Il sunto del discorso è tutto lì: gli attori sono per la maggior parte più che decenti, tranne il protagonista maschile che però, stranamente e fortunatamente, si vede meno delle spalle ed emerge praticamente alla fine. L’avevo già notato in Dr. Cutie e già allora mi chiedevo se fosse pedestre in quel drama in particolare, ma invece no: a quanto pare è proprio così. La storia è spesso pretestuosa, la presenza della protagonista è spesso dovuta a motivazioni tirate per i capelli, non mancano i riempitivi nonostante la brevità dell’opera e non esiste un finale, dato che ci interrompiamo sul più bello (?).
A questo punto parlare di musiche (non pervenute), cinematografia (tutto nella norma), costumi (passabili, se pur cambiati poco, ma con un paio di eclatanti cadute di stile) e approfondimento dei personaggi (eh?) pare anche superfluo. Per quanto mi riguarda, il drama avrebbe avuto ragione di esistere se fosse stato terminato. Così, si è rivelato tempo perso.
Come commento personale al di fuori della specifica serie, sarebbe molto bello se le schede informative delle opere ci dicessero in anticipo quando la storia resta sospesa. In questo modo, molte volte lo spettatore si sente veramente preso in giro. L’avessi saputo prima, probabilmente non l’avrei neanche visto tutto. Forse è per questo che non ce lo dicono…
Chun Tu Mi (una brava Sabrina Zhuang) è una ragazzina che ha ereditato dalla madre il pallino della legge e che, per diverse circostanze, si trova a fare l’avvocato difensore, prima di suo padre, e poi via via di altre persone, nonostante sia una donna, cosa inaudita. Il padre e il nonno l’appoggiano… Vabbeh, quanta gente illuminata in questa famiglia.
Due pezzi grossi (gli ottimi Fan Zhi Xin e Qin Tian ) la prendono sotto la loro ala e, trascinandosi dietro il padre, se la portano in viaggio per farsi aiutare da lei mentre supervisionano dei tribunali periferici… Boh. Nel frattempo, in tanti stanno cercando una pietra da inchiostro (e ancora adesso ce ne chiediamo il motivo) e si sviluppa una caccia ad una setta di assassini. Un bel giovane (lo statuario Huang Jun Jie – nel senso che una statua sarebbe più espressiva) sbuca qua e là come il prezzemolo, aiuta più volte la protagonista che, essendo donna, per sua natura si caccia nei pasticci e necessita di essere salvata (modalità sarcasmo: ON), e pare essere un cattivo soggetto. Seguono diverse vicende a volte interessanti, altre molto meno.
Il sunto del discorso è tutto lì: gli attori sono per la maggior parte più che decenti, tranne il protagonista maschile che però, stranamente e fortunatamente, si vede meno delle spalle ed emerge praticamente alla fine. L’avevo già notato in Dr. Cutie e già allora mi chiedevo se fosse pedestre in quel drama in particolare, ma invece no: a quanto pare è proprio così. La storia è spesso pretestuosa, la presenza della protagonista è spesso dovuta a motivazioni tirate per i capelli, non mancano i riempitivi nonostante la brevità dell’opera e non esiste un finale, dato che ci interrompiamo sul più bello (?).
A questo punto parlare di musiche (non pervenute), cinematografia (tutto nella norma), costumi (passabili, se pur cambiati poco, ma con un paio di eclatanti cadute di stile) e approfondimento dei personaggi (eh?) pare anche superfluo. Per quanto mi riguarda, il drama avrebbe avuto ragione di esistere se fosse stato terminato. Così, si è rivelato tempo perso.
Come commento personale al di fuori della specifica serie, sarebbe molto bello se le schede informative delle opere ci dicessero in anticipo quando la storia resta sospesa. In questo modo, molte volte lo spettatore si sente veramente preso in giro. L’avessi saputo prima, probabilmente non l’avrei neanche visto tutto. Forse è per questo che non ce lo dicono…
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