Serie coreana che associo - per data e caratteristiche - a drama quali K2, Healer, The King 2 hearts, e via dicendo. Corre l'anno 2011 e il tipo di riprese, tra inquadrature, suoni, luci, oltre a pettinature proababilmente all'epoca di moda, fanno capire che non ci troviamo di fronte a una produzione recente. Per gli standard dell'epoca, comunque, la qualità era alta, tant'è che si ha modo di apprezzarla ancora oggi senza particolari problemi.
L'avevo in lista da parecchio tempo, sempre rimandata poiché non così semplice da reperire e per via del fatto che non stravedo particolarmente per Lee Min Ho, attore - soprattutto in quella decade - tra le star di Hallyu. Scovata di recente la serie sottotitolata in italiano e rivalutato Lee Min Ho per via della sua recente performance in Pachinko, mi sono infine decisa. Il drama si presenta come un misto tra romance e azione, con un protagonista che ricalca l'idea dell'eroe un po' anche antieroe: bello ed elegante, capace sia a livello di intelligenza/intuito sia nel combattimento fisico, con un passato di segreti alle spalle, una vita che non ha mai incrociato l'amore, e un presente in cui si muove da stratega senza mai palesare appieno le sue grandi doti. In questo mi ha ricordato tanto Healer, e gli anni di quel genere - appunto - sono gli stessi. Spina dorsale della trama è il proposito di vendetta del suo padre "adottivo", Lee Jin Pyo, rispetto a un tragico e vile evento che ha avuto importanti conseguenze anche sulla vita dello stesso Lee Yoon Sung. Il ragazzo viene cresciuto sotto ferrea disciplina militare, quasi a diventare un'arma per saldare, in età adulta, quei conti lasciati in sospeso. Singolare il rapporto tra i due, dove se da una parte Jin Pyo sembra sfruttarlo egoisticamente, crescendolo alla pari di un mezzo per raggiungere il suo obiettivo, dall'altra ci sono momenti in cui sembra emergere un reale affetto per il ragazzo, che lo portano a sacrificare tanto per il bene di Yoon Sung. Insolita e apprezzabile tutta la parte che si svolge in Thailandia. Quando il piano di vendetta però entra nella fase attiva, padre e figlio si troveranno su fronti diversi, pur con obiettivo comune: a dividerli le modalità, perchè dove Jin Pyo è pronto a spargere sangue senza farsi troppo problemi, oltre a coinvolgere e ferire innocenti - paradossalmente al pari di quanto accaduto a lui - al contrario il Yoon Sung persegue una giustizia che va oltre la morte, che chiede di pagare un prezzo meno tragico della morte ma per certi versi più pesante, quale il convivere dovendosi assumere le responsabilità delle proprie azioni. Un meccanismo che non è il semplice occhio per occhio, dente per dente, ma che, suo padre, segnato indelebilmente e accecato dal desiderio di vendetta, sembra non trovare soddisfacente. Mentre padre e figlio si fronteggiano in una corsa contro il tempo volta a risolvere - a uno a uno - tutti i conti in sospeso con i cinque responsabili dell'accaduto di molti anni prima, ecco che il tema romance si intreccia alla trama nei panni di una Park Min Young che interpreta una sorta di guardia del corpo della figlia del Presidente.
Cosa mi è piaciuto?
- il genere azione+ romance
- la caratterizzazione del protagonista maschile, che mescola l'eroe solitario dal passato difficile (Healer), ai giochi di potere ai piani più alti della politica (The King 2 hearts), al vissuto in un contesto a tratti violento (Vincenzo, anche se lì il codice etico comprendeva l'omicidio mentre in questo caso l'obiettivo di Yoon Sung è proprio quello di vendicarsi senza diventare un assassino)
- la trama non piatta, carica di eventi che si intrecciano tra presente e passato
- lo sviluppo dei personaggi, secondari compresi
- l'importante tematica del rapporto tra padre e figlio, che a livello emotivo coinvolge al pari della storia d'amore. Soprattutto la scena finale tra i due, l'ho trovata davvero profonda e significativa.
Cosa non mi è piaciuto?
-la protagonista femminile, giusto accettabile: l'attrice ha collaborato con vari partner di prestigio nei drama di quegli anni, pur non essendo lei all'altezza ma, evidentemente, era il meglio che all'epoca offriva il mercato. Una recitazione, la sua, che sembra sempre un po' la stessa, indipendentemente dalla serie in oggetto. A questo, si aggiunge la caratterizzazione poco credibile di un personaggio che passa da lavori qualunque a niente di meno che guardia del corpo della famiglia del Presidente, lavoro che svolge in modo piuttosto ridicolo, quasi senza preparazione, buttando a caso un occhio qua e là.
- il meccanismo dei "segreti nei segreti", dove anche le verità svelate poi vengono rimesse in gioco a favore di altre verità ancora. Sulla questione della relazione padre-figlio è stata forse un po' troppo macchinosa ed eccessiva.
- il finale - parlo proprio delle ultimissime scene - non dei più chiari in assoluto.
- la quantità di scene romantiche, che si riducono sostanzialmente a un paio di baci (di cui uno nemmeno da considerare). Apprezzabili alcuni momenti e interazioni verbali tra i due, ma qualcosina in più sul piatto del romance si poteva mettere.
Concludendo, un drama che appartiene al filone dei miei preferiti - come tipologia - e del quale mi son piaciuti molti aspetti ma che, contemporaneamente, ha mostrato anche diversi punti deboli che potevano essere gestiti meglio. Resta però una visione che mi sento comunque di consigliare e che ho indubbiamente apprezzato.
L'avevo in lista da parecchio tempo, sempre rimandata poiché non così semplice da reperire e per via del fatto che non stravedo particolarmente per Lee Min Ho, attore - soprattutto in quella decade - tra le star di Hallyu. Scovata di recente la serie sottotitolata in italiano e rivalutato Lee Min Ho per via della sua recente performance in Pachinko, mi sono infine decisa. Il drama si presenta come un misto tra romance e azione, con un protagonista che ricalca l'idea dell'eroe un po' anche antieroe: bello ed elegante, capace sia a livello di intelligenza/intuito sia nel combattimento fisico, con un passato di segreti alle spalle, una vita che non ha mai incrociato l'amore, e un presente in cui si muove da stratega senza mai palesare appieno le sue grandi doti. In questo mi ha ricordato tanto Healer, e gli anni di quel genere - appunto - sono gli stessi. Spina dorsale della trama è il proposito di vendetta del suo padre "adottivo", Lee Jin Pyo, rispetto a un tragico e vile evento che ha avuto importanti conseguenze anche sulla vita dello stesso Lee Yoon Sung. Il ragazzo viene cresciuto sotto ferrea disciplina militare, quasi a diventare un'arma per saldare, in età adulta, quei conti lasciati in sospeso. Singolare il rapporto tra i due, dove se da una parte Jin Pyo sembra sfruttarlo egoisticamente, crescendolo alla pari di un mezzo per raggiungere il suo obiettivo, dall'altra ci sono momenti in cui sembra emergere un reale affetto per il ragazzo, che lo portano a sacrificare tanto per il bene di Yoon Sung. Insolita e apprezzabile tutta la parte che si svolge in Thailandia. Quando il piano di vendetta però entra nella fase attiva, padre e figlio si troveranno su fronti diversi, pur con obiettivo comune: a dividerli le modalità, perchè dove Jin Pyo è pronto a spargere sangue senza farsi troppo problemi, oltre a coinvolgere e ferire innocenti - paradossalmente al pari di quanto accaduto a lui - al contrario il Yoon Sung persegue una giustizia che va oltre la morte, che chiede di pagare un prezzo meno tragico della morte ma per certi versi più pesante, quale il convivere dovendosi assumere le responsabilità delle proprie azioni. Un meccanismo che non è il semplice occhio per occhio, dente per dente, ma che, suo padre, segnato indelebilmente e accecato dal desiderio di vendetta, sembra non trovare soddisfacente. Mentre padre e figlio si fronteggiano in una corsa contro il tempo volta a risolvere - a uno a uno - tutti i conti in sospeso con i cinque responsabili dell'accaduto di molti anni prima, ecco che il tema romance si intreccia alla trama nei panni di una Park Min Young che interpreta una sorta di guardia del corpo della figlia del Presidente.
Cosa mi è piaciuto?
- il genere azione+ romance
- la caratterizzazione del protagonista maschile, che mescola l'eroe solitario dal passato difficile (Healer), ai giochi di potere ai piani più alti della politica (The King 2 hearts), al vissuto in un contesto a tratti violento (Vincenzo, anche se lì il codice etico comprendeva l'omicidio mentre in questo caso l'obiettivo di Yoon Sung è proprio quello di vendicarsi senza diventare un assassino)
- la trama non piatta, carica di eventi che si intrecciano tra presente e passato
- lo sviluppo dei personaggi, secondari compresi
- l'importante tematica del rapporto tra padre e figlio, che a livello emotivo coinvolge al pari della storia d'amore. Soprattutto la scena finale tra i due, l'ho trovata davvero profonda e significativa.
Cosa non mi è piaciuto?
-la protagonista femminile, giusto accettabile: l'attrice ha collaborato con vari partner di prestigio nei drama di quegli anni, pur non essendo lei all'altezza ma, evidentemente, era il meglio che all'epoca offriva il mercato. Una recitazione, la sua, che sembra sempre un po' la stessa, indipendentemente dalla serie in oggetto. A questo, si aggiunge la caratterizzazione poco credibile di un personaggio che passa da lavori qualunque a niente di meno che guardia del corpo della famiglia del Presidente, lavoro che svolge in modo piuttosto ridicolo, quasi senza preparazione, buttando a caso un occhio qua e là.
- il meccanismo dei "segreti nei segreti", dove anche le verità svelate poi vengono rimesse in gioco a favore di altre verità ancora. Sulla questione della relazione padre-figlio è stata forse un po' troppo macchinosa ed eccessiva.
- il finale - parlo proprio delle ultimissime scene - non dei più chiari in assoluto.
- la quantità di scene romantiche, che si riducono sostanzialmente a un paio di baci (di cui uno nemmeno da considerare). Apprezzabili alcuni momenti e interazioni verbali tra i due, ma qualcosina in più sul piatto del romance si poteva mettere.
Concludendo, un drama che appartiene al filone dei miei preferiti - come tipologia - e del quale mi son piaciuti molti aspetti ma che, contemporaneamente, ha mostrato anche diversi punti deboli che potevano essere gestiti meglio. Resta però una visione che mi sento comunque di consigliare e che ho indubbiamente apprezzato.
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