Questa recensione può contenere spoiler
Meraviglioso
Uno dei grandi pregi di Youth of May è stato quello di farmi scoprire il libro “atti umani” della scrittrice neo premio nobel Hang Kang.
Youth of May è un K-drama coreano ambientato durante il tumultuoso periodo della Rivolta di Gwangju del 1980, (in quegli anni una spietata giunta militare guidava il paese) una delle pagine più tragiche della recente storia coreana. Questa serie racconta la struggente storia tra due giovani, Hee-Tae e Myung-Hee, che impareranno a conoscersi e ad amarsi in un terribile contesto di violenza e brutalità storica.
Hwang Hee-Tae è un brillante studente di medicina figlio di una famiglia benestante in cui il padre é un importante membro della polizia segreta coreana.
Kim Myung-Hee invece è una giovane infermiera che lavora duramente e vive in condizioni modeste con l’ambizione di andare in Germania per studiare ed ottenere una specializzazione.
Le loro vite si incrociano per caso, grazie a un appuntamento combinato che Myung-Hee accetta di fare al posto della sua migliore amica appartenente ad una famiglia ricca di Gwangju.
Myung-Hee, per lealtà verso l'amica e in cambio di un aiuto economico, accetta di prendere il suo posto, dando vita a una serie di incontri apparentemente fortuiti ma destinati a cambiare le loro vite per sempre.
Sebbene inizi con il più classico dei cliché la serie cresce notevolmente riuscendo a mantenere un equilibrio tra sviluppo dei personaggi, narrazione sentimentale e quella storica facendo percepire gradualmente ma inevitabilmente l’addensarsi della tempesta.
Giustizia sociale, sacrificio, perdita e l’inevitabilità del destino, sono alcuni dei temi trattati e che affiorano prepotentemente soprattutto nelle ultime puntate.
Molto probabilmente il fatto di aver reso la serie concentrata in sole 12 puntate (anziché le solite 16/20 standard) ha senz’altro influito sul ritmo mantenendolo incalzante.
Una menzione particolare anche alla fotografia i cui colori pastello riescono a rendere bene la sensazione del passato, è il racconto di una primavera che appassisce, ma nella sua dissolvenza lascia fiori immortali.
Una serie straconsigliata e una delle migliori serie coreane viste quest’anno.
“Che il cuore torni a pensare a quel maggio, è normale. Quando perdi un ombrello che ti piaceva tanto, pensi a quell’ombrello ogni volta che piove. Figuriamoci quando torna la stagione in cui hai perso le persone a te care…è normale che il cuore riviva quei momenti. Come se fosse successo ieri.”
“Fu il nostro maggio, il primo, l’unico”
Voto 10
Youth of May è un K-drama coreano ambientato durante il tumultuoso periodo della Rivolta di Gwangju del 1980, (in quegli anni una spietata giunta militare guidava il paese) una delle pagine più tragiche della recente storia coreana. Questa serie racconta la struggente storia tra due giovani, Hee-Tae e Myung-Hee, che impareranno a conoscersi e ad amarsi in un terribile contesto di violenza e brutalità storica.
Hwang Hee-Tae è un brillante studente di medicina figlio di una famiglia benestante in cui il padre é un importante membro della polizia segreta coreana.
Kim Myung-Hee invece è una giovane infermiera che lavora duramente e vive in condizioni modeste con l’ambizione di andare in Germania per studiare ed ottenere una specializzazione.
Le loro vite si incrociano per caso, grazie a un appuntamento combinato che Myung-Hee accetta di fare al posto della sua migliore amica appartenente ad una famiglia ricca di Gwangju.
Myung-Hee, per lealtà verso l'amica e in cambio di un aiuto economico, accetta di prendere il suo posto, dando vita a una serie di incontri apparentemente fortuiti ma destinati a cambiare le loro vite per sempre.
Sebbene inizi con il più classico dei cliché la serie cresce notevolmente riuscendo a mantenere un equilibrio tra sviluppo dei personaggi, narrazione sentimentale e quella storica facendo percepire gradualmente ma inevitabilmente l’addensarsi della tempesta.
Giustizia sociale, sacrificio, perdita e l’inevitabilità del destino, sono alcuni dei temi trattati e che affiorano prepotentemente soprattutto nelle ultime puntate.
Molto probabilmente il fatto di aver reso la serie concentrata in sole 12 puntate (anziché le solite 16/20 standard) ha senz’altro influito sul ritmo mantenendolo incalzante.
Una menzione particolare anche alla fotografia i cui colori pastello riescono a rendere bene la sensazione del passato, è il racconto di una primavera che appassisce, ma nella sua dissolvenza lascia fiori immortali.
Una serie straconsigliata e una delle migliori serie coreane viste quest’anno.
“Che il cuore torni a pensare a quel maggio, è normale. Quando perdi un ombrello che ti piaceva tanto, pensi a quell’ombrello ogni volta che piove. Figuriamoci quando torna la stagione in cui hai perso le persone a te care…è normale che il cuore riviva quei momenti. Come se fosse successo ieri.”
“Fu il nostro maggio, il primo, l’unico”
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